Festa delle Donne del Vino in Piemonte

La Festa delle Donne del Vino 2018 avrà luogo i primi di marzo con eventi diffusi in tutta Italia. Il tema scelto è “Donne vino e cinema”,un’iniziativa che anticipa la festa della donna e «mira ad accendere i riflettori sul comparto enologico rivolgendosi in prima battura proprio all’universo femminile» dichiara la presidente delle Donne del Vino Donatella Cinelli Colombini. Degustazioni al cinema, video racconti, inviti in azienda. Una festa in versione film che accende i riflettori sui personaggi femminili che creano, vendono, promuovono le grandi bottiglie italiane.

In Piemonte la Delegata Renata Cellerino ha organizzato per il 4 marzo al MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA a Torino un interessante dibattito con tema: “Il vino nel cinema: un’immagine spesso in chiaroscuro. Ma con la presenza femminile nasce il rapporto con la terra, la vigna, il paesaggio…”

Traccia Intervento Emanuela Piovano Vino e Cinema

Nel mio intervento – ci anticipa Emanuela Piovano – partirò dal mio film Le Stelle Inquiete, interamente girato in una vigna del Piemonte, per raccontare la mia esperienza di sceneggiatrice, regista e vignaiola.
L’intervento sarà corredato da alcune clip tratte dal film.
Nel film, ambientato nel 1943 in una Francia divisa in due dall’occupazione nazista, si racconta l’incontro tra la filosofa Simone Weil e il vignaiolo filosofo Gustave Thibon.
Simone Weil si era recata in Ardèche per imparare il mestiere di vignaiola, lei così assetata di esperienze ed in particolare quelle legate a qualsiasi mondo del lavoro.
L’incontro con Gustave segnerà profondamente la vita della giovane e del suo mèntore, e la cornice tutt’altro che bucolica accentuerà il profondo scambio culturale affettivo e psicologico di questi due protagonisti del 900.
L’idea di scrivere e poi di realizzare questo film (Globo d’oro stampa estera – film da non dimenticare – 2011) mi era stata suggerita proprio da alcuni miei compagni di viaggio in questa terra canavesana dove da qualche anno coltivo erbaluce. La terra si chiama Canavese, un territorio segnato in modo molto importante dal passaggio di Olivetti, che aveva fatto di Simone Weil un’icona e in particolare aveva utilizzato le sue riflessioni nell’Enracinement (la Prima radice) per creare un movimento politico sfociato nell’esperienza di Comunità. Questo movimento è stato determinante non solo per le scelte culturali e industriali degli Olivetti, ma è stato uno stimolo ante litteram per la valorizzazione del territorio, in particolare per la viticultura. La doc Erbaluce è sbocciata in questo clima culturale grazie ad un impegno etico prima che politico.
Come ho cercato di raccontare nel mio film del 2010, il rapporto con la terra, con la vite, è qualcosa di magico e nello stesso tempo essenziale. Come se attraverso di esso si giungesse ad una sorta di succo dell’esistenza che non lascia spazio al superfluo. Come il gusto: per saperlo trovare bisogna essere puliti, ricettivi, in qualche modo sempre vergini, proprio come Simone Weil e il suo modo di rapportarsi al mondo assoluto, primitivo.
Finirò con il delineare qualche analogia tra fare cinema e fare vino, e come, nei momenti più bui del nostro fare artistico artigianale mai del tutto riconosciuto, abbia personalmente fatto spesso ricorso ai mie mastri vinai, di cui ho seguito la carriera all’insegna della qualità, e che ritengo abbiano molto da insegnare.
Cinema e vino oggi si scontrano con la serialità e la globalità. Il vino italiano ha da qualche tempo insegnato che questi due mostri non sono solo ostacoli ma anche opportunità. E anche il cinema, sempre di più e grazie soprattutto ai giovani, sta mettendosi in questo magico solco di artigianalità e unicità con tanta voglia di comunicarla a tutto il mondo.

Appuntamento quindi domenica 4 marzo 2018 alle ore 20,00 presso il
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA – MOLE ANTONELLIANA VIA MONTEBELLO, 20/A – TORINO

Per info e prenotazioni scrivere all’indirizzo: piemonte@ledonnedelvino.com

Si evidenzia che le due figure maschili e femminili sono bozzetti autografati di Vittorio Nino Novarese, premio Oscar per i migliori costumi per Cleopatra (1964) e Cromwell (1971).

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