Mille bollicine dorate hanno rallegrato, l’otto ottobre, il grande salone dell’Hotel Principe di Savoia di Milano nella “Giornata dello Champagne”
Un annuale evento dove il Bureau du Champagne Italia, che rappresenta il Comité Champagne con sede a Epernay, ha fatto un primo bilancio sulla vendemmia 2015, iniziata il 29 agosto e conclusasi il 28 settembre. Lo stato delle uve è risultato eccellente; i mosti evidenziano una gradazione alcolica intorno al 10,5% vol. in media, con punte dell’11,5% ed una acidità totale di circa 7g/l. Parametri equilibrati che rappresentano la migliore premessa per le future cuvée.
L’Italia è il settimo mercato in termini di volumi, nel 2014 sono state importate 5,8 milioni di bottiglie. Le cuvée speciali, top di gamma di ogni produttore, hanno conquistato il 5,9% del mercato italiano mentre i millesimati, ovvero i vini ottenuti da uve di una sola vendemmia, rappresentano il 7,5 % delle importazioni nel nostro Paese. A metà strada si collocano gli champagne rosé con il 6,2% del mercato.
Ben quarantatré le Maison presenti!
Difficile affermare “questo è meglio di quello”, e difficile sarebbe recensire tutti i campioni in degustazione, quindi come scelta vediamo le più particolari.
Ad Coutelas, Cuvée Louis Victor un blending di 34% Chardonnay, 33% Pinot Noir, 33% Pinot Meunier selezionato tra appezzamenti erbosi seminati con micro-clover; la vinificazione avviene in botti di rovere senza fermentazione malolattica con il metodo “solera”. Il gusto e il bouquet ricordano lo stile “Selossiano”; quindi piace o non piace, ma sicuramente possiamo affermare che è uno champagne da meditazione.
Bonnaire, Côte des Blancs, Ver Sacrum. Dopo il tiraggio, la presa di spuma e la fermentazione secondaria sono condotte usando un tappo di sughero, al posto del classico tappo a corona. Il prodotto fa un affinamento sui lieviti per un minimo di 72 mesi. Il nome Ver Sacrum – La Primavera Sacra – è un riferimento al movimento, del 1900, dato vita da giovani viennesi che sostenevano un rilancio nel mondo artistico e culturale, senza trascurare l’eredità del passato. Ed ecco l’essenza stessa di questo Champagne, sentori che si riagganciano al passato e alla tradizione.
Chassenay d’Arce, Côte des Bar, un’Azienda che punta su un vitigno quasi dimenticato in queste zone: il Pinot Bianco. Cuvée Pinot Blanc Extra Brut 2005,100% Pinot Blanc, prodotto da una selezione di vigneti piantati tra fine anni ’50 e primi anni ’70. Questo Champagne viene prodotto solo in annate eccezionali. Il naso è elegante, complesso ed espressivo con aromi di fiori bianchi, un accenno di anice e miele. Il vino è leggero, equilibrato e rotondo con una punta di calore relativo all’anno. Un prodotto che richiama freschezza e il fruttato della Primavera.
Deutz, i suoi Crus si trovano nella Champagne “classica” tutti vicino ad Aÿ, sede della Maison. Brut Classic 34% Pinot Noir, 33% Chardonnay, 33% Pinot Meunier; un naso che gioca sulla florealità e su note fruttate come nespola, albicocca e una vena minerale. Un prodotto che potremmo definire “base non base”! Blanc de Blanc 2009, 100% Chardonnay un bouquet, avvolgente e maturo, che richiama aromi di frutta bianca e gialla, note fiorite e tocchi di pan brioches. In bocca si fondono all’unisono rotondità e potenza, con sfumature candite di agrumi e un tocco di limone; grande la finezza. Amour de Deutz millesimé 2005, ogni bottiglia possiede una “capsula-gioiello”, espressamente creata dal gioielliere parigino Pascal Morabito e da Fabrice Rosset, presidente della Maison de Champagne Deutz. Amour de Deutz è una cuvée rara. Nasce dal romanticismo dello Chardonnay e nutrita di ambrosia e miele; sbarazzino in gioventù per rivelare la quintessenza dello Chardonnay con il lento trascorrere del tempo.
De Venoge Maison fondata nel 1837, a Mareuil-sur-Aÿ, uno dei terreni più rinomati di tutta la regione Champagne. Henri-Marc de Venoge è stato l’inventore di un’innovazione decisiva in Champagne, ovvero l’etichetta illustrata. In degustazione la linea Grand Vin des Princes venduta, dal 1961, in una bottiglia molto speciale, a forma di caraffa, per ricordare che era così che veniva servito nel XIX secolo. I prodotti sono contraddistinti da grande eleganza e freschezza, Champagne allo stato puro.
Comtes de Dampierre, una delle famiglie più antiche di Francia, è presente in Champagne dal 1270. L’attuale Comte Audoin de Dampierre non è soltanto uno dei più noti “Négociant Manipulant” della Champagne, ma si potrebbe definire figlio del proprio “Terroir”. I suoi vini sono il frutto di una nobile tradizione. Per Expo 2015 ha realizzato 20 Magnum di Trésors de Cave Family Reserve 1995, affinata in cantina per 20 anni, 100% Chardonnay , con una gabbia in spago e forbici dorate annesse. In degustazione c’era il millesimo 2007.
Vieille France fondata a Avize nel cuore della Côte de Blancs, nel 1860. La Maison
propone una Cuvée di prestigio che ricorda l’origine della casa, la Cuvée Vieille France. Data la forma particolare della bottiglia il remuage viene eseguito manualmente. Cuvée Vieille France millesimé 2004, 60% Pinot noir, 40% Chardonnay, circa 5 anni sui lieviti; grande finezza ed eleganza, mineralità e floralità sono le principali caratteristiche. Cuvée Vieille France brut rosé 60% Pinot noir, 30% Chardonnay, 10% Bouzy Rouge; rimane sui lieviti per circa 4 anni. Caratterizzato da un colore rosa (tuilée) e da un perlage fine ed intenso. Il suo profumo richiama aromi di frutta fresca, fragole e amarene. Uno Champagne fine, ampio, di bellissimo equilibrio.
Che altro dire…tanti altri sarebbero i prodotti da segnalare, dai più blasonati a quelli più di nicchia, ma magari meglio degustarli che recensirli, quindi appuntamento all’anno prossimo con la Giornata dello Champagne!
