Il Ruchè di Castagnole Monferrato a Milano

Il Ruchè di Castagnole Monferrato apre gli appuntamenti Go Wine di maggio a Milano. Il Ruchè è un vino piemontese alla ribalta e questa degustazione ha dato modo di conoscere un territorio, Aziende e vari stili di produzione.

Il Ruchè è un vitigno autoctono coltivato in sette comuni a Nord Est di Asti e che ha saputo conquistare in pochi anni le attenzioni della critica e dei consumatori.
Questo vitigno è coltivato nei dintorni di Castagnole Monferrato in provincia di Asti e sporadicamente in territori limitrofi della provincia di Alessandria. Delle sue origini non si conosce molto e varie sono le disquisizioni sull’origine del suo nome e su come sia giunto in questo territorio, tanto che qualcuno si è spinto fino ad assegnargli l’appellativo di “vino del mistero”. Di certo si sa solo che il Ruchè per un periodo di tempo molto lungo non è stato un vitigno popolare e la sua presenza si limitava a qualche pianta tra i filari di Barbera e Grignolino. Descritto come “l’altra faccia del Piemonte” o “ vitigno misconosciuto e simpatico” da Mario Soldati, regista, giornalista e scrittore italiano con la passione per il vino. Il Ruchè è rimasto in un oblio fino al 1964, anno in cui giunse a Castagnole Monferrato un nuovo parroco, Don Cauda, il quale scoprì questo vitigno semisconosciuto all’interno della piccola vigna della parrocchia e, incuriosito, provò a vinificarlo: ne fu subito entusiasta! A Don Cauda si deve la riscoperta enologica del Ruchè. Iniziò una produzione sistematica e così facendo contribuì a renderlo popolare offrendolo durante le feste paesane.

Cantine Sant’Agata
Cantine Sant’Agata

Dal Ruchè si ottiene un prodotto alquanto particolare, caratterizzato da un colore rosso rubino brillante e dal profumo intenso, con note fiorali (di rosa) e speziate, che fa da interessante contrasto al sapore secco e asciutto, privo di tannicità. Può anche servire a produrre un vino dolce o abboccato, piacevolmente aromatico (con note di rosa e di piccoli frutti)”. Questo quello che troviamo scritto nella scheda ampelografica del registro nazionale delle varietà di vite. Oltre 20 etichette in degustazione e un occasione per poter vedere come ogni produttore abbia interpretato il proprio vino. Difficile e ingiusto sarebbe dare dei giudizi ma alcune particolarità non si possono non menzionare.

Ferraris Agricola
Ferraris Agricola

Iniziamo con Luca Ferraris, proprietario di Ferraris Agricola, che potremmo dire sia l’erede spirituale di Don Cauda. Come lui crede moltissimo in questo vitigno e ne ha fatto il portabandiera della sua Azienda. Presenti in degustazione: Sant’Eufemia 2017, immediato e diretto, Clàsic 2016, classico e strutturato e Vigna del Parroco 2017 intrigante e accattivante.

Caldera Fabrizia
Caldera Fabrizia

Caldera Fabrizia con il suo classico e lineare Prevost 2017 e PASSIone (vino rosso da uve stramature di Ruchè) una vera particolarità.

Cantine Sant’Agata con ‘Na Vota 2016, giovane e fresco, Pro Nobis 2015 fruttato e speziato, Genesi 2011 ottenuto da un’attenta selezione di uve Ruchè, lasciate ad appassire per circa due mesi.

Montalbera
Montalbera

Montalbera Laccento 2016 profumi intriganti e una bella sensazione di morbidezzae PRIMA DECADE 2011 un vino per festeggiare il decennale dalla prima vendemmia in maniera “indimenticabile”.

Tenuta La Fiammenga
Tenuta La Fiammenga

Crivelli con il suo Ruchè di Castagnole Monferrato 2017 classico nel suo varietale.
Tenuta La Fiammenga con Privilegi 2016 un’espressione di Ruchè solo acciaio dove si fondono sentori fruttati, speziati su un sottofondo semiaromatico.

Tenuta La Fiammenga
Tenuta La Fiammenga

Questa degustazione è stata solo un’anticipazione per la Festa del Ruchè in programma a Castagnole Monferrato dall’11 al 13 maggio…non mancate!

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