La Gaìna di Uva della Cascina di Montelio

A Codevilla, sulle dolci colline dell’Oltrepò Pavese, troviamo la storica azienda vitivinicola Montelio, che nasce sui resti della grangia del vecchio monastero del Senatore di Pavia. Qui, già nella seconda metà del 1200, vi si coltivava la vite, come si legge nei contratti di affitto dell’epoca. Nel 1803 Angelo Domenico Mazza acquistò i primi terreni e, nel 1848, con il figlio Gaspare, diede inizio all’azienda Montelio. Da allora l’Azienda è sempre stata a conduzione familiare fino ad arrivare alla settima generazione con Caterina e Giovanna Brazzola e ai loro figli (ottava generazione *)

Montelio, la Collina del Sole, è intrisa di storia che si fonde nell’arte. Ricordiamo la cantina sotterranea, con l’antica ghiacciaia, successivamente trasformata in Infernot, la cantina di casa, che risale alla seconda metà del 1600. Dello stesso periodo è il torchio che troviamo sotto il portico, in origine il chiostro del convento, all’interno del cortile padronale. L’Azienda comprende una superficie di 85 ettari, di cui 27 vocati a vigneto ( 22 in produzione + 3 che entreranno in produzione con la vendemmia 2019 e 2 in rotazione), situati in un unico corpo appena fuori dal cortile aziendale. I vitigni coltivati sono stati fin dall’inizio gli autoctoni: Cortese, Riesling Italico e Renano, Moscato e Malvasia, Barbera, Uva Rara e Croatina. Muller Thurgau e Merlot sono stati introdotti, nell’immediato dopoguerra, verso il 1951 e negli anni ’80 lo Chardonnay e il Pinot Nero, vista anche l’alta vocazione dell’Oltrepò Pavese per questo vitigno. Nel 2009 vengono messe a dimora 2.000 barbatelle di Uva della Cascina, un vitigno autoctono recuperato grazie ad un lavoro di ricerca svolto dal Prof. Attilio Scienza dell’Università Agraria di Milano, verso la fine degli anni ’80, e proseguito poi in collaborazione con il Prof. Vercesi dell’Università di Piacenza.

Giovanna Brazzola
Giovanna Brazzola

L’Uva della Cascina, ha grappoli piramidali, spargoli, medio-grossi, così come gli acini sono medio grandi e tondeggianti. È una varietà buona anche da mangiare. Un vitigno molto vigoroso e resistente alle malattie, ma le basse rese a ettaro e la vegetazione precoce, che lo espone alle gelate primaverili, hanno fatto sì che venisse abbandonato a favore di vitigni più produttivi e a maturazione più tardiva.

L’etichetta racconta storie di famiglia e del territorio, la passione dei “ragazzi”, Edoardo e Roberto, che si sono appena inseriti in Azienda, per le galline, l’animale che non manca mai sulle aie delle Cascine, in cui veniva coltivato questo vitigno. “Gaìna” in milanese è usato per apostrofare gli ubriaconi con la loro andatura oscillante e incerta simile a quella delle galline. La parola gallina si fa derivare dal longobardo “ghai” che vuol dire gaio, allegro e spensierato.

La Gaìna di Montelio
La Gaìna di Montelio

La prima annata prodotta diLa Gaìna” è la 2015, naso un po’ cupo, speziato, con qualche nota balsamica e piccoli frutti di rovo. In bocca stupisce per la freschezza e ritornano soprattutto le note fruttate come la marasca e la mora, finale leggermente ammandorlato.

La seconda annata è il 2016, molto più immediato, con sentori floreali e fruttati, come mora, ribes e lampone, e non manca il finale speziato tipico del vitigno. In bocca non delude, fresco, sapido e dotato di un buon equilibrio. Un vino “giovane”, divertente e poliedrico, che non vuole colpire per i suoi muscoli, ma, al contrario, per la sua spiazzante semplicità.

La Gaìna 2015 ha un titolo alcolometrico volumico di 12,5% ha preso le 3 rose camune sulla guida Viniplus di AIS Lombardia del 2018 e 3 viti nella Guida Nazionale AIS Vitae 2018, mentre La Gaìna 2016 ha conseguito la Rosa d’oro nella guida Viniplus 2019 e confermato le 3 viti nella Guida Vitae 2019.

Possiamo dire che in ogni vino di Montelio è racchiusa sia la tradizione sia l’innovazione che si fondono per regalare emozioni senza tempo.

La Gaìna di Montelio 2015 e 2016
La Gaìna di Montelio 2015 e 2016
*Figli di Giovanna : Edoardo , enologia Università di Milano, 24 anni;Irene dopo liceo linguistico ora sta frequentando Master di cucina alla Cast alimenti di Brescia, 20 anni.
Figli di Caterina: Roberto, responsabile vigneti e campi, 28 anni; Arianna, dopo il liceo linguistico ora è al V anno all’Università Cattolica di Milano facoltà “Lingue per l’impresa”.
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