Leonardo Manetti poeta vignaiolo

Leonardo Manetti è un giovane viticultore che ha deciso di prendere in mano le redini dell’Azienda di famiglia situata a Greve in Chianti, un paesino tra Firenze e Siena, sottozona dello storico Chianti Classico, terra di grandi vini rossi nati e divenuti famosi sotto lo storico simbolo del gallo nero.

Lo sguardo schivo, non ama molto parlare di se, preferisce che i suoi vini e le sue poesie parlino al suo posto. Dopo il primo momento di timidezza si apre e ci racconta che non si occupa esclusivamente di vino, ma segue anche la produzione dell’olio e, con mia grande sorpresa della coltivazione del giaggiolo o iris pallida. Cerchiamo di conoscerlo un po’ meglio attraverso una breve intervista e soprattutto attraverso il suo vino.

Leonardo Manetti

Leonardo la passione per il vino ce l’hai nel sangue…sei cresciuto tra vigne e fiori…raccontaci qualcosa di te? Sono nato in una famiglia di produttori di vino e in un certo senso si può dire che forse questo era il mio destino, però la scelta di diventare agricoltore e poi di mettermi in proprio e aprire la mia azienda nel 2009 è stata decisa e voluta con molta determinazione. Dopo il diploma di perito elettronico mi sono buttato pienamente in questo mondo e nel 2007 mi sono laureato in Viticoltura ed Enologia alla Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Firenze. Ora sono molto felice di fare questo lavoro che per me è una vera passione. Questo lavoro mi permette anche di avere una buona qualità di vita. Fare vino e agricoltura in generale è una filosofia di vita che devi avere nel sangue.

L’Azienda della tua famiglia ha radici antiche…che ricordi hai? Con la fine della mezzadria, mentre tutti abbandonavano le campagne per andare a lavorare in città, mio nonno Nello con la moglie Annita e la loro famiglia si misero in proprio e diventarono coltivatori diretti. Nel 1963 aprì l’Azienda Agricola Sagrona che ha chiuso nel 2016. Ho sempre lavorato nell’azienda di famiglia e nel periodo della vendemmia non vedevo l’ora di tornare a casa per raggiungere la famiglia nei campi. Poi attendevo l’arrivo dell’estate e delle vacanze per poter andare a lavorare in vigna a tempo pieno. La semplicità e la genuinità della mia famiglia e del mondo contadino in generale mi ha sempre colpito molto e spero di avere raccolto questi bellissimi valori.

Hai scelto di produrre un Chianti Classico nel rispetto della tradizione…solo Sangiovese…niente legno…una scelta coraggiosa…come mai? L’uva più importante della zona è il Sangiovese, questo vitigno a bacca-rossa originario dell’Italia centrale che in altre parti del mondo non ottiene gli stessi risultati. Per questo la scelta di fare un vino di Sangiovese, un vino tipico di questo territorio. La scelta di non fare legno mi permette di accentuare di più le caratteristiche del frutto anche se necessita di più anni in bottiglia per raggiungere una certa rotondità e morbidezza. Credo molto nella tradizione locale anche se sono consapevole che questa per forza deve essere entro certi limiti arricchita dalle moderne conoscenza tecniche.

Dacci qualche numero sulla tua Azienda piccola ma densa di storia…La mia azienda a indirizzo viti-olivicolo si estende su circa dieci ettari, tre di vigneto, due di oliveto, uno di giaggioli e il restante diviso tra seminativo e boschi. Produco Vino Chianti Classico D.O.C.G, Vino I.G.T Toscana, Vino da Tavola, Olio Extravergine di Oliva e sono rimasto tra i pochi a coltivare il Giaggiolo (Iris Pallida) per l’industria dei profumi. Mi dedico in prima persona alla coltivazione dei miei terreni, con l’aiuto del mio babbo Giorgio e di altri familiari nei periodi della raccolta dei prodotti.

Campi di Giaggiolo (Iris Pallida)

Hai qualche aneddoto e ricordo a cui sei affezionato? Ero molto legato al mio nonno, anche se ci litigavo spesso perchè avevamo due caratteri simili quindi ho tanti ricordi di momenti belli vissuti in vigna lavorando con lui. Lui mi ha insegnato questo lavoro che poi, anche con gli studi, ho reso più moderno. Senza le sue lezioni pratiche ma anche teoriche di vita vissuta tra i campi oggi non saprei guidare la mia azienda.

Poesia, cucina e vino… cosa lega il tutto nel tuo cuore? A me piace definire il Chianti dove vivo come Poesia. Per me la poesia non è solo scrivere in versi ma può essere poesia fare vino, come può esserlo un buon piatto o un paesaggio. Sarà perché vivo in un territorio così bello che fin dall’adolescenza mi sono divertito a scrivere delle poesie, dei pensieri del cuore che prendono forma sulla carta. Poesia, cucina e vino sono tre parole che si fondono bene insieme e fanno parte di me e di questo territorio al quale sono molto legato.

Viti di Sangiovese

Chianti Classico Leonardo Manetti 2015: Un Sangiovese in purezza dal color rosso rubino con una bella massa colorante. Al naso il bouquet regala ancora sentori di gioventù, ma basta lasciargli qualche minuto ed ecco apparire il varietale schivo del Sangiovese. Il secondo naso è più immediato…marasca, frutti di sottobosco, lampone, ribes e note dolci. In bocca non tradisce, ed ecco freschezza e mineralità, ma c’è anche una buona componente glicerica che regala una facile e piacevole beva; i tannini sono dolci e delicati. Un vino che dà il suo meglio accostato ai tipici piatti della cucina toscana…partendo dai salumi per poi passare ai primi a base di carne e alla classica fiorentina, ma non delude nemmeno con un cacciucco o con il caldaro dell’Argentario.

Azienda Agricola Manetti Leonardo: contatti@leonardomanetti.com;

mobile +39 3288117607

Chianti Classico Leonardo Manetti 2015
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