New Generation Franciacorta: Joska Biondelli

Eleganti sale del Westin Palace di Milano hanno accolto la Franciacorta “New Generation”. Tra questi giovani produttori troviamo Joska Biondelli

La Franciacorta “New Generation” ha le idee chiare. Un movimento di giovani produttori che fin dal principio hanno deciso di valorizzare il territorio con il proprio lavoro, attraverso percorsi virtuosi ed all’insegna di un’etica rispettosa.

In questi anni grazie a studi approfonditi che sono stati condotti, come l’individuazione delle unità vocazionali effettuata dal Prof. Attilio Scienza all’inizio degli anni ’90, e poiché molti produttori stanno lavorando con il focus sul territorio, sono ormai chiare le caratteristiche del Franciacorta come vini dai tratti ben riconoscibili.

Joska Biondelli
Joska Biondelli

Tra questi troviamo Biondelli … Joska Biondelli. Tutto ha inizio 7 anni fa quando Joska decise di tornare a vivere in Italia per diventare produttore di vino. Fino al quel momento il giovane vigneron era stato un “head hunter” e lavorava a Londra nella City, ma ad un certo punto il richiamo della sua terra nativa fu più forte. Decide quindi di trasformare l’attività agricola di famiglia da conferitore di uve a produttore. Nasce così nel 2010 la Cantina Biondelli.

Satén Biondelli

Ed ecco la Cantina, a Bornato di Cazzago San Martino, nella parte della Franciacorta a Sud del Lago d’Iseo, dove i terreni sono certificati biologici. Cinque i vigneti, 10 gli ettari vitati e 3 i prodotti: Franciacorta Brut, Franciacorta Satèn e il Biondelli Brut Millesimato “Première Dame”.

I tratti distintivi dello stile Cantina Biondelli: prodotti eleganti, diritti, con dosaggi bassi e privi di note ossidative. I vini affinano unicamente in acciaio e si decide di millesimare solamente le annate eccezionali, l’ottima non è sufficiente, e con livelli elevati di acidità, quest’ultima garanzia di longevità.

La produzione è biologica a cui segue una vinificazione biologica. “Il tutto per cercare di prevenire o correggere gli inconvenienti dovuti ai processi ossidativi possibili nel corso della vinificazione e, soprattutto, della conservazione dei vini” afferma Joska, che ammette di non amare questa caratteristica degli Champagne. Sempre per la stessa ragione la sboccatura viene fatta circa tre o quattro volte l’anno per offrire prodotti sempre freschi.

Première Dame

La sublimazione della sua idea la troviamo nel Millesimato Première Dame. Un vino nature, a cui non vengono addizionati né zucchero, né liqueur, né solfiti . “Raccomando, infatti, di bere la bottiglia entro 6 mesi, massimo un anno dall’acquisto. L’onere della conservazione spetta al produttore e dunque quando immetto nel mercato una bottiglia devo far sì che quest’ultima sia già perfettamente fruibile. ” prosegue Joska Biondelli.

Première Dame” è un nome che è nato da più considerazioni: se da un lato è un omaggio alla Francia e alle “dames” dello Champagne, come Louise Pommery e Barbe-Nicole Clicquot che, d’altro canto si voleva specificare che si tratta di un vino che esce solamente in alcune formidabili annate, e che dunque come una “primadonna” si mostra poco. Ma “primadonna” è un termine che in italiano ha spesso un’accezione negativa, e quindi si è preferito Première Dame.

Première Dame
Première Dame

L’amore e la passione per la vigna traspare quando il giovane produttore parla dei suoi vini e della sua storia. Nelle etichette, create insieme al padre Carlottavio, è presente lo stemma dei Biondelli. Le origini della famiglia affondano nel patriziato cittadino di Piacenza, ai tempi del Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla. Durante il secondo conflitto mondiale Giuseppe Biondelli, Ambasciatore d’Italia, incrocia poi la Franciacorta. “La nonna Clemi veniva dalla famiglia dei Conti Maggi di Gradella, una famiglia bresciana da circa mille anni. – racconta il giovane imprenditore con tono pacato e un aplomb anglosassone – La nonna Clementina si sposa con il nonno, Giuseppe Biondelli, un pesarese che aveva girato il mondo perché faceva il diplomatico. Lei non voleva andar via da Brescia, e così il nonno comprò la casa in campagna che lei non aveva più perché era rimasta al fratello. La villa e il terreno agricolo, a Bornato, sono le stesse proprietà di cui mi occupo io oggi. Si può proprio dire che siamo arrivati in Franciacorta per amore e grazie alla nonna Clementina.”conclude Joska Biondelli.

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Che dire…la Cantina Biondelli è nata dall’amore e dall’amore per questa terra trae forza e ispirazione Joska un giovane produttore dall’aspetto fiero e dalle idee ben chiare.

Tramonto in vigna
Tramonto in vigna
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