Il Gruppo Italiano Vini, mercoledì 14 ottobre, al Westin Palace di Milano, si presenta per la prima volta con le sue punte di diamante. Una selezione di 12 vini che hanno ottenuto premi e riconoscimenti, nazionali e internazionali, a cui sono stati abbinati altrettanti IMG_3127premi Nobel italiani con citazioni, frasi e racconti. “Si tratta di un progetto speciale, nato e studiato per i nostri vini speciali” dice Roberta Corrà, Direttore generale del gruppo. “Si basa su un principio assolutamente oggettivo, perché le etichette selezionate sono state scelte dalle maggiori guide del settore”. La voce narrante dell’evento è stata quella di Giacomo Zito, impareggiabile “storyteller”. Presenti in sala Christian Scrinzi, Direttore enologico e di Produzione presso GIV, Casimiro Maule, direttore della Nino Negri, Sandro Cavicchioli, Presidente della omonima società, Laurent Bernard conte de la Gatinais Presidente dell’azienda vitivinicola siciliana Rapitalà, Alessandro Zanette, enologo dell’azienda Melini, Luigi Seracca Guerrieri, Brand Ambassador di Castello Monaci e Luisito Perazzo, miglior sommelier d’Italia 2005, che ha “dato voce” ai vari vini durante la degustazione.

Da questa serata quello che viene fuori è l’immagine di una realtà grande ma articolata, con elementi talvolta più artigianali di quanto si possa immaginare, che si evidenzia nella scelta di singoli vigneti o di un rigoroso rispetto per le tipologie e le tradizioni vitivinicole. I vini che sono stati scelti per far parte di questa selezione, delle vere eccellenze del Gruppo Italiano Vini, sono tutti dei fuoriclasse, e rappresentano il Gotha enologico nazionale. I Nobel, come vengono chiamati, sono il frutto di nove cantine, collocate in otto diverse Regioni, dalla Lombardia e dal Veneto fino alla Sicilia, passando per Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Basilicata e Puglia.

Si comincia dalla Valtellina, con lo straordinario Sfursat 5 Stelle (2011) e con il Valtellina Superiore Fracia (2011) della Nino Negri, grandi rossi longevi ed eleganti. Si continua con due grandi Amarone della Valpolicella, il Proemio (2008) della Santi e Le Origini (2009) di Bolla, veri capisaldi per la tipologia. La Cavicchioli di San Prospero, vicino Modena, propone il suo Lambrusco di Sorbara Rosé del Cristo (2011), ottenuto con il Metodo Classico, una vera rarità per questo tipo di vino. In Toscana, più precisamente nel Chianti Classico, ecco il Vigneto La Selvanella (2011), della Melini, un grande rosso da uve Sangiovese in ampia prevalenza, estremamente tradizionale, che deriva da un omonimo vigneto nel comune di Radda. Più a sud, nei Castelli Romani, ecco il Frascati Superiore Riserva Luna Mater (2014), di Fontana Candida, realizzato solo pochi anni or sono per la prima volta, con l’intento di recuperare la tipicità più autentica di una tipologia che negli ultimi tempi si era un po’ offuscata. Il Sud si apre con la Basilicata e con i due rossi della cantina Re Manfredi. L’Aglianico del Vulture Re Manfredi (2011), e Vigneto Serpara (2010), anch’esso con analoga denominazione. Grandi rossi, austeri e longevi, entrambi ai vertici qualitativi della loro tipologia da molti anni. Così come il Primitivo del Salento Artas (2013), un avvolgente rosso mediterraneo dai profumi speziati proposto da Castello Monaci. Il viaggio si conclude ad Alcamo, nella storica Tenuta Rapitalà, con vigneti che si adagiano su colline alte e morbide. Da qui provengono lo Chardonnay Grand Cru (2013), bianco maturato in piccole barrique di rovere, e l’Hugonis (2012), da Nero d’Avola e Cabernet Sauvignon in parti uguali, e dai profumi di mirtilli e liquirizia.

Vini che racchiudono in sé paesaggi incantevoli, diversissimi e affascinanti così come il lavoro e la passione delle persone che li creano. Vini diversi ma accumunati da grande personalità e indiscussa qualità.

Una costellazione di etichette da scoprire o riscoprire con il piacere di abbinarle agli aforismi dei Premi Nobel!

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