La Maremma grossetana è una terra felice, anche se non facile e, soprattutto, non ancora nota per i suoi ottimi spumanti. È con questa sfida che la Tenuta Casteani, nel Podere Fabbri a di Gavorrano (Grosseto), sarà presente al 50° Vinitaly di Verona padiglione 9 – A35 oltre che con la sua tradizionale produzione anche con una novità. È infatti al suo debutto Rusada Metodo Classico, uno spumante classico rosato di Sangiovese, 12 gradi, vendemmia del 2013, maturato sui lieviti per 16 mesi e sboccato in 1500 bottiglie solo nel febbraio scorso. «Avevamo nella nostra produzione uno spumante bianco di Vermentino metodo Charmat, ma abbiamo voluto spingersi oltre con un nuovo spumante. E i risultati di questa nostra impegnativa scelta ci danno ragione. Per questo vogliamo presentarla ad un appuntamento internazionale importante, selettivo e qualificante come il Vinitaly», ha detto Mario Pelosi, proprietario della Tenuta Casteani, ingegnere romano, che prima è diventato sommelier e poi, a 60 anni, ha conseguito una seconda laurea, in enologia, e l’ha messa a frutto nel 2002 quando, con la moglie Gloria, sommelier anche lei, ha deciso di investire in questa proprietà in Maremma. Sono 15 ettari rivolti verso il Tirreno che hanno letteralmente rivitalizzato una zona un tempo mineraria, a ridosso delle colline metallifere, poi abbandonata. Area ora rivalorizzata grazie alla nuova attività vitivinicola e turistica. I vitigni impiantati sono Sangiovese, Merlot, Alicante e Syrah per le uve rosse e Vermentino e Viognier per quelle bianche. «Il terreno di Maremma è difficile, ma non è sfruttato e, quindi, è da sviluppare. Qui la vite si esprime bene e dà ottimi vini, che cominciano ad essere riconosciuti ed apprezzati», ha aggiunto Pelosi. «Il principio fondamentale del nostro lavoro è quello di sviluppare una rispettosa agricoltura integrata, dove la qualità deve fare premio sulla quantità. Ed ecco eccellere pure la linea dei vini senza solfiti», ha detto Pelosi rilevando che «la forma di allevamento a spalliera, verticale, poco produttiva con circa 5.500 ceppi per ettaro, una bassa carica di gemme per ceppo, un ambiente pedoclimatico complesso, un terreno ricco ma duro, una contenuta produzione per ettaro di circa 70/80 quintali, sono indici e condizioni di
grande qualità dei vini. Ci dedichiamo prevalentemente ai vitigni autoctoni di Maremma, il Vermentino, il Sangiovese e l’Alicante. Ma il desiderio di sperimentare ci ha permesso di realizzare diversi progetti come il Piccabon, Vermentino spumantizzato con metodo Charmat, gli Spiriti Liberi, vini ottenuti senza aggiunta di solfiti, nonché il Syrah in giara», ha precisato l’imprenditore. L’azienda, fedele al rispetto ambientale, inoltre, autoproduce energia con un impianto fotovoltaico da 700 kW, irriga grazie alla raccolta dell’acqua piovana e ricicla gli scarti produttivi.

Author
Camilla Guiggi