Dopo l’assegnazione del “Premio al Territorio” l’associazione delle enoteche italiane parte alla scoperta del Collio.
Collio, un angolo di Friuli Venezia Giulia protagonista e guida del rinascimento del vino italiano: 1400 ettari in provincia di Gorizia, al confine con la Slovenia; vitigni autoctoni, Friulano, Ribolla Gialla e Malvasia e internazionali, Sauvignon, Chardonnay e Pinot Grigio. Un’area altamente vocata, cui l’associazione delle enoteche italiane, Vinarius, ha voluto assegnare il Premio al Territorio 2016, a riconoscimento di una invidiabile predisposizione naturale cui si aggiunge il fondamentale apporto dei produttori che, con la cura meticolosa dei vigneti, tutelano l’ambiente ed impreziosiscono i paesaggi.
Il premio è stato consegnato da Vinarius durante la cena di gala del 23 maggio presso La Subida. Vinarius ha individuato tre personalità emblematiche del territorio che, per la loro vita, per la loro carriera professionale, per il loro sentire, per tutto ciò che hanno fatto e per come lo hanno fatto, impersonano il Territorio, diventandone le “mani” che ricevono ufficialmente il premio. I personaggi che rappresentano il Collio sono:
Carlo Rubbia: premio Nobel per la Fisica nel 1984 “Per il suo contributo decisivo ad un grande progetto che ha portato alla scoperta delle particelle W e Z, comunicatori di interazioni deboli”. Motivazione: Per il fondamentale contributo dato alla ricerca italiana, nel continuo tentativo di arricchire la preparazione e la produzione scientifica come ricercatore dedito, attento, curioso ed entusiasta di una carriera oggigiorno sempre più difficile da intraprendere, e per aver reso importante, non solo con il Premio Nobel, il nome del nostro Paese e di questo territorio.
Matteo Oleotto: ha diretto e prodotto come opera prima un delicatissimo film, “Zoran, il mio nipote scemo” che si svolge proprio nelle frasche del Collio, a cavallo fra Italia e Slovenia. Il film ha vinto numerosi premi fra cui quello del pubblico al Festival di Venezia. Fra tutti gli artisti e personaggi estranei al vino che la zona possa esibire, solo lui, forse, lega il lancio della sua carriera al vino del Collio. Motivazione: Per aver raccontato con ironia dissacrante, ma anche tanto affetto, le bellezze segrete di questa terra di confine, con le sue imprecazioni in dialetto, le colline a vigneto che dominano il paesaggio, le bettole alticce e il vino locale che fa parte così integrante della vita del Collio.
Paolo Antoniazzi: agronomo, enologo, fitopatologo, ha speso la sua vita al servizio della vite e del vino. Persona di grande cultura viticola, dal 1985 si occupa di lotta integrata e produzione biologica, dedicandosi al tema da precursore, in tempi dove solo una sparuta minoranza conosceva questi argomenti ed era consapevole della loro importanza. Motivazione: Per aver avuto la meritoria intuizione di realizzare in seno al Consorzio Collio per primo in Italia il servizio di lotta guidata, dimostrando una squisita ed anticipatrice sensibilità riguardo ai temi del rispetto della natura e dell’ambiente.
Al termine delle premiazioni ufficiali è stato consegnato anche il Premio Vinarius alla carriera ad Antonino Trimboli, una vita a far conoscere agli italiani le eccellenze enologiche francesi, Burton Anderson giornalista americano che per primo ha dedicato libri in inglese dedicati esclusivamente ai vini italiani, e Giorgio Grai leggendario enologo bolzanino.
Quest’anno Vinarius ha assegnato il riconoscimento a Josko Sirk con la seguente motivazione: Ristoratore che ha sempre valorizzato e promosso le eccellenze del Collio, divenendo vero e proprio appassionato divulgatore della qualità del suo territorio.