Marche, terra di Verdicchio, qui nella zona di Matelica, sorge Borgo Paglianetto, un’azienda vinicola nata nel 2008 dalla fusione di due cantine storiche. La sua storia affonda le radici nella lunga tradizione vitivinicola del territorio, che si dice risalga all’epoca romana, ed è incentrata sulla produzione di Verdicchio di Matelica. La tenuta, con i suoi 25 ettari, è nata con l’obiettivo di valorizzare il Verdicchio e altre produzioni locali, puntando sulla qualità e sulla valorizzazione di questo territorio unico.
Ma che differenza c’è tra il Verdicchio di Matelica e quello di Jesi? Il primo è coltivato in una valle più interna, con maggiori escursioni termiche, quindi maggiori profumi, più slanciati e minerali, con acidità più spiccata e struttura più corposa. Il Verdicchio dei Castelli di Jesi, invece, è prodotto più vicino al mare, con un clima più mite, e tende ad essere più morbido, fruttato e sapido.
Borgo Paglianetto punta sul Verdicchio, che viene valorizzato per le sue caratteristiche uniche e per il suo legame profondo con il territorio. L’azienda si trova nella valle tra Fabriano e Camerino, in un’area con un microclima particolare grazie all’orientamento dei vigneti lungo l’asse nord-sud, che contribuisce alla qualità dei vini. L’approccio è sartoriale. I vini non inseguono mode, ma parlano un linguaggio di equilibrio e misura. Nessuna concessione a eccessi di legno, nessuna malolattica spinta, nessun intervento che possa alterare la tensione naturale del Verdicchio. Solo la ricerca della forma più pura possibile.
Portavoce dell’azienda è Vertis Verdicchio di Matelica DOC, espressione più “pura” del vitigno di appartenenza, il nome viene dal latino “vertere”, “il punto più alto”. Le uve provengono dai vigneti più longevi, con una vinificazione che non è mai cambiata nel corso degli anni fin dalla prima vendemmia 2007. due anni di evoluzione e caratteristiche che permettono di riconoscere in maniera inconfondibile il Verdicchio di Matelica.
Un vino che un bell’equilibrio fra acidità, mineralità e sapidità, data dai terreni situati in una vallata con esposizione nord- sud, che beneficia della giusta esposizione solare, e dalla presenza fossile calcarea.
Vertis la Verticale
A Milano Borgo Paglianetto ha organizzato una bellissima degustazione, condotta da Cristina Mercuri, per mostrare come il Verdicchio sia un vino versatile e trasversale, amato anche all’estero e con un nome facile da pronunciare. Otto annate di Vertis Verdicchio di Matelica DOC 2011, 2013, 2017, 2018, 2019, 2020, 2021e 2022.
Una verticale per festeggiare 15 anni di vendemmie dalle grandi soddisfazioni. Fermentazione a temperatura controllata in serbatoi inox e affinamento di 15 mesi in serbatoi inox a cui segue un riposo di 4 mesi in bottiglia.
Vertis 2011: annata abbastanza calda e asciutta, tende a dare più potenza a primo impatto, rispetto a annate più fresche, un approccio più frontale. Al naso una leggera nota di terziarizzazione, normale per un vino che ha più di 10 anni, ma ancora guidato da sentori primari. Bellissima la parte citrica, frutta leggermente candita, un tocco di floreale, fiori di campo, fieno, poi la parte verde, tipica del Verdicchio, e una leggera nota di mandorla sul finale. Il sorso esprime una bella rotondità con acidità ben integrata, ancora vibrante e leggermente amaricante sul finale proprio per sottolineare quanto questo sia un vino gastronomico.
Vertis 2013, unica annata servita in 0,75. Al naso una bella nota fresca e salina, ricordi di mela verde e citrus. Un’annata piovosa all’inizio, ma poi comunque calda e con buone escursioni termiche che mantiene tutto più croccante. L’acidità ben slanciata richiede al vino più tempo per essere apprezzato; adesso con questi vent’anni alle spalle possiamo apprezzare il bouquet che regala quella nota verde e speziata tipica del Verdicchio, vibrante e salino il finale. Rispetto al precedente, che era più d’impatto e di potenza, questo è un pochino più di nerbo e nervoso e si allunga sul finale.
Vertis 2017 annata più calda e asciutta. Al naso già si sente che il frutto è più maturo e più caldo, c’è di nuovo quella parte di erba secca, di fieno che parla di un’annata calda. Al sorso perde la vibrazione della precedente e guadagna in glicerina e in rotondità, come la 2011 un’annata più di muscolo, potenza e frontale, ma poi si lascia abbracciare con questa acidità rinfrescante.
Vertis 2018 inverno e primavera piovosi, acidità totale molto elevata e questo è interessante nell’evoluzione del vino. Nonostante sia più giovane degli altri ha comunque già una sua complessità, una sua evoluzione anche se i profumi primari rimangono ancora ben definiti e precisi. Un’acidità che rimane fresca e rinfrescante e sul finale una bella nota salina. Un vino “molto succoso”.
Vertis 2019 un’annata soleggiata, luminosa, calda che regala vini precisi, al naso estremamente definiti nel frutto, ritorna la parte agrumata, la mela verde, con un frutto ancora croccante, sul finale una leggerissima nota di fogliolina di limone e di foglie di arancia. Acidità sempre vibrante e sempre succosa che fa sì che il gusto del vino sia estremamente preciso.
Vertis 2020 una bella annata con grandi escursioni termiche, inverno con temperature superiori alla media e un inizio primavera piovoso e fresco. Un naso super savory, con una bellissima nota salata, di pietra focaia che ricorda un po’ il terreno bagnato e poi di nuovo il cedro, lemon grass e buona acidità. Un vino che potremmo definire “super divertente” assertivo e riservato.
Vertis 2021 un’annata piovosa all’inizio poi molto asciutta e calda, avendo avuto le riserve idriche della primavera le piante non hanno avuto nessun tipo di stress. Un naso ancora molto nervoso, chiuso e un pochino austero. Una riservatezza che fa trasparire una freschezza “limonosa” e lemon grass, un vino che arriva e si posiziona al centro del palato con grande concentrazione e muscolo, che rimane fino alla fine senza perdersi.
Vertis 2022: una bellissima annata un po’ ovunque, estremamente regolare con grandi escursioni termiche. La 2022 è quell’annata tipica che riesce a fare vini giovani già approcciabili, ma che durano nel tempo. Un vino molto preciso con grande succosità che si apre e mostra definizione ed una estrema pulizia al palato, slanciato ma non aggressivo. Il sorso è pieno e si allarga leggermente nel palato e poi si allunga con tutta calma. Un calice estremamente bevibile oggi, ma che nasconde grande profondità e che non avrà problemi ad affrontare lo scorrere del tempo.
Costo circa 24,00 euro
Borgo Paglianetto è anche un luogo di esperienza. Degustazioni guidate, passeggiate tra i filari, eventi dedicati: ogni momento diventa un’occasione per vivere l’essenza della valle, tra natura, cultura e piacere. L’ospitalità è pensata come estensione naturale della filosofia produttiva: far dialogare il vino con il paesaggio e con l’arte di ricevere.







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