La Battagliola sfumature di Lambrusco

La Battagliola: un sorso di Lambrusco a Milano

Lambrusco, un vitigno tanto conosciuto quanto sconosciuto, può sembrare un gioco di parole, ma non lo è. Tutti sappiamo, o abbiamo sentito parlare del Lambrusco, quel vino vivace, dall’odore vinoso, spesso amabile che si trova a prezzi bassi… un vino da vecchia osteria.

Ma questa non è più la visione moderna dei nuovi produttori di Lambrusco e di sicuro non è l’idea di Alberto Salvadori titolare dell’azienda La Battagliola.

Emiliano Falsini, Alberto Salvadori e la figlia Beatrice
Emiliano Falsini, Alberto Salvadori e la figlia Beatrice

Ma facciamo un passo in dietro, Alberto Salvadori, terza generazione di spedizionieri internazionali, per gran parte della sua vita ha condotto l’impresa famigliare paterna che, il 16 aprile 2019, ha compiuto un secolo di vita. Oggi la Fratelli Salvadori è gestita dal figlio maggiore Tommaso che rappresenta la quarta generazione.

Nel 1999, dopo la scomparsa della madre Anna Maria, eredita il podere di Piumazzo: La Battagliola. Questa era nata come Podere, ad opera del nonno materno Goffredo nel 1921, poi riconvertito completamente a seminativo.Questa realtà sembrava uno spreco ad Alberto che decise di far diventareLa Battagliola il suo sogno: un piccolo gioiello a cui avrebbe fatto esprimere tutta la sua vocazione vinicola.

La Battagliola si estende per 26 ettari nella Provincia di Modena nel comune di Castelfranco, in Emilia, inserita nella zona DOC Castelvetro. Tra il 2001 e il 2008 vengono piantate le prime centomila barbatelle di Lambrusco Grasparossa.

In vigna si osserva la massima attenzione ricercando una bassa resa. Si utilizza il cordone speronato, con una potatura a due gemme sole per sperone per limitarne la produttività. L’impianto è strutturato per svolgere le lavorazioni di diserbo meccanicamente, escludendo la chimica dal sotto filare. Esposizione perfetta,  terreno magro e ghiaioso conferiscono maggior eleganza, corpo e complessità al vino. In cantina le vinificazioni avvengono a temperatura controllata, seguendo il protocollo del metodo Charmat, le fermentazioni sono lente e controllate.

I vini by La Battagliola
I vini by La Battagliola
Tradizione e rinascita: il Lambrusco è tornato

«Non seguiamo la moda del “Big Bubble“, proponiamo un Grasparossa legato alla tradizione – spiega Alberto Salvadori durante una degustazione a Milano -siamo lontani dal concetto anni ottanta del Lambrusco della “massima resa e basso costo”. Il vitigno Lambrusco rinasce, acquista una veste nobile e un nuovo splendore».  La Battagliola è un piccolo gioiello che nasce da un sogno che non ammette compromessi, questo il pensiero di Alberto Salvadori ora coadiuvato, nella gestione aziendale dalla figlia Beatrice, giovane Donna del Vino.

L’enologo Emiliano Falsini, che segue l’Azienda dal 2015,ci spiega la scelta del Lambrusco Grasparossa, una varietà selvaggia, scorbutica, anticonformista, che non può e non deve essere addomesticato. Deve mantenere le caratteristiche territoriali che lo rendono unico e ambasciatore nel mondo, senza scendere a compromessi.

Il Grasparossa è un vitigno di non grande vigoria vegetativa; color rosso rubino intenso, con riflessi violacei e spuma evanescente con orli della medesima tonalità; profumo vinoso, intenso, fruttato, fragrante, complesso, che ricorda anche l’aroma dell’uva. In bocca sapido, armonico, fresco, leggermente fruttato e con un piacevole retrogusto amarognolo. Si abbina splendidamente ai primi piatti di carne, paste al forno, arrosti, salumi, formaggi e più in generale con tutti i piatti della tradizione emiliana.

Gramigna, ragù e Lambrusco
Gramigna, ragù e Lambrusco

Due sono i Lambruschi prodotti dall’Azienda: La Battagliola Dosage 15 e La Battagliola Dosage 30 che si differenziano per il residuo zuccherino che da’ anche il nome ai due vini.

Successivamente si è deciso di impiantare un altro autoctono il Pignoletto per produrre uno Spumante DOC Pignoletto. Un prodotto piacevolissimo con una discreta struttura e con un bouquet che va dal floreale alle erbe aromatiche con una buona mineralità. Infine ecco il San Giovo, Sangiovese di Romagna Superiore, che fa un affinamento in contenitori di acciaio e cemento per circa 8 mesi. Un Sangiovese romagnolo con tipici sentori di violetta, ribes e frutti rossi, in bocca è fresco e vibrante quasi croccante.

San Giovo, Sangiovese di Romagna Superiore
San Giovo, Sangiovese di Romagna Superiore

Tutti i prodotti esprimono una grande raffinatezza e territorialità, il Lambrusco, in particolare, sfata il mito di vino banale, ma anzi, soprattutto il Dosage 15 regala una buona beva con una leggera tannicità finale che lo rende piacevolissimo.

 

 

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