Aquila del Torre è un’azienda familiare. Tutto inizia nel 1996 quando Claudio Ciani acquistò l’Azienda oggi gestita dal figlio Michele, che, oltre a continuare la tradizione del passato, ha deciso di avvicinarsi ad un’agricoltura rispettosa dell’ambiente, in grado di esprimere tutte le sfumature di un territorio dalle caratteristiche uniche.


L’azienda si trova nella parte più settentrionale della denominazione Friuli Colli Orientali, ed è distribuita su tre colline a est del villaggio di Savorgnano del Torre in provincia di Udine. Il microclima in questa zona è caratterizzato da importanti escursioni termiche, temperature più miti ed una maggiore piovosità.
L’azienda conta 18 ettari vitati in zona collinare disposti su scoscesi pendii che formano uno splendido anfiteatro circondato da boschi. Per agevolare la coltivazione manuale, assicurare alle viti un’esposizione ottimale e gestire un perfetto drenaggio delle acque, il versante della collina è stato profilato con piccoli terrazzamenti, sui quali dimora un solo filare per banchina.
Un territorio vocato alla produzione di vini bianchi, con orientamento a est troviamo il Sauvignon Blanc, a ovest il Friulano e sulla cresta della collina troviamo il Picolit e il Riesling Renano che occupa la parte più alta del pendio, a 350 metri sul livello del mare. Nel suolo di questo vigneto lo strato di roccia madre è affiorante ed è in grado di influenzare notevolmente, con la sua composizione chimica, le qualità organolettiche del vino. Le varietà rosse, Merlot e Refosco dal peduncolo rosso, sono piantate nel cuore dell’anfiteatro e sul girapoggio della collina esposta a sud.
Il suolo di questo territorio è costituito da flysch, una successione di rocce sedimentarie di origine eocenica, caratterizzata da strati di arenaria, calcari marnosi, marne, marne argillose e depositi calcarei-alluvionali, che tendono a compattarsi.
Il rispetto della biodiversità
Dal 2013 l’azienda Aquila del Torre ha messo in atto pratiche biodinamiche e ottenuto la certificazione da agricoltura biologica. Le piante hanno bisogno di un ambiente ricco nella sua biodiversità: un terreno vitale, gli animali e l’uomo collaborano attivamente all’equilibrio di questo sistema.

In vigna si semina a mano e si lavora con l’aiuto dei cavalli, che integrano l’utilizzo degli attrezzi meccanici. Passeggiando nella tenuta è possibile scorgere due gruppi di arnie posizionate sul confine tra vigneto e bosco. La lavorazione del terreno e il mantenimento della fertilità del suolo sono i capisaldi di tutta la gestione agronomica dell’azienda. L’utilizzo di attrezzature specifiche per l’arieggiamento del suolo e la buona pratica agronomica del sovescio permettono l’accrescimento radicale delle viti per intercettare gli strati di flysch più profondi.
L’età media dei vigneti è di circa trent’anni, le vigne storiche di Friulano e Picolit risalgono agli anni ’60, le uve vengono raccolte manualmente a seconda del grado di maturazione e vinificate separatamente. In cantina prosegue il lavoro di attenzione con una trasformazione rispettosa nell’intento di esaltare le caratteristiche pedoclimatiche di ciascun vigneto.
«I vini sono prodotti in maniera tale da sentire nel calice il cosiddetto “effetto Savorgnano”. Le uve bianche sono pressate in maniera soffice, a grappolo intero, e la vinificazione è separata per appezzamento. I vini bianchi escono sul mercato solo quando sono maturi. Le uve rosse subiscono delicate macerazioni, e cerchiamo di estrarre la parte più fine. Anche per i vini rossi la pazienza è fondamentale» spiega Michele Ciani.
In cantina si preferiscono contenitori di materiale poroso e con effetto neutrale sul contenuto per enfatizzare le differenze varietali e l’origine territoriale. Nel corso degli ultimi anni, ai classici serbatoi in acciaio inox, sono stati affiancati contenitori in rovere di più passaggi e vasi vinari in cemento crudo. La vinificazione con lieviti indigeni, attraverso la tecnica del “pied de cuve”, e la permanenza prolungata sulle fecce fini sono i punti fermi nelle attività di cantina.

Degustazione con il produttore
At Friulano – Friuli Colli Orientali DOC 2019: Friulano,fermentazione spontanea con lieviti indigeni prevalentemente in vasche di cemento; affinamento sui lieviti per circa 9 mesi. Il naso regala note fruttate, leggere sfumature di erbe aromatiche e ricordi minerali; il sorso è sapido, con una discreta freschezza e un finale piacevolmente ammandorlato. Perfetto con piatti a base di asparagi e pesci delicati.
At Oasi Bianco 2018: ottenuto dal vitigno Picolit senza appassimento. Fermentazione spontanea con lieviti indigeni in carati di rovere francese e 12 mesi di affinamento sui lieviti. Il bouquet è accattivante e complesso, si parte dal floreale, glicine, agrume dolce, pesca, tocchi speziati di vaniglia, anice e pepe bianco con sfumature mentolate. Il sorso è morbido, sapido, con una buona freschezza e una bellissima PAI.
Un calice che regge perfettamente preparazioni importanti come baccalà, risotto all’ortica e perché non provare con qualche piatto della cucina orientale.
At Refosco dal Peduncolo rosso – Friuli Colli Orientali DOC 2018: Refosco dal Peduncolo Rosso, fermentazione spontanea con lieviti indigeni, macerazione in fermentini di acciaio inox, malolattica in cemento. Un calice dal naso fruttato e speziato, piccoli frutti a bacca nera, mirtillo, açai, tocchi speziati come liquirizia, china dolce e lentisco. La bocca è piacevole con un tannino fine, ma ben presente, con una sapidità “dolce” e una buona freschezza. Un calice che lascia spazio agli abbinamenti, da preparazioni a base di carne, formaggi semi stagionati e risotti.

Le etichette tra natura e fantasia
Nel 2009 le classiche etichette lasciano il posto a quelle nate dalla collaborazione tra Michele Ciani ed il grafico Davide Bevilacqua: essenziali, simboliche e fortemente riconoscibili. Tutte le etichette aziendali rappresentano in pieno la filosofia della famiglia Ciani: la natura non richiede sovrastrutture, è completa e complessa nella sua semplicità.
Nel Friulano possiamo osservare l’ombra del profilo femminile dalla folta capigliatura che ricorda le radici o i rami di un albero selvatico: un’etichetta che emoziona e trasmette un messaggio, che con pochi tratti evoca un intero mondo. Nel Refosco dal Peduncolo rosso ritroviamo un profilo colloidiano… un lungo naso che ricorda un tralcio o una radice. Nel Oasi Bianco ritroviamo quasi uno spirito della natura con attorno i soffioni che nel linguaggio dei fiori simboleggia la forza, la speranza e la fiducia.
Concludendo possiamo dire che i vini di Aquila del Torre o semplicemente At sono vini che rispecchiano sia il produttore che il terroir legati tutti da una bellissima sapidità e note speziate, vini che possono sembrare semplici ma mai banali. Una vera rivelazione il At Oasi della Torre bianco ottenuto dal vitigno Picolit senza appassimento dietro il quale c’è tutto un progetto per il futuro.