Castello Bonomi e il suo “credo” nell’Erbamat

 Castello Bonomi, in Franciacorta, sorge alle pendici del Monte Orfano, in uno spettacolare anfiteatro naturale nel comune di Coccaglio. Ventiquattro ettari, circondati da un parco secolare, si sviluppano a gradoni fino a raggiungere i 275 m s.l.m. ancora recintati da un muro a secco che risale a metà Ottocento.

Il metodo Castello Bonomi

Castello Bonomi, fa parte del gruppo Casa Paladin, diretta con garbo e lungimiranza da Roberto e Carlo Paladin. In Franciacorta si avvalgono della consulenza del Prof. Leonardo Valenti, docente dell’Università Statale di Milano, mentre in cantina è lo chef de cave Luigi Bersini a seguire passo per passo ogni fase della produzione.

Sissi Baratella e Luigi Bersini

I vigneti sono suddivisi in 24 diversi cru, vendemmiati e vinificati separatamente, in modo da esaltare, attraverso le micro parcellizzazioni, le caratteristiche e l’identità di ogni lembo di terra.

Castello Bonomi non è solo tradizione, infatti è una delle cinque aziende che dieci anni fa decise di appoggiare il Consorzio di Tutela nella più grande sfida intrapresa dal territorio: recuperare e valorizzare l’antico vitigno autoctono bresciano Erbamat. Fu Agostino Gallo, agronomo italiano del Cinquecento, che nel 1564 citò l’Erbamat nel libro “Le vinti giornate dell’agricoltura et de’ piaceri della villa” definendolo (al tempo “albamate”): «Albamate, atteso che fanno vin più gentile d’ogni altro bianco: ma perché tardano à maturare, non è perfetto sin’al gran caldo, & più quando ha passato un anno».

L’attenzione del Consorzio Franciacorta nei confronti dei vitigni storici bresciani inizia nel 2009 quando si sono susseguite indagini e sperimentazioni al fine di individuare quale, tra i vecchi vitigni, si prestasse alla spumantizzazione. L’Erbamat si dimostrò essere il più interessante per il suo profilo aromatico sostanzialmente neutro, il ciclo vegetativo medio-lungo e la buona tenuta del tenore acidico.

Erbamat Castello Bonomi

La Direzione generale Agricoltura della Regione Lombardia con un decreto 23 dicembre 2010, ha inserito l’Erbamat nell’elenco delle varietà coltivabili in Lombardia e il Consorzio di Tutela Franciacorta affidò al gruppo di lavoro di Leonardo Valenti uno studio per valutare le caratteristiche di questo vitigno con due finalità: compensare gli effetti dei cambiamenti climatici sulla qualità dei vini e valorizzare una viticoltura di territoriodove il patrimonio di autoctoni gioca un ruolo importante.

Grazie al sovrainnesto di alcuni filari di viti nelle cinque aziende sperimentali, già nel 2011 si ebbe una prima produzione di Erbamat. Castello Bonomi fu l’unica a spumantizzare l’Erbamat in purezza e, per questa scelta, è oggi l’unica azienda a disporre di una verticale di annate dalla 2011. Oggi l’Erbamat è previsto dal disciplinare del Franciacorta nella misura massima del 10%.

Vigneto Erbamat Castello Bonomi

Castello Bonomi, che crede fortemente in questo vitigno, produce “Cuvée 1564” un vino senza Denominazione Franciacorta, ed è un uvaggio di circa 30% – 40% Erbamat, Pinot nero e Chardonnay, in cui si coniuga l’acidità dell’Erbamat, la struttura del Pinot Nero e l’eleganza dello Chardonnay. L’uva viene pressata intera e la resa non supera il 50%, segue la fermentazione e l’affinamento in acciaio a temperatura controllata. Successivamente i vini vengono mantenuti sulle fecce fino all’arrivo della primavera successiva. Grazie al controllo delle temperature, non viene effettuata la fermentazione malolattica e l’affinamento in bottiglia è di almeno 48 mesi. Nel calice si presenta giallo paglierino, il bouquet è intrigante fiori freschi e agrumi dolci, come lime e cedro, nel bicchiere poi si evolve in note di frutta matura, mapo e mela cotogna, in bocca è fresco e sapido. Un sorso verticale preciso e netto, che stimola e invoglia la beva.

Cuvée 1564

Franciacorta Cuvée 1564 Brut Nature 2017, presentato in anteprima a Vinitaly; 10% Erbamat, 45% Chardonnay e 45% Pinot Nero un uvaggio che potrebbe essere il futuro del Franciacorta, secondo il Consorzio. Un vino ancora estremamente giovane, che rispecchia l’annata e soprattutto il territorio. Complesso, variegato, giovanissimo, ma che regala già una beva facile e piacevole, sapido e con una freschezza stuzzicante.

Ed ecco che grazie alle sue particolari peculiarità, come la grande acidità malica, l’Erbamat risulta essere un vitigno adatto a lunghi affinamenti, garantendo un prodotto destinato ad evolversi nel tempo. La riscoperta di questo vitigno può essere una buona occasione sia per valorizzare il territorio franciacortino, sia per sopperire ai cali della freschezza dovute al rialzo delle temperature.

Emanuele Vescovo e Sissi Baratella di Winepedia.it insieme a  Roberto e Carlo Paladin
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