Continua la visione avanguardista di Graziano Prà tra le colline del Soave e nella sua azienda vitinicola di Monteforte d’Alpone (Verona) presenta Colle Sant’Antonio 2018. Disponibile in un’edizione limitata di circa 3000 bottiglie, Colle Sant’Antonio è un Soave prodotto da uve provenienti da tre diversi cru dell’azienda. In seguito alla selezione delle singole vigne da parte di Graziano, si procede ad inizio vendemmia con la tradizionale tecnica del taglio del tralcio, che permette un leggero appassimento in vigna.

“Colle Sant’Antonio è un vino che va atteso con pazienza in cantina e frutto di una scrupolosa ricerca all’interno delle nostre uga, dicitura che nel Soave indica i cru – spiega Graziano Prà. Nel corso degli anni, grazie a microvinificazioni separate, abbiamo individuato le tre zone migliori Ponsara, Froscà e Foscarino, all’interno delle quali selezioniamo vigne vecchie, che vanno dai 50 ai 70 anni d’età.”
Il cru Ponsara si distingue per essere una zona fresca, ventilata e ricca d’acqua, in grado di donare al vino una buona acidità e tensione, Froscà è la zona rivolta a sud e di matrice vulcanica che garantisce la presenza di note più sapide, mentre Foscarino, esposto ad est, è quello che dona corpo al vino.
Dopo la diraspapigiatura e una pressatura soffice, il vino fermenta a 13°C e viene lasciato affinare in una botte grande di rovere di Allier da 30 ettolitri per i successivi 18 mesi.
Anche per la sua etichetta più pregiata Graziano Prà non poteva che scegliere il tappo a vite, su cui l’azienda scommette da tempo. Questa chiusura garantisce il perfetto mantenimento qualitativo del vino e ne assicura un lento affinamento, che esalta le caratteristiche delle tre uga, dell’annata e della mano del vignaiolo.
Il Colle Sant’Antonio si presenta di colore giallo intenso. Il bouquet è di frutta a polpa gialla matura, cannella, vaniglia fresca, miele di acacia e castagno. In bocca la sua freschezza dà equilibrio all’ampio corpo e nel finale emergono note di mandorla tostata dolce e albicocca candita. Il valore terziario dovuto agli affinamenti nei legni di rovere francese alimenta la complessità gustativa, aumentandone persistenza e rotondità.
Il vino è ideale abbinamento ai piatti della tradizione veneta come sarde in saor, fegato alla veneziana, baccalà alla vicentina e si sposa molto bene l’uovo al tartufo e formaggi stagionati ed erborinati.