Il Pinot Nero secondo Torrevilla

Il Pinot Nero secondo Torrevilla: dopo il Metodo Classico ora si pensa alla versione ferma

Se si parla di Pinot Noir si pensa subito alla Francia o, al massimo, all’Alto Adige, ma quasi mai all’Oltrepò Pavese, che è uno dei maggiori produttori.  E se mettessimo a confronto un Pinot Nero di questa zona con altri provenienti da Nuova Zelanda, Borgogna o Alto Adige? È quello che ha deciso di fare l’Azienda Torrevilla di Torrazza Coste: 6 campioni di Pinot Noir, 6 calici rigorosamente alla cieca, stessa annata e stessa fascia di prezzo e tra questi calici un’etichetta di Torrevilla.

Una sfida fortemente voluta da Massimo Barbieri, dal direttore Gabriele Picchi e dal professor Leonardo Valenti, consulente della Cantina per la parte agronomica ed enologica. Il confronto non fa paura se può essere uno spunto per migliorarsi e vedere come lavorano, in maniera oggettiva, gli altri. A questa tavola rotonda sono stati chiamati i comunicatori del mondo del vino, perché proprio loro dovrebbero essere i più oggettivi possibile senza essere influenzati da etichette, provenienza o costo.

campioni in degustazione

Sicuramente non c’erano i grandi Pinot Neri blasonati, cupi aristocratici e dotati di grande eleganza, ogni campione aveva una propria personalità, con pregi e difetti. In sequenza i campioni in degustazione erano: Pinot Noir di Greywacke (Marlborough, Nuova Zelanda, 15-18 euro); Santenay Charmes Aoc di Domaine Roger Belland (Borgogna, Francia, 25-30 euro); Blauburgunder Pinot Nero di Falkenstein (Alto Adige, 15 euro); Pinot Noir Riserva 110 La Genisia di Torrevilla (10 euro più Iva); Bourgogne Hautes-Côtes de Nuits “Les Dames Huguettes” e il Chambolle Musigny “Le Village” di Domaine Bertagna, Borgogna (rispettivamente circa 25 e 50 euro, sempre Iva esclusa).

svelati i campioni in degustazione

Il Neozelandese copiava un po’ i francesi con qualche puzzetta di pollaio, Santenay Charmes aveva qualche sentore di lattico, il Blauburgunder di Falkenstein era fruttato e lineare, Pinot Noir Riserva 110 La Genisia risultava con sentori un po’ grossolani, Les Dames Huguettes regalava una piacevolezza di beva immediata con sentori fruttati ed infine Chambolle Musigny “Le Village” in prospettiva era il più longevo e aggraziato.

Sicuramente nessuno si aspettava che La Genisia di Torrevilla risultasse il migliore, ma neppure il peggiore si è piazzato al centro… c’è molto da fare affermano Gabriele Picchi e il professor Leonardo Valenti, l’obbiettivo è ottenere un Pinot Nero che abbia delle precise caratteristiche riconducibili al terroir dell’Oltrepo’ Pavese. Alla domanda “Quali dovrebbero essere” ci risponde Gabriele Picchi: “Il nostro Pinot Nero dovrebbe avere un colore un po’ più scuro e concentrato, un buon fruttato e una buona eleganza”.

Pinot Nero secondo Torrevilla

In Oltrepo’ Pavese sicuramente il Pinot Nero ha trovato una sua culla, perfetto come base spumante e non solo. Lo dimostrano gli studi della zonazione che Torrevilla ha avviato insieme al progetto di valorizzazione dei vitigni e dei terroir per i propri soci. Sicuramente sugli spumanti, che sono vini tecnologici, siamo a buon punto, spiega il professor Leonardo Valenti, mentre sui rossi c’è ancora molto da fare e ne siamo consapevoli. “Abbiamo voluto coinvolgere la stampa di settore per questa degustazione alla cieca per capire la situazione attuale di Torrevilla per quanto riguarda il Pinot Nero vinificato in rosso – commenta il Presidente Massimo Barbieri – pur essendo consapevoli dei nostri limiti”.

Leonardo Valenti,Massimo Barbieri e Gabriele Picchi

Pinot Noir Riserva 110 La Genisia di Torrevilla ha un colore rosso cupo, dato da una maggior maturazione essendo quello più a Sud, al naso un alcool non ben integrato, tra cui si facevano largo sentori di frutta matura a bacca scura, cassis, mora e visciola, sentori un po’ ruvidi. La corrispondenza gusto olfattiva sottolinea tale disarmonia; il tannino ellagico un po’ troppo evidente che nemmeno la componente glicerica e alcolica riescono a contrastare. Forse un campione che preso da solo è anche piacevole, ma se confrontato all’eleganza dei due vini di Domaine Bertagna, risulta un po’rustico.

Non ci resta che aspettare la prossima degustazione e intanto sorseggiare la Riserva 110 Pinot Nero La Genisia Nature Brut che sicuramente ha una piacevolezza ben maggiore del suo fratello vinificato in rosso.

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