Il Sangiovese in tutto il suo splendore, firmato Ciacci Piccolomini d’Aragona!
Mercoledì 9 marzo presso il Ristorante VUN del Park Hyatt Milano si è svolta una degustazione dei vini Ciacci Piccolomini d’Aragona; “mattatore” della serata Luca Gardini, insuperabile nel comunicare ai presenti l’anima dei vini.
La Tenuta Ciacci Piccolomini d’Aragona, ubicata a sud ovest nel comune di Montalcino, si estende nelle immediate vicinanze del borgo medioevale di Castelnuovo dell’Abate e della famosa abbazia romanica di S. Antimo risalente al XI° sec. d.C.
Centosettanta ettari, tra vigneti, oliveti, seminativi, pascoli e boschi; incastonata tra il Poggio d’Arna ed il fiume Orcia che delimita i confini ad est, offre un panorama unico delimitato sullo sfondo dal tipico profilo del Monte Amiata. I profumi, la fauna selvatica ed i casali sparsi a valle fanno poi da cornice naturale alla tranquillità di questi luoghi.
“Ciacci è Ciacci“, esordisce Luca, presentando così Paolo Bianchini, ex ciclista professionista, erede della famiglia, che entra a far parte della realtà della storica azienda già dal 1985. Paolo subentra al padre, scomparso nel 2004, nella direzione dell’azienda che tutt’oggi è ancora a conduzione familiare, 42 ettari a Montalcino e 13 a Monte Cucco.
Presente in sala anche Paolo Vagaggini, l’enologo, che, parlando dei vini punta sulle caratteristiche peculiari del terroir: la vicinanza con l’Amiata un antico vulcano ormai spento, della cui attività sono responsabili tanto la fertilità chimica (in particolare la ricchezza in potassio) quanto le caratteristiche fisiche dei suoli.
“Il ciclismo mi ha insegnato che puoi essere forte quanto vuoi, ma senza la squadra non vai lontano. Ecco perché bisogna circondarsi delle persone giuste, di una squadra forte”, così Bianchini spiega la sua filosofia aziendale.
Tanto ci sarebbe ancora da raccontare, ma la cosa migliore sarebbe andare a visitare l’Azienda.
Di seguito brevemente le note di degustazioni di Luca Gardini; descrizioni sanguigne e addirittura tranchant, in certi casi!
Rosso di Montalcino 2014: lampone giallo, in primis, in questo vino non si parla di intensità ma di profondità; frutta a polpa gialla, floreale, una rosa delicata e un po’ di spezie. Punti di forza del Sangiovese: acidità e tannino. I terreni di Castelnuovo dell’Abate regalano il sale ai vini, un sale dolce come quello di Cervia. Tannino un po’ magro espressione dell’annata. Il 2014 anno difficile o da dimenticare, pessimo o quasi a seconda della latitudine. Ciacci Piccolomini è riuscito a realizzare un vino pulito, semplice e di facile beva, non si poteva certo chiedere di più!
Rosso di Montalcino Rossofonte 2014, anteprima: un alternarsi di acidità e dolcezza, fragolina di bosco e ribes rosso. Si sente la vigna e la selezione che ci regala questo Cru fa risaltare la differenze rispetto al precedente. Note floreali importanti, leggermente polveroso, fresco e quasi balsamico. Tannino croccante e finale ammandorlato: si percepisce che questo vino proviene dalla parte più assolata delle vigne perché il sole “addensifica” il corpo.
Brunello di Montalcino 2011: annata dell’immediatezza; nei primi anni dà il meglio di se, ma regge bene il passare del tempo. Pesca gialla, speziatura e sapidità, note balsamiche e di china; in bocca una speziatura dolce e piccante, quasi di zenzero: pulito e verticale.
Brunello Vigna di Pianrosso Riserva S. Caterina d’oro 2010: un grandissimo vino, risultato del terroir e dell’annata. Piogge ed escursioni termiche perfette. Pulizia, eleganza e bevibilità, si alternano a note dolci date dalla visciola e parti fresche date dall’alloro e dall’ eucalipto; in bocca tornano le note iodate del terreno. Un vino di grande espressività, che si farà ricordare per molto tempo.
Brunello di Montalcino Vigna di Pianrosso 1999: annata molto calda, ondate di caldo a intervalli che rendevano difficile portare in cantina una perfetta maturazione, un anno in cui è stato difficile trovare il momento giusto per la vendemmia. Naso complesso, si parte da sensazioni di torrefazione, di salamoia, oliva nera, in bocca ancora il sale. L’annata calda omogeinizza prima il tannino, ci spiega Gardini, ovvero l’evoluzione del tannino è veloce, ma non è sorretto dall’acidità.
Che dire…appuntamento a Montalcino da Ciacci Piccolomini d’Aragona!