Tra vigneti e ulivi, nella Valle del fiume Cecina nel comune di Riparbella, troviamo Podere La Regola della famiglia Nuti. Qui la tradizione vitivinicola risale al tempo degli Etruschi, a testimonianza di questo nella zona sono state rinvenute numerose anfore vinarie.
Il terreno sciolto e drenante è costituito prevalentemente da sabbie plioceniche ricche di fossili di conchiglie, con una percentuale di argilla, una stratificazione di rocce e minerali ricchi di ferro. Caratteristiche che si riscontrano in tutti i vini prodotti. Qui, a 5 Km dal mare, nel 2015 è nata la nuova cantina da un progetto dell’architetto Sergio Scienza esempio di eco sostenibilità e integrazione con l’ambiente circostante.
Tradizione e modernità si fondono in un tutt’uno che si ispira agli Etruschi come il logo dell’Azienda rappresentato da un gioiello etrusco ritrovato durante gli scavi per la costruzione della Cantina. Ma è la barriccaia il vero gioiello aziendale. Qui troviamo un dipinto, che si estende per 46 m., dell’artista Stefano Tonelli. Ed ecco che questa diviene non solo un ambiente di conservazione e maturazione dei vini ma anche di riflessione dell’uomo che guarda dentro di sé. La visione di Tonelli, per la barriccaia dei fratelli Nuti, è ispirata al sogno del vino e alla sua gestazione.
Dal Sangiovese al Cabernet Franc
Podere La Regola è condotta da Luca Nuti, che segue la parte agronomica, e dal fratello Flavio, avvocato, responsabile sia della comunicazione che della parte commerciale. Nel 2017 l’Azienda ha compiuto 20 anni (1997-2017), ma nel 2018 si festeggiano i vent’anni del suo Cru con una degustazione veramente unica costituita da una selezione di millesimi dal 1998 al 2015.
Vent’anni durante i quali Flavio e Luca non si sono mai fermati così come il loro vino che cerca sempre di migliorarsi. In questa evoluzione l’Azienda ha visto il passaggio di enologi come Giovanni Bailo, Luca D’Attoma fino ad arrivare ad oggi con Luca Rettondini che segue anche Le Macchiole di Bolgheri.
Il Cru La Regola vede la luce nel 1998, nato come blend di 70% Sangiovese e 30% Cabernet Sauvignon. Durante gli anni dalla tradizione del Sangiovese si è passati all’aggiunta di vitigni bordolesi. Man mano che la percentuale di questi ultimi saliva quella del Sangiovese si riduceva. Il 2001 è stato l’ultimo anno che questo vitigno della tradizione è stato usato nell’uvaggio di La Regola. Si passa quindi al classico taglio bordolese, con percentuali variabili di Cabernet Savignon, Cabernet Franc, Merlot e successivamente del Petit Vedot, fino alle ultime annate.
Una svolta radicale si ha con la vendemmia 2015, presentata in anteprima, con una nuova etichetta e la scelta del Cabernet Franc in purezza.
In questa unica e irripetibile verticale di La Regola si è potuto notare un fil rouge di sapidità e mineralità. Ma la vera rivelazione è stato il comportamento del Sangiovese nelle annate 1998, 2000 e 2001 con bellissime espressioni di freschezza e mineralià. Flavio Nuti, che ha condotto la degustazione insieme a Luca Rettondini, ha rivelato che questo è un particolare clone di Sangiovese risalente ai primi del ‘900 che l’Azienda ha curato e custodito in una vigna a Riparbella oggi dedicata alla produzione di Beloro, il loro Sangiovese in purezza.
Concludendo potremo dire che in vent’anni La Regola è passata dal tradizionale all’internazionale, dal blend alla purezza, dalla potenza all’eleganza con uno sguardo sempre proiettato al futuro ma tenendo stretto il passato: ed ecco a Voi La Regola e il Beloro!