Forza, passione e tradizione questi gli elementi che Lucia Letrari e sua figlia Margherita hanno portato in una particolare degustazione all’Enoluogo di Milano: una verticale di Trentodoc Brut Riserva 2017, 2013 e 2011, seguita da 976 Riserva del Fondatore 2013 e dal +4 Rosé Riserva 2015 e un’inaspettata sorpresa finale: 976 Riserva del Fondatore 2006 e 1998.
Prima di parlare della Cantina Letrari dobbiamo capire l’anima e l’intuito del suo fondatore: Leonello Letrari, padre di Lucia, uno dei maggiori protagonisti del Trentino, a lui si deve l’“invenzione” di uno dei primi uvaggi bordolesi italiani, il Fojaneghe della Cantina Bossi Fedrigotti all’inizio degli anni Sessanta. Fu uno dei padri fondatori della spumantistica trentina, dopo un viaggio in Francia, con quattro amici, fondò l’Equipe 5 e realizzò uno spumante Metodo Classico che segna la storia spumantistica italiana, la cui prima bottiglia porta il millesimo 1961. Nel 1976 decise di mettersi in proprio dando vita alla Cantina Letrari, insieme con la moglie Maria Vittoria.
Cresciuta tra vigneti, uva e botti, dopo gli studi di enologia, nel 1987, entra nell’azienda di famiglia la figlia Lucia e che oggi guida l’azienda insieme al fratello Paolo Emilio e alla madre Maria Vittoria. In azienda oggi è presente anche la terza generazione, rappresentata da Margherita, la figlia di Lucia, che oltre a portare avanti gli studi universitari cura il marketing, la comunicazione e la parte social.
«Tradizione e innovazione sono il credo della nostra azienda, costantemente applicate con moderne pratiche agronomiche, con il lavoro e la dedizione delle nuove generazioni. La medesima passione di mio padre Leonello oggi anima il mio impegno», afferma Lucia Letrari, caparbia enologa che ha saputo, nel 2017, raccogliere l’importante testimone.
La degustazione: quando il Trentodoc è un credo
Dodici ettari lungo la valle dell’Adige, con impianti a guyot e pergola trentina, i terreni sono poveri e rocciosi e un microclima caratterizzato dall’Ora del Garda. Lo stile aziendale predilige le cuveé, ogni singola parcella viene vinificata separatamente e solo successivamente vengono fatti gli assemblaggi.
Brut Riserva Trentodoc è il vino del cuore, una Cuvée d’affetto perché proprio qui Lucia ritrova suo padre. L’uvaggio, Chardonnay 60% e Pinot nero 40%, e il metodo produttivo sono rimasti quasi invariati nel corso degli anni fin dal 1987. Sessanta mesi sui lieviti che regalano profondità e cremosità al sorso. Nel corso del tempo il residuo zuccherino è gradualmente diminuito fino ai 4,5-5 g/l attuali.
Brut Riserva Trentodoc 2017: un naso fruttato, pesca, albicocca, mandarino, pomelo, note di pan brioche, nocciola tostata, miele d’acacia. In bocca colpisce per l’eleganza, la freschezza verticale e sottile e un tocco sapido. Accanto all’annata in commercio ecco il Brut Riserva Trentodoc 2013 dove le note più fresche della frutta lasciano il posto alla pasticceria, alla frutta tropicale con un tocco di distillato. In bocca entra morbido e avvolgente, quasi con una lieve nota di astringenza e un accenno mentolato. Un’altra emozione con Brut Riserva Trentodoc 2011 dove le note di evoluzione si fanno più presenti sempre con grande fascino ed eleganza, Courvoisier, nota di vaniglia, nocciola, zucchero filato, in bocca la freschezza non tradisce regalando piacevolezza al sorso. Costo circa 35-38 euro
976 Riserva del Fondatore Trentodoc 2013: il numero è un richiamo all’anno della nascita della Cantina (1976), prodotto esclusivamente nelle vendemmie migliori, Chardonnay e Pinot Nero compongono la cuvée in parti uguali. Forza e morbidezza, 50% Chardonnay e 50% Pinot Nero, almeno 120 mesi di permanenza sui lieviti con dégorgement tardif. L’obiettivo è, secondo Lucia Letrari, creare un prodotto che rispecchiasse il territorio, unendo, in parti uguali l’autorevolezza del Pino Nero e l’eleganza dello Chardonnay. L’annata 2013 è stata degorgiata nel 2024. Il calice regala note di frutta matura, un tocco agrumato dolce, mela matura, accenni mielati, tiglio, acacia, rododendro, nocciole tostate e note di pasticcera. Il sorso è pieno e avvolgente ed estremamente lungo. La freschezza è vibrante ed elegante con un finale che ci riporta anche alla menta. A sorpresa ecco il 976 Riserva del Fondatore Trentodoc 2006, degorgiato nel 2017, un calice seduttivo e setoso. Un naso che ci riporta al miele di castagno, alla scorza di agrumi candita, alla nocciola e al torrone, sorso vellutato ed estremamente lungo. La vera sorpresa è stato il millesimo 1998, degorgiato appena tre giorni prima della degustazione e dosato come il 2013.Un vino elegante che entra in punta di piedi e come in una sfilata mostra piano, piano le sue molteplici sfaccettature. Un vino filosofico, un calice che ha un’eleganza che vuole farsi scoprire a piccoli sorsi, per poi mostrare tutto il suo fascino.
Costo circa 70 euro
+4 Rosé Riserva Trentodoc 2015, nato nel 2007 dalla volontà di produrre uno spuntante rosé Riserva di oltre 60 mesi. Simbolo dell’attuale connotazione femminile nella gestione dell’azienda, che vede Lucia affiancata dalla figlia Margherita e dalle tre nipoti femmine. Color rosa antico, 90% di Pinot Nero e 10% di Chardonnay, prodotto con metodo saigné, il bouquet ci rimanda a note di frutta mediterranea, agrumi e pesche, senza tralasciare il melograno degli orti del Trentino e una dolcezza floreale. Al palato è suadente, armonioso, con una leggiadria danzante ed estremamente godibile.
“Nulla accade per caso” è il motto di Letrari: «Ogni bottiglia di Trentodoc Letrari – spiega Lucia – è infatti la sintesi perfetta dell’armonia soave di una serie di preziosi elementi che concorrono al massimo risultato finale. Fin dalla fondazione tutto il nostro impegno è stato profuso allo scopo di offrire ai nostri estimatori dei prodotti di grande qualità e nella volontà di trasferire loro il terroir e la nostra personale filosofia sull’arte di fare il vino».