Le Mojole e Donna Marta

C’è sempre qualcosa che stupisce quando si arriva fin quassù a Le Mojole. Sarà il paesaggio, sarà la spettacolare terrazza sui vigneti, sarà una formidabile Donna del Vino. Fatto sta che non si può non rimanere colpiti da questo luogo, una piccola conca abbracciata dalle pendici delle colline di Tagliuno di Castelli Calepio, siamo nella provincia di Bergamo, i vigneti che accarezzano la casa, i fiori.MartaMondonicoLeMojole

La Tenuta Le Mojole è tutta qui, pochi ettari di vigne ben esposte, qualche ulivo, il bosco, i roseti. E’ Marta Mondonico.

Marta ha, per così dire, ereditato l’azienda da suo marito, appassionato e profondo conoscitore di vini che l’acquistò per produrre per sé e per gli amici. In quel periodo Marta si occupava di tutt’altro, era lontanissima dal mondo del vino e pure astemia.

Ben presto ci si rende conto che il lavoro molto impegnativo del marito non gli avrebbe mai consentito di occuparsi di una cantina ma, volendo conservare e continuare il progetto, il lavoro viene lasciato nelle mani di Marta. Non si scoraggia e caparbiamente s’impone di riuscire a fare il miglior vino per amore di suo marito.

Dopo un primo e complesso periodo di valutazione, di studio e qualche lacrima, Marta comincia una vera e propria rivoluzione: in vigna, in cantina, nel personale e persino con l’enologo. Costruisce un percorso che la porti a produrre ottimi vini, cominciando dalla cura e dal rispetto della vite; si fanno prove, si sperimenta, si costruisce una squadra di lavoro che sposa completamente il progetto di Marta: Matteo Pinzetta agronomo e Paolo Posenato enologo danno corpo alle idee e così, insieme alle prime bottiglie, arrivano i primi premi. Marta ridendo ci mostra quella che definisce la sua “wall of fame” dove sono appesi i riconoscimenti assegnati ai suoi vini dalle giurie dei concorsi internazionali: Bruxelles, Londra, l’Ungheria, Berlino.

Questa signora minuta che non alza mai la voce, pacata nei modi e nelle parole, è una gran lottatrice: arrivata nella collina bergamasca dalla Brianza ha dovuto confrontarsi con un mondo fortemente maschile e scarsamente disponibile a considerare in modo positivo il suo impegno. La derisione ha dovuto ben presto lasciare il posto a ben altra considerazione, tant’è che i suoi vini oggi sono presenti nei locali dove grande attenzione è posta al vino, a come viene prodotto in modo sano e, come ci dice alla fine del nostro incontro, senza giocare al piccolo chimico in cantina.

ViniLeMojoleCAB

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