S.C. 1931 di Bellenda un insolito Classico

Chi l’ha detto che il Prosecco è solo rifermentazione in autoclave? E perché deve essere un vino da consumarsi in tempi brevi? Tutto questo con S.C. 1931 di Bellenda viene sfatato, ma andiamo con ordine.

Tra le suggestive colline di Carpesica troviamo l’Azienda Bellenda fondata nel 1986 dalla famiglia Cosmo, da sempre appassionata e attiva nel settore agricolo. Lo stile dell’azienda può essere riassunto in un motto semplice quanto promettente: pensare, credere, fare. Bellenda si distingue per l’importante lavoro di ricerca e sperimentazione, che insieme all’eleganza, contraddistingue i suoi prodotti. Testimone dell’azienda è la selezione di Prosecco Superiore realizzata con il Metodo Classico.

Umberto Cosmo

Bellenda è il toponimo che identifica la parte di collina in cui si trova il corpo principale dei suoi vigneti. Il nome appare per la prima volta in un documento testamentario del XIII secolo, nel quale si menziona la donazione del terreno al monastero Cistercense di Belluno da parte della proprietaria Signora Belenda.

Verticale S.C. 1931

La tenuta comprende 35 ettari, l’80% è dedicato alla Glera, da cui nascono i Prosecco Superiore Metodo Classico, la restante parte divisa tra Cabernet Sauvignon e Franc, Merlot e Marzemino, per la produzione del Colli di Conegliano Rosso, oltre a Chardonnay e Pinot Nero destinati agli altri Metodo Classico.

Per i fratelli Cosmo la vigna è un’opera congiunta di uomo e natura, un sistema vitale da mantenere integro nel reciproco rispetto. Da qui la scelta di produrre il Prosecco attraverso la rifermentazione in bottiglia per ritrovare nel calice la tradizione, il pensiero e l’identità territoriale che lo rende diverso da qualsiasi altro.

A Milano a Officina 12 Umberto Cosmo ha presentato un’insolita quanto inedita verticale di S.C. 1931, un Prosecco Superiore Metodo Classico Pàs Dosè che prende il nome del suo fondatore, Sergio Cosmo, e dalla sua data di nascita. La fermentazione avviene in parte in acciaio e in parte in recipienti di legno senza controllo di temperatura. L’affinamento sulle fecce fini, per tre mesi, è seguito dalla spumantizzazione in bottiglia e da una sosta sui lieviti di 24 mesi.

S.C. 1931 nasce nel 2005 e si presenta come una bollicina non convenzionale, dalla decisa personalità, con note intriganti e sfumature sorprendenti per gli occhi, naso e palato. Un calice che, col passare degli anni, regala un’evoluzione che rimanda a note tipiche di grandi Metodo Classico. Le prime annate si differenziano dalle ultime per la metodologia di vinificazione utilizzata. Inoltre, le prime bottiglie riportavano in etichetta “rifermentazione in bottiglia”, solo successivamente venne sostituito con “Metodo Classico”.

Verticale S.C. 1931 Bellenda

Verticale S.C. 1931 tra conferme e sorprese

2018: annata attualmente in commercio, un profilo che subito ci riporta al territorio ed alle caratteristiche del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG. Un’annata calda, il naso regala fiori bianchi, mela Golden, poi arriva la scorza d’arancia, il cedro ed una nocciola dolce. Il sorso è sorprendentemente secco, diretto, ritorna l’agrume e una rotondità non dolce.

2015: quest’annata è caratterizzata da una temperatura media elevata e precipitazioni inferiori alla media. All’esame olfattivo il calice si esprime con note di uva spina, fiori di sambuco, agrume; al secondo naso si notano sentori terziari di evoluzione, che ricordano il pan brioche e la crema pasticcera, ma senza scivolare in ossidazione. In bocca secco, asciutto, piacevole contraddistinto da una bella freschezza e mineralità.

Verticale S.C. 1931 Bellenda

2012: un’ottima annata molto asciutta, il vino, nella sua interezza, presenta un’interessante completezza di sensazioni. Un calice oro antico svela subito sentori luppolati, fiori di sambuco, ailanto, mela cotogna. In bocca secco, verticale, ma nello stesso tempo avvolgente.

2010: temperature più basse rispetto alla media, umidità nella norma e piovosità elevata hanno contribuito a evoluzioni olfattive e gustative che virano verso aromi speziati, zafferano, scorza d’agrumi, cedro candito e nocciola tostata. All’assaggio, lo spumante ricorda l’annata 2015 in versione evolutiva. Il secondo naso regala sempre nuove sensazioni più evolute che ricordano i grandi Metodo Classico con qualche anno sulle spalle. In bocca, se si chiudono gli occhi la mente vaga, fresco, sapido, avvolgente e di estrema piacevolezza.

2008: contraddistinta da temperature, umidità e piovosità nelle media, in quest’annata spiccano gradevoli note minerali. Nella 2008, come nella 2006, appare evidente l’impiego di una differente metodologia di prima vinificazione. In principio si utilizzavano tini aperti con bucce, oggi si preferisce una vinificazione in barili da 500 litri, con minore presenza di fecce. Un bellissimo oro intenso, un calice dalle note dolci, agrumate, con tocchi di miele, luppolo, sambuco e pasticceria. In bocca regala sensazioni evolute, ma di estrema piacevolezza.

2006: è l’annata con minore piovosità dell’ultimo trentennio, poche precipitazioni, umidità bassa e temperatura nella norma hanno dato vita a uno spumante di grande complessità, con importanti note di idrocarburi, caramella d’orzo, pesca e albicocca disidratate, scorza d’arancia e miele. In bocca è rassicurante, avvolgente e suadente, ma la freschezza gli dona agilità, un sorso chiama l’altro e a bottiglia coperta nessuno penserebbe a un Prosecco.

Verticale S.C. 1931 e risotto alla milanese

Potremmo dire che nei calici più giovani il varietale della Glera è perfettamente

riconoscibile, mentre negli ultimi, soprattutto 2008 e 2006, si vede il potenziale di questo vitigno per troppo tempo relegato esclusivamente alla produzione di spumanti giovani da consumare nel giro di pochi mesi.

S.C. 1931 affronta il mondo del Prosecco Superiore con uno sguardo al futuro senza dimenticare il passato, ritagliandosi una nicchia produttiva con il Metodo Classico. Una trasformazione che nelle annate più giovani esprimono le caratteristiche del Prosecco Superiore, per virare col tempo verso note armoniose che ricordano la pasticcera, gli agrumi canditi e le nocciole tostate. Le annate più mature, al contrario offrono un’incredibile complessità e una spiccata mineralità, con interessanti sentori di idrocarburi, miele e sentori di malto.

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