Vinitaly spumeggiante per Hofstätter

Hofstätter: un Vinitaly spumeggiante tra metodo classico e un’annata straordinaria per il Riesling

Un nobile metodo classico da uve Pinot Nero, banco di scuola d’eccellenza per la futura produzione di un grande Trento Doc a Maso Michei, e un Riesling che ha sacrificato la quantità in nome dell’eccellenza dei profumi e al palato. Sarà un Vinitaly spumeggiante per Hofstätter. E non è certo retorica: la Tenuta altoatesina, guidata da Martin Foradori Hofstätter, porta alla fiera veronese, in programma dal 15 al 18 aprile, una serie di novità che mettono il sigillo della qualità alle scelte – coraggiose e d’avanguardia – intraprese negli ultimi anni.

La più recente, in ordine di data, è l’acquisizione di Maso Michei, il settimo maso dell’azienda, che completa le proprietà della famiglia Foradori Hofstätter con un terroir unico: 8,5 ettari in alta montagna, sopra la cittadina di Ala, lungo versanti scoscesi (con pendenze tra il 40 e il 60%) che raggiungono gli 850 metri di altitudine. Vigne che mettono le radici in un luogo magico, un’amena zona tra vette solitarie e natura incontaminata, che negli anni ha saputo far apprezzare la sua vocazione alla produzione di bollicine eleganti e raffinate.

Maso Michei
Maso Michei

Il lavoro nella vigna del Trentino Meridionale è appena iniziato ma Martin Foradori Hofstätter sembra pronto ad accettare la sfida di questi terreni ghiaiosi, situati dove la vite cresce lentamente e l’uva matura tardi permettendo a varietà come Müller Thurgau, Chardonnay, Sauvignon e Pinot Nero di dare vita a vini freschi e nello stesso tempo longevi, con un carattere che non passa certo inosservato.

Nell’attesa di un possibile metodo classico frutto della terra dei suoi avi paterni, Hofstätter propone a Vinitaly il suo Barthenau Rosé, espressione della tenuta Barthenau, situata nella zona di Mazon, la più vocata area di Pinot Nero in Italia. In questo spumante brut si riconoscono tutta la concentrazione e i profumi dei grappoli piccoli e spargoli del Pinot Nero che hanno reso nobile questo metodo classico.

Accanto ai signature wines – che hanno reso la maison punto di riferimento nella battaglia per la zonazione altoatesina e la produzione di vini da uno specifico vigneto con la denominazione “Vigna” – Tenuta Hofstätter alzerà il sipario sulla nuova annata del suo Riesling prodotto in Mosella, lungo il fiume Saar, con il marchio Dr. Fischer – Hofstätter Weis. Ovvero l’altra sfida del vignaiolo di Tramin – Termeno: far sì che il Riesling nasca lì dove può esprimersi al meglio.

“La nuova annata di Riesling ha saputo stupirci – afferma Martin Foradori Hofstätter -. Al momento della raccolta delle uve temevamo un’annata scarsa, condizionata dal clima non troppo favorevole e invece la natura, se esaltata al meglio, riesce a meravigliarci: in Mosella, chi durante la vendemmia ha avuto i nervi saldi, ed ha atteso il tempo soleggiato di ottobre, ha registrato come noi una produzione strepitosa”.

La cantina altoatesina si presenta dunque al Vinitaly con un pocker d’assi: grandi vini prodotti in 7 masi dell’Alto Adige dove è ancor oggi l’unica realtà (a conduzione famigliare) ad avere vigne in ogni versante della valle, un Riesling d’oltralpe di carattere e una promessa: Maso Michei, culla del prossimo cru firmato Hofstätter.

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