Un tramonto d’estate, montagne spettacolari, vigne e muretti a secco questa la cornice di ViVa 2025. Dal 6 all’8 settembre Sondrio ospiterà un evento organizzato dal Consorzio di Tutela dei Vini di Valtellina, in partnership con la Strada del Vino e Fondazione Provinea, che celebra la Valtellina e il Nebbiolo, un evento diffuso e sensoriale che vuole andare oltre la semplice degustazione.
Vigneti terrazzati, muretti a secco, racconti di vita e sfumature di Nebbiolo, il territorio si prepara a svelarsi ad appassionati e wine lover. Un’occasione per scoprire la Valtellina a 360 gradi fatta di uomini, passioni e tanta fatica.
Il press dinner al ristorante Autem, di Milano, è stata l’occasione per presentare ufficialmente la prima edizione ViVa 2025. Mamete Prevostini, presidente del Consorzio di Tutela dei Vini di Valtellina, insieme a Davide Fasolani, presidente della Strada del Vino e Luca Faccinelli, presidente Fondazione Provinea, hanno svelato ViVa 2025.
«ViVa, acronimo di Vini Valtellina, vuole essere una parola evocativa. – spiega Mamete Prevostini: La Valtellina richiama immediatamente qualcosa di bello. L’evento vuole essere un messaggio, un segnale di quello che è la Valtellina di oggi, che va dal vino all’enoturismo.»
Paesaggio e territorio, un racconto che parte dai suoi abitanti
La Valtellina si estende per oltre 120 km, attraversata dal fiume Adda che nasce dalle Alpi Retiche e scorre verso ovest fino a confluire nel lago di Como. Un paesaggio caratterizzato dai terrazzamenti: il più grande territorio vitato terrazzato d’Italia, circa 820 ettari di vigneti che si arrampicano fino a 800 metri di altitudine, sorretti da oltre 2.500 km di muretti a secco. Un’opera d’arte collettiva, per rendere coltivabili i pendii impervi della montagna, frutto di secoli di lavoro e ingegno contadino, tanto da essere riconosciuto come Paesaggio Rurale Storico d’Italia e Patrimonio Immateriale UNESCO per l’arte di costruzione dei muretti a secco. Una viticultura “eroica” un termine che non piace a Mamete Prevostini che preferisce definirla “una viticultura manuale, una viticoltura della fatica che da punto di debolezza ora è il suo punto di forza”.
Nel 2003, su iniziativa dei produttori aderenti al Consorzio di Tutela dei Vini di Valtellina, nasce la Fondazione Provinea, con l’obiettivo, di proteggere e valorizzare il territorio, il paesaggio e l’ambiente viticolo terrazzato.
Per vivere questo territorio importante è la Strada del Vino e dei Sapori della Valtellina: un percorso di 67 km che unisce vigne, cantine, ristoranti e strutture ricettive in un itinerario suggestivo.
La Strada invita residenti e visitatori a scoprire la Valtellina più autentica, attraverso visite guidate, degustazioni, eventi culturali ed esperienze immersive che raccontano la storia, la passione e l’eccellenza dei vini di montagna.
ViVa 2025: Il programma
Sabato 6 settembre giornata dedicata alle radici: ogni cantina proporrà le proprie iniziative visionabili e prenotabili attraverso il portale della Strada del Vino. La sera, il centro città diventa il cuore pulsante della festa con “ViVa Nebbiolo”, un momento conviviale all’aperto dove musica dal vivo, cucina del territorio e calici di Nebbiolo accompagneranno il pubblico in un’atmosfera calda e accogliente.
Domenica 7 settembre dialogo diretto con i produttori: i banchi d’assaggio daranno la possibilità di degustare le nuove annate aziendali e conoscere le storie di ogni etichetta. In parallelo, un ricco ventaglio di “esperienze diffuse” per esplorare la valle in modo attivo e coinvolgente: passeggiate guidate tra i vigneti, tour in e-bike tra borghi e filari, ed incontri culturali.
Lunedì 8 settembre riservato agli operatori del settore: ristoratori, sommelier, buyer, distributori e giornalisti potranno accedere gratuitamente, previa registrazione, ai banchi di degustazione per incontri mirati, degustazioni riservate e focus tecnici. Un’occasione preziosa e stimolante per approfondire la conoscenza dei vini della Valtellina e avviare nuove sinergie.
ViVa 2025 non sarà soltanto un evento enologico, ma un’esperienza culturale e territoriale, autentica e attuale. L’obbiettivo del Consorzio di Tutela dei Vini di Valtellina e dei suoi partner è la promozione del Nebbiolo delle Alpi come simbolo di eccellenza rafforzando, così, il legame tra produttori e pubblico per un racconto collettivo, e un’emozione che profuma di montagna e di vite.
Nebbiolo tra DOCG, DOC e IGT
La Valtellina conta due DOCG: Valtellina Superiore DOCG, con le sue cinque zone storiche di produzione (Maroggia, Sassella, Grumello, Inferno e Valgella), e Sforzato di Valtellina DOCG, frutto dell’appassimento delle uve Nebbiolo che ne amplifica struttura e complessità. La DOC è rappresentata dal Rosso di Valtellina, più giovane e versatile, mentre le Alpi Retiche costituiscono l’IGT, qui i produttori possono dare libero sfogo alla loro creatività.
Il Valtellina Superiore DOCG è l’espressione massima dei differenti terroir della zona, vino che raccoglie profondità, una traccia austera e tannica, senza perdere finezza e sottigliezza tipiche. Un vino ricco, ma accorto, complesso, ma mai complicato.
Lo Sforzato di Valtellina DOCG è il vino simbolo della cultura vitivinicola locale, un vino di sapere. Lo Sforzato o Sfursat è il prodotto dell’appassimento e del tempo, con legami forti con storia e tradizione, frutto dell’intesa tra territorio e tecnica ma anche vino sul quale sono in corso studi e ricerche, a favore di uno stile aggiornato e sempre più condivisibile.
Il Rosso di Valtellina DOC è il vino più giovane che unisce al carattere e all’espressione tipica del Nebbiolo, doti di particolare vivacità e freschezza. Può essere definito il biglietto da visita del territorio che punta ad una maggiore immediatezza, semplicità, restando comunque un vino di valore e di grande piacevolezza.
Infine, Alpi Retiche IGT è un vino che risponde alla creatività, alla curiosità e alla voglia di diversificazione di gamma dei produttori e del territorio. Questa denominazione accoglie i vini (una quantità minima rispetto ai Valtellina classici) bianchi e rossi, rosati, anche frizzanti, passiti e da vendemmia tardiva, Spumante Metodo Classico, anche nella tipologia Rosé, ottenuti da altri vitigni ammessi o da tecniche produttive differenti.
Durante il press dinner al ristorante Autem si è potuto degustare:
Luca Faccinelli Rosso di Valtellina DOC Matteo Baldello 2024: elevato in piccoli fusti di rovere francese per alcuni mesi. Rosso rubino scarico con delicati profumi floreali e fruttati visciola, ribes e lampone. Sorso agile che invoglia la beva.
Dirupi Rosso di Valtellina DOC Olè 2024: fruttato, cupo, con ricordi di frutti di rovo scuri. Sorso diretto e croccante.
Mamete Prevostini Rosso di Valtellina DOC Santarita 2023: il vino matura 8 mesi in serbatoi di acciaio inox. Profumi fruttati di piccoli frutti rossi, note floreali di viola e rosa canina. In bocca è verticale, agile con tannini levigati.
Dirupi Valtellina Superiore DOCG 2022: profumo giovane, caldo e avvolgente. Un naso improntato su note di frutta rossa, ribes, note floreali, peonia e rosa; elegante tra acidità e tannini ben centrati.
Prevostini Sforzato di Valtellina DOCG Corte di Cama 2021: le uve appassiscono per circa due mesi nel fruttaio e il vino affina 18 mesi in legno. Bouquet complesso ed elegante, i frutti in confettura lasciano spazio alle spezie dolci, vaniglia, liquirizia, macis, erbe alpine e cacao. I tannini sono in perfetto equilibrio regalando finezza e la sapidità allunga la persistenza.
Faccinelli Valtellina Superiore DOCG Riserva Grumello 2021: matura per 24 mesi in tonneau di rovere francese. Color rosso rubino, si esprime con sentori di frutta rossa matura, fiori secchi, note speziati, che ricordano la liquirizia e l’alloro, e accenni minerali di roccia. Un sorso di corpo e strutturato, fresco, sapido e armonico.
«Qualunque sia la tipologia di Nebbiolo che si assaggia – conclude Mamete Prevostini – noi dobbiamo diventare identitari: già dal profumo del vino, si deve capire subito che è un vino di Valtellina grazie a quelle caratteristiche conferite dal territorio. Importanti sono i profumi primari, fruttati e floreali, che rappresentano il tratto distintivo dei nostri vini».
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