Una cantina “Torti“, una famiglia, un farsi carico personalmente di tutte le fasi di produzione del vino, dalla vigna alla vendita. Siamo in Oltrepò, le colline a vite sono arrotondate e belle anche se spoglie, l’edificio della barricaia le abbraccia tutte. Laura Torti è una giovane donna sorridente sempre in corsa tra la cantina, la sala di degustazione e la vigna.
L’orgoglio di fare vino traspare dal suo sorriso, dalle tante cose che racconta, timidezza compresa; anche mentre ci dice di quando, con la sorella, hanno setacciato i mercatini per trovare i lampadari da mettere nella sala delle barrique. Si percepisce un’armonia che è bello gustare, insieme a quel caffè preso al volo. Laura ama il lavoro che fa, ci tiene a controllare ogni singolo passaggio del fare il vino di famiglia, una bella storia cominciata nel 1910. Una cantina che ha saputo evolversi, compiendo scelte che un tempo potevano apparire azzardate ma risultate in seguito vincenti; ancor prima delle due sorelle, la Torti ha avuto ed ha ancora il grande supporto e la presenza della mamma. Giusy è, a dir poco, travolgente: un concentrato di simpatia e vivacità che ti mette subito a tuo agio. Racconta di quando, fin da piccola, volesse fare un lavoro che la portasse a contatto con la gente e di come accompagnasse sempre il marito nelle consegne, persino mentre era in attesa della primogenita Patrizia. Si capisce che non interferisce “ufficialmente” nelle scelte di cantina ma la sua opinione incide, eccome.
“Se non sento mio un vino, so che non riuscirò a farlo apprezzare come si deve” dice mentre ci racconta, ridendo, che Dino non l’aiuta ad apparecchiare. Un amore per il marito e la sua attività, una vita due, sempre intrecciata tra lavoro, famiglia e cantina. Con un carattere tale dedicarsi alla clientela è naturale; i clienti sono la storia stessa dell’azienda, li conosce come conosce gli amici, e come si fa tra veri amici, si cercano e si rinnovano le occasioni di incontro. Che sia in azienda o nelle fiere di settore i clienti passano anche solo per un saluto con pane e salame. Dopo dieci minuti è chiarissimo che per le due figlie è stata ed è tuttora un importante punto di riferimento, il modello cui rifarsi, per voglia d’impegno e passione, per l’allegria che trasmette, per l’amore che porta all’uomo scelto tanti anni fa.
E si torna sempre qui: fare vino è un grande atto d’amore. L’importante è trasmetterlo.
