“Il GAVI WORLD TOUR è, tra i tanti progetti promossi dal Consorzio, quello che ci permette di andare a trovare i nostri Clienti a casa loro.” Maurizio Montobbio, presidente del Consorzio di Tutela del Gavi, rieletto il 30 Aprile 2024 e attualmente al suo terzo mandato, dopo essere stato in carica nei trienni 2015-2018 e 2021-2024, apre con queste parole la tappa torinese del tour, animata dalla presenza di 29 cantine e ospitata il 05 Maggio 2025 dalla Delegazione AIS Piemonte presso la propria sede di Via Modena 23.
Maurizio Montobbio, presidente del Consorzio di Tutela del Gavi (a destra nella foto, in piedi) e Filippo Bartolotta (a sinistra, in piedi) durante la masterclass.
New York, Londra, Anversa, Copenhagen, Phoenix, Manchester, Miami, Edimburgo, Roma, Milano, oltre a Torino, sono le capitali che hanno segnato il tragitto del GAVI WORLD TOUR nel corso degli anni, perché il mercato del Gavi è il mondo intero, sin dal periodo in cui il territorio su cui si estende attualmente la denominazione (1.600 ettari distribuiti su 11 comuni all’estremità sud-orientale della provincia di Alessandria: Bosio, Carrosio, Capriata d’Orba, Francavilla Bisio, Gavi, Novi Ligure, Parodi Ligure, Pasturana, San Cristoforo, Serravalle Scrivia, Tassarolo) divenne dominio genovese (tra il XIII e il XVIII secolo d.C.) e proprio i genovesi promossero l’allevamento del “Cortese” (vitigno autoctono a bacca bianca, al 100% base ampelografica del GAVI DOCG) per la produzione di un vino adeguato alla loro cucina tradizionale, fatta di verdure e di pesce, e destinato anche all’esportazione lungo le rotte mercantili della Repubblica Marinara di Genova. Nel 1782 il Marchese Giovanni Andrea Doria comunica per iscritto al proprio fattore di voler spedire in America con un bastimento il vino prodotto nei propri vigneti in terra di Gavi e nel corso dei secoli il “Grande Bianco Piemontese” è arrivato a sbarcare in oltre 100 Paesi, dagli Stati Uniti e Regno Unito (“ad oggi i nostri mercati più importanti”, sottolinea il presidente del Consorzio), al Giappone, Germania, Hong Kong, Libano, Filippine, Dubai, fino ai mercati in grande e continua crescita di Russia, Ucraina, Serbia.
Il 92% dei 13 milioni di bottiglie di GAVI DOCG prodotte nel 2024 sono state destinate all’esportazione e oggi – festeggiato il cinquantesimo compleanno della DOC, riconosciuta con Decreto del Presidente della Repubblica il 26.06.1974 (mentre la DOCG è stata riconosciuta nel 1998) – il Consorzio di Tutela pone tra i suoi obiettivi primari il valorizzare al massimo la denominazione e le terre del GAVI agli occhi del mercato nazionale, al fine di conquistarlo, grazie anche alla creazione di una sinergia con gli operatori del settore eno-gastronomico, ai quali la tappa torinese del GAVI WORLD TOUR 2025 ha riservato una masterclass estremamente interessante dal titolo “GAVI IS BACK: Eclettico, Versatile, Senza Tempo”, e condotta da Filippo Bartolotta, giornalista e docente specializzato nella comunicazione del vino.
Mappa delle Terre del GAVI DOCG.
Un viaggio alla scoperta della personalità poliedrica del GAVI DOCG, legata alla variegata composizione dei suoli dell’areale (le “terre rosse” della fascia settentrionale della denominazione, a prevalenza argillosa, ricche di ferro, in grado di donare al GAVI corpo e struttura; le “terre bianche” della fascia centrale della denominazione, costituite da arenarie e marne di origine marina, ricche di fossili, garanti di un giusto equilibrio tra struttura e sapidità; i terreni di origine metamorfica della fascia meridionale della denominazione, proiettati verso l’Appennino), legata all’ampio spettro dell’altitudine dei vigneti (variabile tra i 200 e i 400 metri sul livello del mare per la fascia settentrionale e centrale, e tra i 400 e i 1000 metri sul livello del mare per la fascia meridionale), legata alla particolare connotazione del clima (influenzato dalla vicinanza degli Appennini e mitigato dal Mare Ligure, a 30 km di distanza, dal quale spira il Marìn, vento di origine costiera in grado di donare al GAVI freschezza e sapidità).
Terre del GAVI DOCG.
E poi c’è anche la mano dell’uomo, al quale il disciplinare di produzione lascia un margine di discrezione nella scelta della tecnica di vinificazione delle diverse tipologie di GAVI DOCG ammesse (‘Tranquillo’, ‘Frizzante’, ‘Spumante’, ‘Riserva’, ‘Riserva Spumante Metodo Classico’), che per gli associati al Consorzio di Tutela (190 aziende in totale, tra produttori, vinificatori, imbottigliatori) oggi può consistere nell’utilizzo esclusivo dell’acciaio, come da tradizione, oppure di una combinazione di acciaio e legno, o nell’uso esclusivo del legno, oppure ancora di cemento, o anfore di terracotta, del metodo Martinotti o Metodo Classico per la produzione degli spumanti, con fermentazioni spontanee o controllate, l’uso di lieviti indigeni o selezionati. Sempre nel rispetto dei tempi stabiliti a livello ministeriale per la produzione del GAVI: minimo 6 mesi di permanenza in autoclave per la tipologia ‘Spumante’ prodotta con Metodo Martinotti e minimo 9 mesi di permanenza sui lieviti per la tipologia ‘Spumante’ prodotta con Metodo Classico; un anno di affinamento, calcolato a partire dal 15 ottobre successivo alla vendemmia, di cui 6 mesi in bottiglia, per la tipologia ‘Riserva’, commercializzabile a partire dal 1° novembre dell’anno successivo alla raccolta delle uve; due anni di affinamento, a decorrere dal 15 ottobre successivo alla vendemmia, di cui 18 mesi di permanenza sui lieviti, per la tipologia ‘Riserva Spumante Metodo Classico’.
Una masterclass focalizzata anche sull’esplorazione del GAVI DOCG come vino longevo, capace di esprimersi al massimo del suo potenziale fino a oltre 10 anni dalla data della vendemmia, protetto nella sua evoluzione da un contenuto in acidi significativo (mediamente 5 grammi al litro di acidità totale e un pH pari a 3,2).
GAVI DOCG presentati durante la masterclass.
Tra le otto etichette proposte in degustazione, il GAVI DOCG DEL COMUNE DI GAVI 2024 di LA CAPLANA, prodotto con uve allevate su “terre bianche”, vinificato totalmente in acciaio con fermentazione a temperatura controllata e pure affinato in acciaio, colpisce per il colore, elegantissimo, glaciale, che anticipa un naso dolce e fragrante di fiori d’acacia e balsamico per via di delicati effluvi alla menta, perfettamente allineato a un sorso gradevole, vellutato, lievemente sapido, estremamente rinfrescante.
Il GAVI DOCG DEL COMUNE DI GAVI – frazione MONTEROTONDO – “INDI” 2024 di LA MESMA, prodotto con uve allevate su un terreno misto, vinificato in acciaio con fermentazione spontanea, attivata con un ‘pied de cuve’ ottenuto da uve diraspate e lieviti indigeni, e pure affinato in acciaio, è reso inebriante al naso da fragranti note di gelsomino, mandarino, bergamotto, che anticipano un sorso connotato da una decisa freschezza e una spiccata e gustosa sapidità, accompagnate da un pizzicore corroborante e rese vivaci da un pizzico di pepe bianco, in un effetto d’assieme intrigante e appagante, rivelatore dell’anima mediterranea di questo vino.
Il GAVI DOCG DEL COMUNE DI GAVI “ETICHETTA NERA” 2023 di LA CHIARA, prodotto con uve allevate su “terre bianche”, vinificato totalmente in acciaio, con una macerazione pre-fermentativa a freddo di circa 48 ore e una permanenza sulle fecce fini dopo la fermentazione di 8 mesi, durante i quali vengono effettuati bâtonnage settimanali, si distingue per un naso che fa della finezza la sua cifra. Inizialmente ritroso, si apre piano piano a sentori di fiori bianchi e di agrume, perfettamente allineati a un sorso fresco ed essenziale, dal finale gradevolmente amaro alla mandorla fresca, sofisticato.
Il GAVI DOCG “CONFINE” 2023 di CASCINA GENTILE, prodotto con uve allevate sulle argille rosse del comune di Capriata d’Orba, all’estremo nord-occidentale della denominazione, vinificato totalmente in acciaio, con permanenza sulle fecce fini di circa 4-5 mesi, durante i quali vengono effettuati bâtonnage ogni 10-15 giorni, rivela il proprio profondo legame con la matrice geologica della terra da cui proviene sin dal naso, reso singolare e invitante da eleganti striature terziarie, che ricordano la capocchia di uno zolfanello e anticipano un sorso dall’anima minerale, essenziale, sapido, estremamente stimolante a livello tattile, infinito.
Il GAVI DOCG “PISE’” 2020 di LA RAIA, prodotto con uve allevate in regime biodinamico certificato DEMETER su suolo di “terra rossa” nel comune di Novi Ligure, al confine settentrionale della denominazione, con fermentazione alcolica svolta in botti di Rovere da 25 ettolitri, dove il vino permane per 12 mesi a contatto con le fecce fini, per poi essere trasferito in vasche d’acciaio per ulteriori 12 mesi di permanenza sui lieviti prima di essere imbottigliato, con malolattica totalmente svolta, manifesta un profilo organolettico profondamente connotato da un processo di vinificazione non convenzionale per un GAVI. Le delicate note fumé e boisé percepibili al naso, arricchite da un pizzico di vaniglia, anticipano un sorso pieno e denso, caldo e sapido, rivelatore per via retronasale di sfumature terrose e minerali, che ricordano il sasso, e contribuiscono a creare un effetto d’assieme evoluto e godibile, e però singolare e inaspettato, per un vino prodotto al 100% con uve Cortese.
Il GAVI DOCG DEL COMUNE DI GAVI “MONTESSORA” 2018 di TENUTA LA GIUSTINIANA, prodotto con uve allevate su “terre rosse” in Rovereto di Gavi, con fermentazione attivata da lieviti autoctoni e gestita a temperatura controllata, affinamento sulle fecce fini per almeno 6 mesi prima dell’imbottigliamento, si distingue per un colore estremamente intenso, che ricorda quello dell’ottone, arricchito da qualche guizzo ramato, precursore dei dolci sentori di albicocca e pesca caramellate percepibili al naso, resi stuzzicanti da tocchi di vaniglia e amaretto, che accompagnano a un sorso soddisfacente, dal lungo finale alla mandorla.
Il GAVI DOCG DEL COMUNE DI GAVI “BRUNO BROGLIA” 2013 di BROGLIA, prodotto con uve allevate su “terre bianche” calcareo-marnose a 300-350 metri di altitudine sul livello del mare, in vigneti impiantati negli anni 1953 e 1955 e dalle rese bassissime (30-40 quintali per ettaro, contro i 95 quintali per ettaro ammessi dal disciplinare per il GAVI ‘tranquillo’), rivela un’anima raffinata sin dal colore, sorprendentemente luminoso per un vino bianco rimasto in bottiglia per più di 10 anni , e per un naso fragrante di agrumi, di pompelmo in particolare, anticipatore di un sorso essenziale e rinfrescante, tonificante.
Il GAVI DOCG DEL COMUNE DI GAVI – frazione MONTEROTONDO – “VILLA SPARINA 10” 2011 di VILLA SPARINA, prodotto con uve allevate in un vigneto impiantato più di settant’anni fa e raccolte a mano, affinato per 12 mesi in botti grandi e barriques, e poi per altri nove mesi in acciaio, una volta imbottigliato viene fatto riposare per 10 anni nelle cantine aziendali, prima di essere proposto al mercato. Il colore, intensissimo, anticipa un naso reso vivido e interessante da appena percettibili esalazioni idrocarburiche, che si innestano gradevolmente su un bouquet di sentori riconducibili alle note tostate ed elegantemente speziate del legno, e anticipano un sorso animato da una freschezza sferzante e sorprendente e da una gustosa sapidità, stimolante a livello tattile, corroborante, infinito.
Banco d’assaggio del GAVI WORLD TOUR 2025 – Torino.
Tutti i produttori iscritti al Consorzio del “Grande Bianco Piemontese” presenti al banco d’assaggio tenutosi dopo la masterclass, ricco di più di 70 etichette proposte in mescita, si sono trovati concordi nel formulare lo stesso caldo invito: “Veniteci a trovare”.
In attesa della prossima tappa del GAVI WORLD TOUR, per ogni informazione su come raggiungerli, basta un click:
Alvio Pestarino, Araldica Castelvero, Banfi, Binè, Broglia, Cantina Produttori del Gavi, Cascina delle Monache, Cascina Gentile, Castellari Bergaglio, Castello di Tassarolo, Coppo, Enrico Serafino, Ghio Roberto, Il Poggio di Gavi, La Bollina, La Caplana, La Cedraia, La Chiara, La Ghibellina, La Mesma, La Raia, La Smilla, La Zerba, Le Selere, Molinetto, Morgassi Superiore, Marchese Luca Spinola,Tenuta San Lorenzo, Villa Sparina.
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