Fonzone azienda irpina è tornata all’Enoluogo di Civiltà del bere a Milano, per presentare in anteprima Elle Effe Ci, Fiano di Avellino Riserva DOCG 2021. «Qui ci sentiamo a casa e vorremmo che questo incontro diventasse un appuntamento fisso», spiega Silvia Campagnuolo Fonzone «L’anno scorso i protagonisti sono stati rossi base Aglianico, oggi il protagonista sarà il Fiano di Avellino».
Fonzone vignaioli per scelta
Fonzone nasce nel 2005 dal sogno di Lorenzo Fonzone Caccese, eminente chirurgo della mano, ma con una grande passione per il vino. I Fonzone Caccese sono, quindi, “vignaioli per scelta” nessuna eredità, ma solo una meravigliosa follia e l’amore per il vino e per il mondo che lo circonda. Oggi l’azienda è condotta dai figli Gabriele e Davide, insieme alle loro mogli Silvia e Ria, e con il cugino Amedeo De Palma, sales director. Inizialmente la produzione era di 15 mila bottiglie, oggi si è arrivati a circa 100 mila; la capacità produttiva sarebbe molto più alta, ma si è deciso di abbassare le rese dell’uva in favore della qualità.
L’azienda Fonzone Caccese si trova a Paternopoli, uno dei 17 comuni dell’areale della DOCG Taurasi, in provincia di Avellino. I vigneti si estendono sui due versanti collinari, beneficiando di molteplici esposizioni e di un’altitudine che varia dai 360 m ai 430 m/slm. I suoli sono argilloso-calcarei e con tessiture più sciolte, di chiara origine sedimentaria, circondati dai torrenti Fredane ed Ifalco, che ne influenzano nettamente il microclima. Inoltre, data la vicinanza in linea d’aria con il Vesuvio, i primi due substrati del sottosuolo presentano polvere vulcanica, deposito delle eruzioni avvenute nel corso dei secoli. La produzione del Fiano di Avellino DOCG e del Sequoia Fiano di Avellino DOCG Riserva, ha origine dai vigneti di San Potito Ultra e Parolise.
Le molte voci del Fiano firmate Fonzone
Il Fiano è uno dei grandi vitigni bianchi italiani, ha una bellissima un’acidità che permette di affrontare senza problemi lo scorrere del tempo, nonostante abbia una bella piacevolezza fin da subito. «Il Fiano regala vini eleganti, con un bouquet completo e varietale, che si apre con una parte floreale e poi spazia su note fruttate e terziarie». spiega Silvia Campagnuolo Fonzone.
Fiano di Avellino DOCG 2024: Fiano d’ingresso, frutto di un’annata abbastanza equilibrata che ha portato ad uve sane dei vigneti di San Potito Ultra, a 500 metri di altezza. Un vino solo apparentemente “semplice” dietro cui c’è un grande lavoro di micro-vinificazione cominciato nel 2019 con l’inizio della collaborazione con Luca d’Attoma. Le masse vengono sottoposte a due diversi tipi di vinificazione con macerazioni di lunga e breve durata in anfora ed acciaio. Al termine della fermentazione avviene l’assemblaggio delle stesse e un ulteriore affinamento di 8 mesi in acciaio. Al naso subito il varietale del vitigno, segue il floreale, l’agrumato, il minerale, un tocco mentolato e fumé, poi richiami di mandorle e acacia. In bocca la presenza glicerica si fonde con la freschezza.
Sequoia, Fiano d’Avellino Riserva DOCG 2023 anteprima: il nome prende ispirazione da 2 imponenti alberi di Sequoia posizionati ai lati del vigneto. Le uve fanno diverse macerazioni, le prime tre in serbatoi di acciaio inox, l’ultima, la quarta, in legno. La prima di 12 ore, la seconda di tre giorni, una terza non fa macerazione, l’ultima, la quarta, fa fermentazione e affinamento in botte grande di rovere francese a tostatura molto leggera dove il mosto vi permane per circa 12 mesi. Successivamente le quattro masse vengono assemblate in serbatoi di acciaio inox dove fanno un affinamento di 6 mesi sui lieviti. In seguito, si procede con l’imbottigliamento dove il vino vi affina per ulteriori 4/5 mesi per poi essere messo in commercio. «La ricetta è complessa, ogni anno si deve tenere in considerazione tutto l’andamento vendemmiale» afferma Silvia Campagnuolo Fonzone. Il millesimo 2023 è il frutto di un’annata non facile dovuta alla pioggia che ha favorito la peronospora. Un bouquet variegato, acacia, agrume maturo, erbe aromatiche, rosmarino, e balsamiche, con una chiusura tostata. In bocca grande freschezza, vibrante, minerale e equilibrato da una buona morbidezza.
Sequoia, Fiano d’Avellino Riserva DOCG 2022: vendemmia attualmente in commercio, frutto di un’annata più fresca e piovosa, grandi escursioni termiche giorno-notte fino a 12-13 °C, che hanno regalato finezza e complessità ai profumi. Il 50% della massa fa 1 anno in botte grande di rovere austriaco, il 30% 12 ore di macerazione in acciaio, il 20% in barile di rovere austriaco e il 20% compie tutto il percorso in acciaio. È un Fiano più fresco e immediato, note di erbe aromatiche, di mentuccia, timo, agrumi freschi e cedro. L’acidità e la sapidità aggiungono complessità ed equilibrio al sorso.
Sequoia, Fiano d’Avellino Riserva DOCG 2021: annata equilibrata, regala un vino sottile, ma più celebrale. È un incontro gusto olfattivo tra la 2022 e la 2023: da un lato la balsamicità e la freschezza olfattiva della ‘22, dall’altra la solidità e la concentrazione del ‘23. Note più dolci, c’è un bell’equilibrio tra erbe fresche di montagna e note più tostate, sul finale miele, cera e agrume candito. Un 2021 che sa affascinare e dimostra come lo scorrere del tempo apporti finezza, eleganza e complessità al vino.
Elle Effe Ci, Fiano di Avellino Riserva DOCG 2021: il nome richiama le iniziali del fondatore, Lorenzo Fonzone Caccese. Punta di diamante della cantina, solo 1000 bottiglie prodotte, mai uguale a sé stesso. Infatti, ogni anno la migliore massa vinificata, sia per vitigno che per parcella, durante la vendemmia sarà dedicata a lui. Il progetto è partito con la vendemmia 2020 e il vitigno scelto è stato il Greco di Tufo. Nel 2021 la scelta è caduta su una massa di Fiano: «Il famoso barile austriaco che quell’anno non è stato usato per il Sequoia, sostituito dal legno francese». Uscirà in primavera-estate 2026, dopo un affinamento di ben tre anni. – spiega Silvia Campagnuolo Fonzone. – «L’anno prossimo potrebbe essere un rosso, forse un Aglianico; per questo la bottiglia scelta è stata una bordolese, richiesta dal disciplinare del Taurasi. Le bottiglie sono vendute su assegnazione».

Il calice incanta nonostante la sua gioventù, potremmo definirlo la quinta essenza del Fiano; intensità, concentrazione, struttura. Agrumi, erbe aromatiche, dente di leone, frutta secca, miele, tostatura, note minerali che richiamano i terreni vulcanici. In bocca ancora giovanissimo e irruento con un’eleganza che fa capolino tra freschezza e mineralità. Non ci resta che aspettarlo!





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