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Monica Marcandelli

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Tra i vini prodotti dall’azienda agricola VISTORTA, con sede nell’omonimo borgo, frazione di Sacile, in provincia di Pordenone, ALBA è l’ultimo nato. Nel 2022 la prima vendemmia, condotta totalmente a mano tra l’ultima settimana di agosto e la prima decade di settembre, nel rispetto dei tempi di maturazione di ognuno dei vitigni utilizzati per la produzione del blend: Friulano, Pinot Grigio, Chardonnay. Nel 2025 la presentazione al mondo. In mezzo, un iter produttivo che, tramite un approccio di attenta osservazione e profondo ascolto, si pone come obiettivo primario lo sviluppo dello specifico carattere di ognuna delle varietà che contribuiscono alla creazione di ALBA, al massimo della propria potenzialità espressiva. Pigiadiraspatura totale e pressatura soffice per Pinot Grigio e Chardonnay, fermentazione spontanea e separata in vasche di cemento, a temperatura bassa e controllata, affinamento sui propri lieviti in barriques non tostate, con bâtonnage periodico per qualche mese e poi riposo fino all’assemblaggio, senza alcun travaso. Ogni azione volta a preservare e valorizzare il patrimonio varietale di questi vitigni in termini di eleganza, essenzialità, purezza. Macerazione lunga una quindicina di giorni in vasca di cemento, dopo la fermentazione, e poi permanenza sulle proprie fecce nobili con bâtonnage periodici in botticelle da 500 litri e di acacia per il Friulano, “che la apprezza molto”, evidenzia Brandino Brandolini d’Adda, proprietario di VISTORTA e produttore di ALBA, garantendo struttura e riconoscibilità territoriale a questo vino. Nel marzo 2024 l’assemblaggio finale (50% di Friulano, 25% Pinot Grigio, 25% Chardonnay), nel luglio 2024 l’imbottigliamento, dopo una sosta di assestamento in vasca di cemento per qualche mese, e poi un periodo di affinamento in bottiglia di quasi un anno, per arrivare oggi alla degustazione di un vino dal carattere materico, sin dalla tonalità del colore, connotato da una intensa e profonda trasparenza, accompagnata da eleganti sentori di fiori, dell’acacia e tiglio e dente di leone percepibili al naso, resi vividi da sfumature speziate, allo zenzero e al pepe bianco, che anticipano un sorso morbido e pieno, delicatamente sapido, dal lungo finale agrumato, in un effetto d’assieme che fa dell’equilibrata consistenza e della godibile gradevolezza di beva la sua cifra.

“Il GAVI WORLD TOUR è, tra i tanti progetti promossi dal Consorzio, quello che ci permette di andare a trovare i nostri Clienti a casa loro.” Maurizio Montobbio, presidente del Consorzio di Tutela del Gavi, rieletto il 30 Aprile 2024 e attualmente al suo terzo mandato, dopo essere stato in carica nei trienni 2015-2018 e 2021-2024, apre con queste parole la tappa torinese del tour, animata dalla presenza di 29 cantine e ospitata il 05 Maggio 2025 dalla Delegazione AIS Piemonte presso la propria sede di Via Modena 23.

 Maurizio Montobbio, presidente del Consorzio di Tutela del Gavi (a destra nella foto, in piedi) e Filippo Bartolotta (a sinistra, in piedi) durante la masterclass.

Riconosciuta con decreto ministeriale del 06 agosto 2021 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 200 del 21 agosto 2021), la sottozona CASTELLINALDO dell’areale Barbera d’Alba DOC celebra la propria unicità durante “LA PRIMAVERA DEL CASTELLINALDO”, manifestazione giunta il 30 e 31 marzo 2025 alla seconda edizione, organizzata a PALAZZO RE REBAUDENGO, nella meravigliosa Guarene, dall’associazione I VINAIOLI DEL CASTELLINALDO (istituita il 09 febbraio 1992 con il nome di “I Vinaioli DI Castellinaldo”, quando Castellinaldo era ancora solo un comune, evidenzia Luca Morra, attuale Presidente dell’associazione, con l’obiettivo di valorizzare l’eccezionalità del Barbera di zona in termini di eleganza e armonia), e articolata in due giornate destinate ad accogliere il pubblico degli appassionati del mondo del vino e dei professionisti del settore – ristoratori, enotecari, distributori, giornalisti – con un banco d’assaggio in grado di offrire più di 40 etichette, prodotte da 21 cantine.  I VINAIOLI DEL CASTELLINALDO presenti a “LA PRIMAVERA DEL…

VENTIVENTI è il nome con cui i fratelli Riccardo, Andrea e Tommaso Razzaboni – assieme al padre Vittorio – hanno battezzato l’azienda vitivinicola di loro proprietà a Medolla, nell’estremo settentrionale dell’areale della MODENA DOC, quasi al confine con la provincia di Mantova, in riferimento all’anno in cui l’operatività aziendale è arrivata a regime ed è stata ultimata la struttura della loro cantina. “Annus horribilis” per antonomasia, per i fratelli Razzaboni il 2020 ha segnato la concretizzazione di un grande sogno comune e l’inizio di una nuova ed emozionante avventura: produrre vinispumanti metodo classico “netti e identitari, da un punto di vista territoriale e aziendale”, sottolinea Andrea, l’enologo di famiglia, seguendo alcune semplici, ma chiare e ferme linee guida, quali l’impiego di uve autoctone e l’esiguo quantitativo di anidride solforosa (all’incirca 30 grammi/litro), il bassissimo dosaggio in zuccheri (inferiore a 3 grammi/litro), il ridotto contenuto in alcool (massimo 12% in volume)…

ISOLABELLA della CROCE: Pinot Nero BRICCO del FALCO e Chardonnay SOLUM in verticale. BRICCO del FALCO è il Piemonte DOC Pinot Nero vinificato da ISOLABELLA della CROCE con uve provenienti al 100% da vigneti di proprietà situati a Loazzolo, comune della Bassa Langa Astigiana poco distante da Canelli e Nizza Monferrato, che “ti mette di fronte alla Natura”, racconta Luigi Isolabella della Croce, arrivato in questo “luogo immerso nel nulla più povero del Piemonte” nel 2001, assieme al padre Lodovico e al fratello Francesco, tutti animati dal prepotente bisogno di uscire dalla logica della città (Milano, dove gli Isolabella della Croce sono titolari dell’omonimo studio legale), per “ritrovare una radice più profonda”, il “legame fortissimo e indissolubile” che il Pinot Nero di Loazzolodimostra di avere con il territorio in cui nasce. Luigi Isolabella della Croce all’ingresso della omonima cantina in Loazzolo. L’essere “estremamente sensibile al terroir”, la “capacità camaleontica di…

“SINEFINIS”, senza fine, senza confine. Questo è il nome del vino spumante Metodo Classico frutto della collaborazione e dell’amicizia tra Robert Princic, enologo formatosi presso la facoltà di Enologia e Viticoltura di Conegliano Veneto, Master in Wine Business Management conseguito a Trieste e proprietario di GRADIS’CIUTTA, azienda vitivinicola con sede a Giasbana, località nel comune di San Floriano del Collio, a pochi chilometri da Gorizia, e Matjaž Četrtič, agronomo, a sua volta Master in Wine Business Management e produttore di vino nella Goriska Brda, il Collio Sloveno, oltre quel confine che nel 1947, all’improvviso, fece ricadere sotto due diverse giurisdizioni un unico territorio, ancora unito a livello culturale da una stessa identità, che è senza fine e senza confine. Transfrontaliera. Robert Princic durante la presentazione di Gradis’ciutta e dei suoi vini. “Vino orgoglioso di essere ‘europeo’, ‘made in Europe’”, evidenzia Robert Princic con un sorriso, perché prodotto con l’assemblaggio di…

“10 Sfumature di Pecorino” – “10 Shades of Pecorino Grapes”, è il nome del roadshow organizzato da Cantina Tollo Group (con sede a Tollo, in provincia di Chieti) per far conoscere al mondo il Pecorino – vitigno autoctono d’Abruzzo – in dieci diverse modalità espressive. Partito da Milano il 16 gennaio appena passato, il tour si concluderà a Roma nel corso del 2025, dopo avere toccato Usa, Cina, Canada, Giappone, Vietnam, UK, Singapore, Russia, Kazakistan, Azerbaijan e Polonia. Dieci etichette diverse, frutto della profonda propensione alla sperimentazione di Cantina Tollo fin dal 1960 (anno della sua fondazione come società cooperativa), con l’obiettivo di valorizzare al massimo un “vitigno fondamentale” come il Pecorino, così come nasce in Abruzzo, “una meravigliosa varietà, capace di incontrare il gusto contemporaneo dei consumatori, che sempre più si orientano verso vini bianchi, longevi, freschi e versatili”, spiega Sandro Ciavattella, Direttore Generale della cantina, raccontando delle attività…

Fondato il 31 maggio 1964 a Gorizia per volontà di 25 soci – tra i quali primo firmatario e primo presidente, in carica fino al 1999, fu il conte Sigismondo Douglas Attems Petzenstein, ricordato per avere “trasformato il Collio (…) in un prodotto unico e rappresentativo dell’intero territorio goriziano” – il Consorzio del Collio ha festeggiato negli scorsi mesi il suo sessantesimo compleanno. Tra le tante iniziative finalizzate a celebrare il raggiungimento di questo traguardo e a valorizzare e condividere il cammino percorso sin qui – con la pietra miliare del riconoscimento della Doc e approvazione del disciplinare di produzione il 24 maggio 1968 -, l’edizione di una pubblicazione dal titolo evocativo: “Il Collio, 60 Anni di Storia fra Vino e Territorio” (dalla quale è stata estrapolata la citazione sopra riportata tra virgolette, così come tutte le citazioni segnalate con la stessa modalità nel testo a seguire, se non diversamente…

Tommaso Inghirami e il Chianti Rùfina di Grignano: il “pensare nuovo” e la storia di famiglia. La sessione d’assaggio di annate storiche di Grignano, tenuta agricola con sede a Pontassieve, sulle alture a est di Firenze che rientrano nell’areale della DocG Rùfina (la sottozona più piccola per estensione nella denominazione del Chianti, con i suoi 12.500 ettari circa di vigneto), prende il via con un “inizio atipico”, evidenzia Tommaso Inghirami, rappresentante dell’ultima generazione della famiglia Inghirami di Sansepolcro il cui nome subito fa pensare ad Ingram, marchio storico nel settore tessile e moda italiano, e proprietaria di Grignano (600 ettari, 50 dei quali vitati e il resto destinati a oliveto, seminativo e bosco) dall’inizio degli anni ‘970. Tommaso Inghirami durante la presentazione di Grignano e dei suoi vini. L’atipicità sta nel fatto che il primo ad essere servito è un Vin Santo, da uve Trebbiano e Malvasia del Chianti appassite…

La Val Squaranto è una delle valli, orientate da nord a sud, che segnano, come tagli verticali e paralleli tra loro sulla mappa, il territorio della Valpolicella lungo tutta la sua estensione, dalla zona classica (che rappresenta l’estremo occidentale della denominazione), fino alla Valle Tramigna (che si trova all’estremo orientale). Compresa tra la Valpantena, a ovest, e la Valle di Mezzane, a est, entrambe citate in chiaro nel disciplinare di produzione dei vini Valpolicella Doc e DocG come comprensori d’elezione, la Val Squaranto ambisce ad essere riconosciuta allo stesso modo come sottozona con una propria specifica identità all’interno dell’areale. “E’ la valle più piccola e più spigolosa della denominazione, una valle collinare, con vigneti ad altitudini fino a 400 metri sul livello del mare, che garantiscono elevate escursioni termiche tra il giorno e la notte. Ricca d’acqua e molto ventilata, per via delle correnti d’aria fresca provenienti dai vicini Monti…