Castello di Meleto presenta Progetto Cru

Un Castello ricco di storia, circondato da mura e da vigne, il bucolico panorama del Chianti e un calice di vino rosso, tutto questo è Castello di Meleto .

Le prime testimonianze risalgono all’XI secolo, periodo in cui il Castello apparteneva ai monaci Benedettini della Badia a Coltibuono, da allora la fisionomia esterna del castello è rimasta quasi immutata: alla vista il maniero si presenta perfettamente integro. Molto invece è cambiato nella sua storia recente, una vera e propria rivoluzione che inizia nel 1968 con la “Operazione Vigneti” e ora con il “Progetto Cru”.

Castello_di_Meleto

“Abbiamo 142 volte un ettaro”: è con queste parole che Michele Contartese, direttore generale di Castello di Meleto, sintetizza al meglio l’importanza della valutazione delle diversità delle singole aree della tenuta e spiega la nascita del Progetto Cru, atto a selezionare i terreni più vocati, divisi in cinque zone diverse per clima, pendenze, esposizione, composizione dei suoli e altimetria: MeletoSan Piero, PoggiarsoMoci e Casi.

La BioViticola Toscana Castello di Meleto, custode del territorio a Gaiole in Chianti dal 1256, si estende su una superficie di 1000 ettari, di cui più di 700 boschivi. La vastità della tenuta, tra ulivi, boschi, vigneti e arnie, è una ricchezza che da sempre l’azienda si impegna a mantenere, con progetti di tutela e promozione della biodiversità.

Ne è emblema il Progetto Cru, in cui i vigneti più significativi della tenuta vengono valorizzati nelle proprie peculiarità grazie a una viticoltura al dettaglio, che permette la creazione di grandissimi vini: Vigna Casi Chianti Classico Gran Selezione DOCG 2017, Vigna Poggiarso Chianti Classico Gran Selezione DOCG 2017 e Camboi IGT Toscana Rosso 2018.Con queste referenze Castello di Meleto presenta i cru dei singoli vigneti e dimostra concretamente il lavoro che ha avviato negli ultimi anni sulla qualità dei vini e sull’immagine, con l’obiettivo di esprimere al meglio la vocazione del territorio e valorizzare la storia millenaria che li rende unici.

Vigna Casi

Casi: situata nella valle sotto al borgo medievale di Vertine, presenta un clima temperato grazie anche alla presenza di boschi che la circondano. Da oltre 30 anni Vigna Casi rappresenta il cru di Castello di Meleto; il Sangiovese qui trova condizioni ideali di terreno caldo e clima fresco, che permane anche nei periodi più siccitosi. I vigneti, a circa 450 m slm, si distinguono in Casi Sopra, coltivato ad alberello, e Casi Sotto, coltivato a Guyot.

Vigna Casi Chianti Classico Gran Selezione DOCG 2017: Sangiovese in purezza; parte della massa affina per 27 mesi in botti di rovere di Slavonia da 30 hl, parte in botte di rovere francese da 50 hl e un’ultima piccola parte in tonneaux. La scelta del legno deriva dalla qualità dell’uva proveniente da diversi piccoli appezzamenti del vigneto Casi. Profondo e vellutato; il bouquet si alterna tra il floraele e il fruttato con un tocco di speziato: viola, mirtillo, mora, gelso, timo e liquirizia. Il sorso è caldo e glicerico, i tannini morbidi ed eleganti, sapido e dotato di una buona freschezza che alleggerisce il tutto.

Vigna Poggiarso

Poggiarso: Il nome è composto dal termine poggio, per la sua natura montuosa, ed arso, per la sua esposizione a sud e la sua aridità dovuta ai terreni estremamente rocciosi. Poggiarso è la più secca e fredda delle tenute, le pendenze sono alte e l’altitudine sfiora i 530 m slm. Qui il Sangiovese trova condizioni climatiche estreme, che determinano una scarsa produzione ma alta qualità dei vini e dei profumi grazie alle forti escursioni termiche tra giorno e notte, soprattutto in estate. Il terreno è argilloso con grandi quantità di scheletro composto da alberese e galestro, tanto che i precedenti scassi

vennero fatti con la dinamite.

Vigna Poggiarso Chianti Classico Gran Selezione DOCG 2017Sangiovese in purezza, è il risultato della particolarità dei vigneti di questo cru, da cui si producono poche uve ma di qualità eccellente, ricche di aromi e di zuccheri, che, lavorate con la cura di Castello di Meleto, offrono vini dalla straordinaria complessità e longevità. In degustazione è verticale, granitico ed aristocratico come un Lord inglese. Un bouquet articolato, violetta, piccoli frutti rossi maturi, tocchi agrumati, graffite, lentisco e accenni speziati, quasi di incenso. Il sorso è elegante, sapido, fresco di estrema piacevolezza con tannini vibranti seppur ammalianti.

Chianti Classico Gran Selezione DOCG 2017

San Piero in Avenano: è la zona confinante con la Pieve di Spaltenna, edificio romanico di proprietà della BioViticolaToscana. È l’area più aperta e ventilata, caratteristica che permette di preservare la freschezza e mantenere le uve in perfetto stato di sanità. Qui il terreno è ricco di scheletro ed è concentrata la produzione del Vermentino, accanto al Sangiovese e a piccole percentuali di Malvasia Nera e Merlot. In quest’area si trova Camboi, un vigneto dedicato esclusivamente alla Malvasia Nera del Chianti, dalla quale nasce l’omonimo vino, prodotto da viti di 30 – 40 anni. La Malvasia Nera del Chianti è una varietà storicamente usata nel blend del Chianti Classico ma raramente usata in purezza; una varietà che rischiava di essere abbandonata perché difficile da coltivare e che Castello di Meleto ha voluto recuperare, notando quanto il suo potenziale spiccasse nei primi blend.  A Camboi (campo dei buoi), un tempo, venivano allevati i bovini e l’etichetta dell’artista Martine Janta, che identifica il Camboi IGT Toscana Rosso 2018, ricorda la storia originale. Un naso incentrato sulla frutta, visciole, marasche, fragoline di bosco, chinotto e rosa canina. Il sorso regala un’estrema piacevolezza per la sua immediatezza e agilità. Accattivante grazie alla grande freschezza, quasi agrumata, il tannino è piacevole e vivace, un vino versatile, facile sia nella beva che nell’abbinamento.

Vini eleganti, ognuno con il proprio stile, espressioni di un terroir che li caratterizza profondamente, certamente diversi, ma uniti da quell’eleganza che solo un lavoro artigianale può regalare.

Progetto Cru
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