La cultura del consumo è stata inoltre al centro dell’iniziativa “No Binge – Comunicare il consumo responsabile”avviata dalla Federazione insieme all’Università La Sapienza di Roma. L’iniziativa è stata presentata dal Prof. Alberto Mattiacci Professore Ordinario di Marketing & Business Management alla Sapienza e da Barbara Herlitzka, Presidente del Comitato Aspetti Sociali Bevande Alcoliche di Federvini che ha dichiarato “Siamo orgogliosi del successo di questa prima iniziativa che conferma l’importanza di sensibilizzare in particolare i più giovani, sul tema della moderazione. Abbiamo avuto un riscontro estremamente positivo dagli studenti coinvolti che hanno ben recepito il valore educativo di questo progetto. Contiamo di estendere ancora questo perimetro di collaborazione, interessando altre realtà accademiche italiane, con l’auspicio di coinvolgere le istituzioni”.

Nella tavola rotonda animata dagli interventi di Albiera Antinori, Presidente del Gruppo Vini di Federvini e di Giacomo Ponti, Presidente del Gruppo Aceti della Federazione si è discusso del valore del sistema IG e delle denominazioni DOP e IGP. Un valore che si distribuisce sui territori, sulle loro imprese, sui consumatori e sul posizionamento internazionale dell’enogastronomia italiana.

Il valore delle IG è riconosciuto dal consumatore finale sia sul mercato italiano che su quello estero, facendo registrare un differenziale di prezzo tra vini DOC/DOCG e quelli da tavola sia in GDO (+228%) che sul fronte dell’export (+50%). Non solo indicazioni geografiche e territorio: tra i driver di scelta dei consumatori assume un ruolo importante anche il brand: a pensarla così sono il 21% dei consumatori, come rivela la consumer survey condotta da Nomisma per Federvini – ha dichiarato Albiera Antinori – Raccogliamo con fiducia questi dati,  convinti che la strada della valorizzazione sia un percorso a senso unico: solo lavorando sulla qualità intrinseca e sul valore intangibile dei nostri prodotti saremo in grado di mettere al sicuro il nostro settore dalle tempeste che vediamo all’orizzonte. Al Governo chiediamo semplificazione ed un quadro normativo che favorisca la creazione di valore.”

Gli attacchi che da più fronti hanno insidiato nei mesi scorsi alcuni tra i prodotti più caratterizzanti del patrimonio agroalimentare italiano, dall’Aceto Balsamico di Modena al Prosecco DOP, devono ricordarci che la battaglia per la tutela del Made in Italy ha un carattere prioritario per le imprese e per il Paese – ha sottolineato Giacomo Ponti – Nella dimensione del mercato globale in cui ci confrontiamo non possiamo derogare alla riconoscibilità della qualità e della particolarità dei prodotti di cui siamo ambasciatori nel mondo. Per questo chiediamo al Governo che, senza indugi, proceda quanto prima a promuovere un ricorso contro la Slovenia e Cipro. Sul Piano comunitario, invece, guardiamo con speranza alla riforma del Regolamento delle IIGG in corso in Europa per garantire al meglio il rispetto dell’autenticità dei prodotti, ponendo un freno alle imitazioni e falsificazioni che rischierebbero di causare un danno ai nostri comparti”.

Nel corso dell’Assemblea sono state presentati e diffusi i dati emersi dalle ricerche dell’Osservatorio Federvini in collaborazione con Nomisma e TradeLab. In particolare:

Andamento dell’export

Cresce nel 2022 rispetto all’anno precedente l’export di vino italiano nel mondo, con le eccezioni di Germania e Cina. Tra i mercati più ricettivi quello britannico (+46,5%) e giapponese (+25%). Record delle esportazioni di spiriti nazionali che lo scorso anno hanno prodotto un fatturato di 1.650 milioni di euro, +25% sul 2021. Bene anche l’aceto balsamico, con segno più a doppia cifra (+15% in valori rispetto al 2021) nei principali mercati di destinazione tra cui Stati Uniti e Germania.

 

Mercato del “fuori casa”

Notizie positive anche sul fronte dei consumi fuori casa, in ripresa dopo il periodo pandemico (+19% delle visite rispetto al 2021), che genera nel complesso un fatturato 93 miliardi di euro.

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