
“Nel Veneto occidentale la vendemmia del Pinot grigio si è conclusa intorno alla metà di settembre”dichiara Alberto Marchisio, Direttore Generale di Cantine Vitevis e Presidente Assoenologi Veneto Occidentale, “Rispetto alle previsioni di luglio, considerato l’avvio un po’ complicato dovuto a piogge ripetute, non vi sono state problematiche importanti a livello sanitario e la qualità dell’uva ha di gran lunga superato le nostre aspettative. Il vendemmiato è di qualità ottima, superiore a quella dello scorso anno. Confermato invece il calo produttivo per una media del 15% circa, che arriva a toccare il 20% in aree circoscritte e maggiormente colpite dalla grandine e della gelata di aprile”.
Rodolfo Rizzi, Direttore di Cantina di Ramuscello e San Vito e Presidente Assoenologi Friuli Venezia Giulia descrive una stagione produttiva di non facile gestione, causata soprattutto dal clima siccitoso e molto caldo, che ha spesso indotto il vignaiolo ad intervenire con l’irrigazione di soccorso o a posticipare la defogliazione (per le alte temperature di agosto), ma “che ha portato a maturazione un’uva eccellente, con un equilibrio perfetto dei parametri chimici, superiore alla media. La vendemmia è iniziata con un ritardo di 10/15 giorni, terminando intorno al 22 settembre e la quantità, come previsto a metà estate, risulta leggermente inferiore al 2020 di circa il -5%”.
A chiudere ufficialmente la stagione produttiva 2021 del Pinot grigio nell’areale DOC delle Venezie è il Trentino “Anche per i viticoltori della Provincia Autonoma di Trento non è stata un’annata semplice, soprattutto a causa della gelata primaverile, di un maggio freddo rispetto alla media storica e della scarsità di piogge. Ciò nonostante, si è sempre registrata un’ottima situazione fitosanitaria, senza infezioni né di peronospora né di oidio, e nessun danno significativo da grandinate. Siamo molto soddisfatti del profilo qualitativo del nostro Pinot grigio, mentre la quantità risulta inferiore rispetto al 2020 di circa il 10%”, commenta Goffredo Pasolli, enologo dell’azienda vitivinicola Gaierhof di Roverè della Luna (TN) e Presidente di Assoenologi Trentino.
Con la chiusura dell’ultima stagione produttiva, la DOC delle Venezie sta assistendo a un notevole aumento dei prezzi dell’uva, in parte dovuto a una diminuzione dell’offerta, ma soprattutto legato alle misure straordinarie di gestione oggi in vigore: mitigazione delle rese, blocco degli impianti e stoccaggio amministrativo. “Questa è a tutti gli effetti la seconda stagione produttiva che avvalora la tenuta del nostro ambizioso progetto” dice il Presidente del Consorzio di Tutela Albino Armani “Attualmente assistiamo ad un incremento del prezzo dell’uva pari al 30-35%. Questo trend era iniziato già a settembre 2020, a dimostrazione di come la nostra DOC stia raggiungendo, anno dopo anno, il valore e l’accreditamento meritati: un ‘percorso di crescita’ legato soprattutto alla gestione del potenziale di produzione voluta dal Consorzio delle Venezie, misure che – unite all’eccezionale qualità del prodotto – concorrono a mantenere un rapporto qualità/prezzo rispondente e di conseguenza aiutano a garantire la fidelizzazione del consumatore finale. Aumenti di prezzo come questi non sono sempre di facile comprensione per il mercato, le DOC grandi come la nostra e ancora in parte legate al varietale avrebbero bisogno di variazioni e crescite dei prezzi lente e costanti. Confidiamo nel sostegno dei grandi gruppi, partner cruciali per la crescita della nostra DOC, che a loro volta credono nel nostro lavoro a tutela di un clima di serenità commerciale e propedeutico all’ulteriore consolidamento del brand Delle Venezie”.