“Coltivo vigne e produco vini a Cavaion Veronese, nel cuore della zona di produzione del Bardolino. La mia prima vendemmia è il 1984. Fin da piccola a casa sentivo parlare di vigne e di vini e ricordo ancora i mesi di ottobre in cui, dopo la scuola, si andava a vendemmiare. Sono sempre stata affascinata da questo mondo scandito dalle stagioni e così è maturato il desiderio di farne parte, di contribuire, sapendo ascoltare la vigna e la terra, a far nascere vini miei” così si presenta Matilde Poggi, sul sito della sua cantina Le Fraghe.
Una vignaiola forte e indipendente che non segue le mode, ma va dritta per la sua strada. Il vino che produce, in primis, deve piacere a lei rigida giudice di sé stessa. Una vita all’insegna del “rosa” che non vuole esser il dolce e delicato colore, ma portavoce della famiglia. Ròdon è il nome del suo primo vino rosato. Ròdon, in greco antico, significa “rosa”: un colore, un fiore e un nome. Infatti, la madre di Matilde si chiamava “Rosa” e prima ancora una cara zia. Un filo di memoria che si intreccia alla terra, all’uva per terminare nel vino.
Ma chi è Matilde Poggi?
Matilde Poggi custode del territorio, una vita costellata di importanti incarichi per poi ritornare a dedicarsi alla propria azienda. Tra i fondatori di FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti), di cui è stata Presidente dal 2013 al 2021, alla guida di CEVI (Confédération Européenne des Vignerons Indépendants), fino a pochi mesi fa, e tra i soci dell’associazione internazionale Rosés de Terroirs, un’associazione nata dai produttori del Tavel nel 2020 con l’idea di fondare un movimento dedicato alla promozione del rosé di territorio. Nel cuore il “rosa” che lei definisce «il terzo colore del vino» che affianca il rosso e il bianco. Su terreni morenici sciolti e molto ricchi di minerali ha scelto –tra prove, errori, correzioni e nuovi tentativi – di mettere nel calice la sua passione in rosa attraverso la Corvina e Rondinella, le uve rosse del Bardolino e dell’Amarone, espressione di territorialità e indiscussa longevità.

Le Fraghe
Nata nel 1984 l’azienda prende il nome dal vigneto attiguo alla cantina che, dopo la conversione al biologico avvenuta nel 2009, si è spontaneamente riempito di fragole selvatiche, “fraghe” nel dialetto locale, scomparse negli anni del regime convenzionale. I vigneti de Le Fraghe sorgono su terreni morenici con forte presenza di minerali e si estendono su una superficie di 34 ettari, di cui 30 vitati, nei comuni di Cavaion Veronese, Affi e Rivoli Veronese. Clima mite, perfetta esposizione, correnti e fresche brezze che spirano dal lago, il risultato sono vini eleganti, freschi, dotati di spiccata mineralità e sapidità.
Ròdon Chiaretto di Bardolino DOP in verticale
Ròdon è stato il primo approccio di Matilde alla categoria, oggi affiancato da Traccia di Rosa. Nasce da vigne con più di vent’anni di età nel territorio di Affi e Cavaion Veronese, a un’altitudine di 190 metri sul livello del mare, con esposizione a sud. Corvina 80% e Rondinella 20%. La Corvina è un’uva che matura sempre bene, dona la speziatura che aumenta con qualche anno di bottiglia. La Rondinella apporta aroma fruttato e una struttura complessa. I due vitigni vengono vinificati separatamente; la macerazione del mosto con le bucce viene effettuata a bassa temperatura ed ha una durata di circa 6-8 ore, cosicché il colore estratto sia il più possibile vivace e giustamente intenso. Solo acciaio e nessun lievito selezionato, tappo a vite a proteggere il tutto, questo per preservare il vino dallo scorrere del tempo.
Tre annate a confronto, tre vini uguali e diversi dove l’annata ha giocato un ruolo fondamentale.
Ròdon Chiaretto di Bardolino DOP 2023: annata calda e disomogenea; marzo caldo e aprile caratterizzato da gelate che hanno influito sulla formazione dei germogli, con giugno e luglio segnati da piogge abbondanti. La calda estate ha avuto nelle piogge un aiuto per lo sviluppo del grappolo e per la sua maturazione. Nel calice un rosa pesca tenue, un naso giocato su note di frutta polposa tra il tropicale e l’agrumato, fragolina, papaia, lime, quasi un mandarino, estremamente piacevole. L’assaggio è avvolgente, fresco, ritorna il frutto e l’agrume, e la mineralità mixata alla salinità tipica del territorio.
Ròdon Chiaretto di Bardolino DOP 2022: Annata molto calda e siccitosa, di conseguenza le rese sono state più basse in vigna. Un’annata difficile da interpretare soprattutto per i vini in rosa. Il colore non si discosta molto dall’annata precedente. Tornano le note agrumate, un’arancia sanguinella, piccoli frutti rossi e rosa canina, il tutto avvolto da note minerali che invitano all’assaggio. In bocca è di più facile approccio rispetto al 2023, fresco ma ancor più sapido quasi tendente all’ammandorlato che donano lunghezza, persistenza e tridimensionalità al sorso.
Ròdon Chiaretto di Bardolino DOP 2021 un’annata molto simile al 2023, calda, discontinua e con alcune gelate che hanno causato qualche problema per la maturazione fenolica delle uve. Estate molto calda e piogge sparse nel mese di agosto.
La tonalità del rosa, in questo calice, vira al salmone. Tornano le note agrumate, in questo caso un pompelmo rosa e cedro e un principio di evoluzione idrocarburica, su una base fruttata e floreale. Fresco, minerale ed estremamente elegante, senza nessun residuo zuccherino. Forse il più particolare dei tre, dove si vede che l’evoluzione nel tempo regala un fascino particolare a questo calice.
Costa cieca 11,00 euro
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