Le V del Vino cinque grandi vitigni: Verdicchio, Veltliner, Vermentino, Vernaccia e Viognier

 

Con il caldo e la bella stagione si iniziano a stappare vini bianchi perfetti grazie alla loro freschezza, leggerezza e capacità di accompagnare piatti estivi come insalate, pesce, frutti di mare e formaggi freschi. Non si differenziano solo per il colore, ma per tipologia, vitigno e vinificazione per regalare tante sfumature di profumi, sapori ed emozioni. E poi un vino bianco non fa sempre rima con semplicità, anzi troviamo vitigni bianchi importanti che sono stati affinati in legno o anfora o che, magari, hanno fatto macerazione.

E chi ha detto che il vino è sempre serio e solo per professionisti? Il vino è prima di tutto, condivisione e convivialità.

Magari si possono organizzare incontri a tema: per zona, per vitigno, per stile produttivo…ma anche per lettera. Proprio questo è stato il file rouge che ha legato la degustazione all’Enoluogo di Milano. Cinque produttori, cinque zone diverse e cinque vitigni a bacca bianca che iniziano con la lettera V.

 

Vito Cardinali e il Verdicchio dei Castelli di Jesi

Verdicchio dei Castelli di Jesi ha una storia ricca e affascinante che risale almeno al XVI secolo ed è tra i vini bianchi più celebri d’Italia.

Vito Cardinali, un uomo che ha fatto del Verdicchio dei Castelli di Jesi la sua bandiera, parte da tutt’altra esperienza lavorativa, ma il suo sogno è sempre stato quello di fare del buon vino. Finalmente con la prima vendemmia, la 2023 il sogno si fa realtà. Siamo a circa 200 metri di altitudine, le uve maturano su terreni argillosi e sabbiosi, coccolate da un ‘ agricoltura biologica che esclude qualsiasi sostanza chimica invasiva.

Verdicchio dei Castelli di Jesi Vito 2023 solo acciaio per esaltare il varietale del vitigno. Giallo dorato con sfumature verdi oro. Un naso vivace e diretto con note di frutta e fiori gialli, un tocco di erba sfalcciata e di mineralità. Il sorso è verticale con una bella freschezza che è la protagonista con una bella sapidità finale.

Tenuta Sommer e il Grüner Veltliner austriaco

Attraversando le Alpi, arriviamo in Austria, dove la famiglia Sommer coltiva con amore il Grüner Veltliner, il vitigno bianco più famoso del Paese. Nei vigneti del Leithaberg, su suoli di ardesia, nasce un vino che è un vero viaggio sensoriale. Il rispetto per la natura e il terroir è palpabile, con una vinificazione che privilegia il basso intervento e un affinamento in acciaio e botti di legno vecchio. Il vigneto Halser si trova sui pendii sud-orientali del Leithagebirge a Purbach. Il terreno è costituito principalmente da calcare con un sottile strato di franco-sabbioso sulla superficie.

HALSERLEITHABERG DAC Grüner Veltliner 2022 Al naso erbe di campo, frutti tropicali bianchi, lime, cedro candito, mela fresca e nocciola verde. Fresco, verticale, succoso, ritorna la nocciola quasi caramellata e tocchi speziati, il sorso rivela un’acidità fine e una mineralità intensa con un’ottima lunghezza. Un vino estivo perfetto in ogni occasione.

Dac Leithaberg Grüner Veltliner Alte Reben 2023 al naso note di frutta gialla matura, gelsomino, pompelmo, cedro, lime e mandarino, con accenti decisi di pietra focaia, ovvero idrocarburi… In bocca, il sorso è avvolgente, rassicurante e invitante, in una bellissima alternanza tra sapidità e freschezza con una persistenza glicerica agrumata.

Tenute Gregu e il Vermentino di Gallura Superiore

In Sardegna ecco Tenute Gregu, dove il Vermentino è il suo cuore pulsante con tre sfumature, dove la differenza sta nella provenienza delle uve.  Sul Rias le uve utilizzate provengono dai vigneti più giovani, sul Seleno le uve provengono dai vigneti più vecchi di due appezzamenti. L’azienda, infatti, si sviluppa su due zone differenti per altitudine essendo il Comune di Calangianus in collina e si va dai 440 fino ai 490 m sopra il livello del mare, dove le importanti escursioni termiche riescono a creare e a dar vita alla magia della “muffa nobile”. In entrambi gli appezzamenti si trovano sia vigne vecchie sia vigne giovani. Il terreno deriva principalmente da un disfacimento granitico, ma mentre nell’appezzamento più basso i vigneti sono totalmente circondati da boschi con la presenza di due laghetti che regalano un microclima particolare, salendo, e passando nell’altro appezzamento, il bosco diminuisce e si ha una situazione più aperta, più arieggiata. Quando si avvicina l’epoca di vendemmia l’appezzamento con l’altitudine minore ha un ritardo in maturazione rispetto all’altro, perché la presenza dei boschi e di questi due laghetti vanno a mitigare molto la temperatura e quindi si ha una maturazione molto più lenta. Entrambi gli appezzamenti sono costantemente esposti a venti, nella parte dell’appezzamento circondato dai boschi questa situazione è un po’ più mitigata, l’altro invece è molto più esposto ai venti, questo aiuta per limitare i trattamenti che solitamente sono due durante tutta la stagione.

Vermentino di Gallura DOCG Rías 2024 solare, agile e diretto. Un bouquet giovane e immediato, colpisce subito per le note fruttate che richiamano l’estate, spicca il melone, la pesca, le erbe aromatiche come il basilico stesso. In bocca è fresco e sapido, quasi un leggero salato che allunga la sua persistenza gusto olfattiva.

Vermentino di Gallura DOCG Superiore Selenu 2023 sicuramente un cambio di marcia, una beva più evoluta che ci riporta alla mente i paesaggi sardi con le spiagge e il profumato vento iodato che porta con sé note di lavanda, zafferano ed arbusti balsamici.

In bocca si iniziano a percepire accenni di idrocarburi, un ricordo di zafferano il tutto avvolto da una morbidezza glicerica. Un vino più introspettivo rispetto al precedente ma denso di emozioni.

Il Colombaio di Santa Chiara e la Vernaccia di San Gimignano

Il Colombaio di Santa Chiara è custode della Vernaccia di San Gimignano, la “dama bianca” delle colline senesi. Che dire della Vernaccia…la Vernaccia di San Gimignano ha radici profonde che affondano nel Medioevo, con testimonianze che risalgono al 1200. È un vino bianco prodotto con l’omonimo vitigno coltivato sulla collina di San Gimignano, in Toscana. La prima DOC italiana ottenuta nel 1966, la sua storia è segnata da un’antica tradizione, la sua fama si diffonde tra i nobili, i re e i papi, e Dante la cita nella Divina Commedia. Questo vitigno autoctono, ricco di storia e fascino, è capace di raccontare l’anima del territorio collinare toscano.

Selvabianca Vernaccia di San Gimignano DOCG 2024 100% Vernaccia di San Gimignano macerazione pellicolare a ciocca intera. Pressatura soffice a grappolo intero. Fermentazione a temperatura controllata in tini di cemento e acciaio inox. Una Vernaccia diretta e fresca, note minerali, in perfetto equilibrio. Si presenta con un bouquet di frutta a polpa bianca, pesca, mela, lime, uva spina, mughetto, ailanto, timo e limoncino. Al palato è teso, vibrante e fresco, caratterizzato da una sapidità incisiva. Grande struttura sotto mentite spoglie.

Campo della Pieve Vernaccia di San Gimignano DOCG 2023 100% Vernaccia di San Gimignano macerazione pellicolare a ciocca intera. Pressatura soffice a grappolo intero. Fermentazione spontanea a temperatura controllata in vasche di cemento. Affinamento per 18 mesi sulla feccia nobile. Al naso si presenta complesso con note agrumate e floreale giallo inteso. Il secondo naso si esprime con note di nocciola tostata, spezie orientali e note iodate. Al palato è sapido, profondo, elegante e avvolgente. Un vino certamente più celebrale del precedente.

L’Alberata Vernaccia di San Gimignano DOCG 2022 100% Vernaccia di San Gimignano macerazione pellicolare a ciocca intera. Pressatura soffice a grappolo intero. Fermentazione spontanea a temperatura controllata in botte grande. Affinamento sulla feccia nobile: un anno in legno, 6 mesi in cemento. Vernaccia un vitigno dal carattere che non va interpretato, ma assecondato nella sua profondità. Un calice sicuramente affascinate, nei rimandi aromatici, le note di idrocarburi piano piano prendono il posto delle note fruttate, le spezie fanno da corolla come petali dalle mille sfumature: vaniglia, iodio, accenni balsamici e ricordi agrumati. Il sorso non tradisce, deciso al palato, scattante e avvolgente.

Michele Satta e il Viognier di Bolgheri

A Bolgheri troviamo Michele Satta, tra i fondatori della DOC Bolgheri, il quale dà vita a un Viognier, che rompe gli schemi, dal nome “GiovinRe”, un inno alla Costa Toscana. Di padre in figlio, la cantina è ora seguita da Giacomo Satta, che ama definirsi “artigiano del vino”.  Tutto è curato in ogni dettaglio, dalla vigna alla cantina, i vini prodotti parlano di un sapere di famiglia, ma con una visione più moderna e rivolta al futuro, capaci di conquistare il palato e il cuore di chi li degusta. Il suo Vermentino racconta il vento, il mare e il sole di questa terra straordinaria.

«Il vino è l’uva che si trasforma, che diventa un’altra cosa, straordinariamente più suggestiva e più buona e diversa nel tempo, che ti inebria un po’ e ti apre uno spazio del cuore» Michele Satta.

 “Giovin Re” un nome che magari può far pensare ad “giovane re” invece più semplicemente è l’anagramma di Viognier.

GIOVINRE Toscana – I.G.T. 2023 100% Viognier un vino nato quando, assaggiando l’uva in vendemmia e percependone la straordinaria ricchezza aromatica, si è deciso di vinificarlo in purezza. Le uve vengono raccolte in due momenti: una prima vendemmia più acida e la seconda a maturazione piena. La pressatura è a grappolo intero. Il mosto viene così decantato 3 giorni a 5 gradi e travasato. Dopo l’inoculo dei lieviti ai primi accenni di fermentazione il vino viene travasato in barriques, cemento e anfore. Il naso regala note di frutta matura e un floreale caldo, albicocca, agrumi, spezie orientali, cardamomo, incenso e note vanigliate. In bocca è avvolgente, glicerico con una bella freschezza. Una capacità di invecchiamento che può arrivare fino a 15 anni.

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