Pasquale Pelissero 100 Vendemmie

Pasquale Pelissero 100 Vendemmie nella Langa del Barbaresco

La storia della famiglia Pelissero inizia nel lontano 1921, quando i due fratelli Giuseppe e Giovanni stipulano l’atto di acquisto di Cascina Crosa con due ettari di vigneti intorno all’azienda. Insieme curano la campagna, la stalla, le vigne e conferiscono le uve alla cantina sociale di Neive. Giuseppe sposa donna Aurelia Cesarina, da cui ha dieci figli: nove femmine e un solo maschio: Pasquale. Quando Giuseppe muore nel 1956 a causa di incidente sul lavoro, l’azienda passa a Pasquale allora diciasettenne, perché in Piemonte vigeva ancora la regola per cui l’azienda passa in eredità solo per parte maschile. Accanto a lui mamma Aurelia e la sorella più piccola Rosa, che aveva 15 anni, un compito non facile per due ragazzi così giovani. Negli anni 60 Pasquale lavora per qualche anno alla Ferrero, ma il richiamo della vigna è stato più forte. In cantina ci sta poco: «Quando curi tanto e bene la tua vigna – afferma – in cantina hai poco da fare». Negli anni, con tanto lavoro e tanti sacrifici, mette insieme la proprietà e nel 1971 esce la prima bottiglia di Barbaresco Cascina Crosa. Nel 1970 si sposa con Gregorina Isabella e ha tre figlie: Ornella la primogenita nasce mentre la mamma sta vendemmiando e sarà lei a prendere in mano le redini dell’azienda paterna.

Ornella Pelissero e il figlio Simone enologo

Ornella e Simone, le nuove generazioni

Ornella a 15 anni è in Azienda, cresciuta tra i filari, conosce già tutto dell’uva. Comincia a lavorare accanto al padre: ascolta, impara e carpisce i segreti del mestiere, ma nel 2007 Pasquale muore, a pochi giorni dalla vendemmia. La famiglia Pelissero è scossa, Ornella si rimbocca le maniche e il giorno dopo il funerale incomincia a vendemmiare. Inizia così la guida femminile nell’azienda che porta il nome del papà. Con lei nasce il Barbaresco che rivendica la Menzione Geografica Aggiuntiva San Giuliano. Oggi accanto a Ornella, lavora anche il figlio Simone, classe 1999, diplomato alla Scuola Enologica nel 2018, ma «sul Barbaresco non mette ancora le mani» sentenzia mamma Ornella. Da sempre, la filosofia è la stessa: un grande vino nasce in vigna. Per questo si investe molto tempo a curare la terra. Vinificano solo uve di loro produzione e affinano i vini e il Barbaresco in modo tradizionale, in botti grandi di rovere francese da 25/30 ettolitri.

L’ azienda Pasquale Pelissero conta 8 ettari di vigneti in un corpo unico attorno a Cascina Crosa.  Sono stati quasi tutti reimpiantati da Pasquale negli Anni 90. La vigna di cui Ornella e Simone vanno più orgogliosi è la San Giuliano. «San Giuliano» è una delle 66 Menzioni Geografiche Aggiuntive consentite dal disciplinare del Barbaresco. Qui troviamo un ciabot, casettina in mattoni tipica della Langa, che custodisce la statua del santo che dà il nome alla MGA.

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Barbaresco  Cascina Crosa DOCG 2020

“Sotto il campanile di Neive, dove l’orologio batte anche i quarti d’ora, è il posto più bello del mondo! Questa frase la ripeteva spesso mio papà Pasquale – racconta Ornella – mentre passeggiavamo nella vigna di nebbiolo dalla quale nasce il nostro Barbaresco Cascina Crosa”.

Nel 1971, sotto la guida di Pasquale Pelissero, esce la prima bottiglia. La vigna ha 65 anni e fu piantata da nonno Giuseppe, si trova sotto il campanile di Neive ed è poco più di una “giornata piemontese” come si misura la terra in Piemonte.

Questo Barbaresco è vinificano secondo tradizione, pigiadiraspatura soffice e a temperatura controllata. Affina in botti grandi di rovere francese da 25/30 ettolitri per 2 anni. Nel calice si presenta di un bel rosso granato con qualche sfumatura aranciata. Il bouquet parte dal floreale, rosa, violetta ed accenni di marasca. Si apre poi con note speziate, pepe, liquirizia, chiodo di garofano, china, ginepro, graffite e cacao. Il sorso è teso, sapido e con una buona freschezza; bella la trama tannica, tornano le note fruttate scure, buona la persistenza. Perfetto l’abbinamento con salumi e formaggi locali, primi piatti come i tagliolini ai funghi o i ravioli al ragù, funghi fritti, brasati, carni rosse, ma anche con formaggi di media stagionatura o semplicemente con un Grana di 24 mesi.

Potremmo concludere dicendo che i vini dell’Azienda Pasquale Pelissero sono frutto di amore, sacrifici e dedizioni per una terra che ha visto nascere e crescere le generazioni di una famiglia legata a filo doppio con questi filari.

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