Quando il cuore si batte per la denominazione: il caso del Collio “Vino da Uve Autoctone”
Un gruppo di produttori, tra i quali anche Ronco Blanchìs, ha lasciato alle spalle il singolo marchio e ha fatto squadra per spingere la denominazione eraccontare l’autenticità del Collio
È nel segno della collaborazione e dell’amore per il territorio che continua a crescere il progetto Collio Vino da Uve Autoctone, un’iniziativa condivisa da un gruppo di vignaioli, tra i quali anche l’azienda Ronco Blanchìs, uniti dal desiderio di preservare e valorizzare l’autenticità della loro terra.
L’idea, partita più di dieci anni fa dalla sinergia tra Terre del Faet di Andrea Drius e la cantina Edi Keber, ha dato vita a un movimento spontaneo che oggi coinvolge quasi quindici produttori. L’obiettivo comune è semplice e ambizioso allo stesso tempo: raccontare il Collio attraverso vini che siano espressione sincera delle uve autoctone e del luogo da cui nascono, sotto l’egida di “Vino del Territorio”. Da questa volontà è nata una rete di persone e di valori. La piccola scritta sulla retroetichetta si è evoluta in un segno distintivo condiviso: un’etichetta frontale dove la parola Collio è protagonista, seguita dalla dicitura “Vino da Uve Autoctone”. Una scelta che permette al vino di raccontarsi “da solo”, diventando ambasciatore visivo e culturale di un territorio unico.
Ronco Blanchìs, piccola realtà del luogo e oggi parte del gruppo Venegazzù Vini, si è unita a questo percorso di valorizzazione delle eccellenze del Collio. Al centro dell’iniziativa per Blanchìs si distingue il Collio 2023, un vino da uve autoctone che riflette il profondo legame tra la cantina, la sua storia e la terra da cui nasce. Frutto della secolare tradizione del Bianco del Collio, nasce come espressione autentica delle varietà locali (Friulano, Ribolla Gialla e Malvasia) con cui Ronco Blanchìs continua ad esaltare un patrimonio enologico fatto di identità, qualità e rispetto delle proprie radici.
Oggi, questo gruppo di produttori guarda avanti, con la volontà di accogliere nuovi membri e ampliare una comunità fondata sulla collaborazione, la trasparenza e la valorizzazione dell’identità locale. Un modello virtuoso di cooperazione nel mondo del vino, dove la competizione lascia spazio al senso di appartenenza e alla condivisione di un patrimonio comune.


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