L’ingresso in “società” enoica delle bollicine Metodo Classico Grignolino del Monferrato Casalese DOC rappresenta un grande valore aggiunto per il territorio, fregiandolo di un primato autoctono distintivo e rappresentativo, che nella sua natura non ha confronti. Ad esprimere un parere dal punto di vista organolettico, e non solo, sulla nuova tipologia di vinificazione del vitigno “nobile e ribelle”, bandiera del Monferrato casalese, rivendicabile dalla vendemmia 2024, è l’enologa e biologa Dora Marchi, Direttore Tecnico e Responsabile del Laboratorio Controllo di Qualità del Centro di Ricerca Applicata all’Enologia Enosis Meraviglia a Fubine, dell’eno-scienziato Donato Lanati. “L’introduzione della bollicina Metodo Classico di Grignolino è una bella iniziativa, in grado di rilanciare, con forza, la valorizzazione del territorio e dei vignaioli che lo producono” apprezza l’enologa. “Tuttavia, non è facile. Dal vitigno alla vigna fino alla cantina, scelte e pratiche dovranno essere oculate e lungimiranti.Indispensabile, per un Metodo Classico di qualità, dedicare vigneti…
Oltre all’Altalanga, al Franciacorta, all’Alto Adige e al Trento, dal 1° settembre 2024, il Nord d’Italia avrà un’altra bollicina Metodo Classico rivendicabile made in Monferrato. A fare l’atteso ingresso in società, sarà il Grignolino del Monferrato Casalese doc Spumante Rosé, la cui domanda di proposta di modifica del Disciplinare di Produzione era stata presentata dal Consorzio di tutela vini Colline del Monferrato Casalese ben 4 anni fa. E’ del 12 agosto scorso la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Regolamento di Esecuzione dell’Unione Europea, che entrerà in vigore il 1° settembre. Il Grignolino del Monferrato Casalese Spumante Rosè doc sarà, dunque, rivendicabile a partire dalla vendemmia 2024. Da tempo, i vigneron monferrini attendevano tale modifica, fortemente voluta con l’intento di estendere l’offerta del vino bandiera del territorio e, contestualmente, di recuperare un’antica sperimentazione/produzione. Da documenti storici ritrovati negli archivi monferrini, risulta che lo spumante prodotto con uve Grignolino risalga alla fine…
“Condivido la tradizione piemontese quando sostiene che i vini richiedono tempo per esprimersi al meglio. Pur nella loro diversità, infatti ognuno dei vitigni che coltiviamo dà un prodotto che si valorizza nella lenta maturazione in bottiglia.” In queste poche parole è racchiuso il pensiero di Guido Carlo Alleva, milanese ma con radici monferrine, che nel 2000 acquisisce la settecentesca Tenuta Santa Caterina a Grazzano Badoglio. Ventitré ettari di vigneti, attualmente in conversione biologica. Attraverso uno studio di zonazione si sono scelti vitigni, portainnesti e cloni più adatti alle caratteristiche del terreno per un totale di sei varietà: Grignolino, Freisa, Barbera, Nebbiolo, per i quali vengono utilizzati solo lieviti indigeni, Chardonnay e Sauvignon Blanc. Dopo una lunga ristrutturazione conservativa dell’intera Cantina, Carlo Alleva si dedica con passione ad una viticoltura orientata alla piena sostenibilità. “Piante micorizzate, messe nelle condizioni ideali per esplorare il terreno e per questo più forti e capaci…
Quando si parla di Mattia Vezzola il pensiero va subito a un Metodo Classico, che sia Franciacorta o Valtènesi, il suo stile è inconfondibile. Per Mattia Vezzola enologo e patron della cantina Costaripa, sita nel cuore della Valtènesi, il 2023 è un anno speciale, infatti, ricorre il 50° anniversario della sua linea “Mattia Vezzola Metodo Classico” una ricorrenza che va festeggiata degnamente. Tutte le bottiglie riporteranno un claim che riassume la sua filosofia di lavoro “50 anni che le amo” per tutto il 2023. Poche parole che descrivono non solo un vino ma la personalità di un grande professionista dell’enologia contemporanea e della sua passione per le bollicine e per ciò che rappresentano: la piacevolezza della vita, l’eleganza e la condivisione. Mattia Vezzola, cresciuto in campagna, da bambino sognava di diventare veterinario nell’azienda agricola di famiglia, ma il padre lo spinge a intraprendere gli studi di enologia. Così nel 1972,…
Per presentare un nuovo prodotto ci vuole una location all’altezza e il gruppo Bacci Wines con Jacopo Bacci ha scelto Ceresio7 per presentare l’arrivo di Barbaione, un Metodo Classico 100% Sangiovese pas dosè. Bacci Wines, è costituita da 5 aziende biologiche tutte indipendenti, condotte da Marco Bacci e seguite dall’enologo Stefano Marinari: Castello di Bossi, Tenuta di Renieri, Barbaione, Renieri e Terre di Talamo, oltre 900 ettari di terreni dai quali si ottengono oltre 21 etichette fra vini rossi, bianchi, rosè, dolci e spumanti. “Per noi era fondamentale ottenere un prodotto di qualità, che rispecchiasse i valori della attuale gamma di vini che abbiamo in commercio. Un vino con un suo carattere che identifichi la zona di produzione, il Chianti Classico; dopo vari tentativi dal primo nel 2015, siamo pronti a presentare la nostra nuova bollicina Metodo Classico: Barbaione!” – racconta Jacopo Bacci. Il Sangiovese è il vitigno principe della Toscana e quindi il portavoce ideale per…
Là dove l’Appennino scivola nella Pianura Padana, in una delle più belle valli piacentine, sorge Cantine Romagnoli, un’azienda agricola fondata nel 1857 di proprietà del Podestà di Morfasso e divenuta azienda vitivinicola nel 1926 in seguito all’acquisizione da parte della famiglia Romagnoli. Negli anni ’70, grazie alla passione di Antonio Romagnoli per le bollicine e alla collaborazione con l’enologo Restani, iniziò, per primo, a produrre Metodo Classico nel territorio piacentino, ed ecco che vede la luce “Il Pigro”. Un vino chiamato così perché la tradizione piacentina era solita far affinare i vini rifermentati per circa un anno, 30 mesi era un’assoluta novità e così l’ingegner Romagnoli disse: “Ma lasciatelo lì che è Pigro!”. Il 2018 segna l’anno della rinascita della “Nuova Romagnoli” con l’arrivo di Alessandro Perini, giovane enologo di grande esperienza che si è formato in aziende quali Antinori e Fratelli Muratori. Secondo Perini: “Fare vino è una passione, una filosofa…
Per gli inglesi di Decanter Alta Langa è il miglior metodo classico d’Italia: le Alte Bollicine Piemontesi guidano in solitaria la classifica “Premium Italian Sparkling Wines – Metodo Classico” . Ottime posizioni per i vini Alta Langa Docg nella classifica Premium Italian Sparkling Wines – Metodo Classico pubblicata sul numero di luglio 2020 della rivista inglese Decanter. Due vini Alta Langa infatti guidano in solitaria la classifica: Millesimato Brut Alta Langa 2016 di Deltetto e Millesimato Extra Brut Alta Langa 2016 di Marcalberto, entrambi con 95 punti. Il panel, costituito dai giudici Andrea Briccarello, Michael Garner e Anthony Rose, ha analizzato vini metodo classico provenienti da Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia. Si legge nell’articolo: “I giudici hanno apprezzato la qualità e la coerenza degli spumanti metodo classico d’Italia (…), l’Alta Langa piemontese è stata definita da Michael Garner come una regione a cui guardare”. Dei 95 vini…