Tutto il Gavi a Milano III edizione

Da tre anni TUTTO IL GAVI A MILANO è l’appuntamento milanese con il Gavi DOCG, il grande bianco piemontese 100% Cortese. In questa occasione, nel suggestivo contesto di Palazzo dei Giureconsulti, i produttori hanno presentato in anteprima i vini della vendemmia 2018 e il Consorzio Tutela del Gavi ha illustrato le principali novità che riguardano la denominazione e il suo territorio.

Come è andata la vendemmia 2018? L’andamento climatico meno siccitoso ha favorito nel calice del Gavi un buon equilibrio tra struttura e freschezza, valorizzando le note organolettiche che derivano dal suo terroir: le estati calde e ventilate, le brezze del mare che si incontrano con quelle dell’Appennino, l’alternanza di terreni marnosi, calcarei e argillosi. Originalità e autenticità risiedono nella biodiversità: Terre bianche e Terre rosse, microflora e lieviti autoctoni, vigneti alternati ad ampi spazi verdi e a boschi. Queste peculiarità dell’ambiente-patrimonio del Gavi sono protagoniste della degustazione riservata alla Stampa che illustra le diverse tipologie del Gavi DOCG per scoprire il visibile e l’invisibile nel bicchiere.

Tutto il Gavi a Milano III edizione
Tutto il Gavi a Milano III edizione

L’estremo angolo Sudorientale del Piemonte dove sono coltivati i vigneti del “Gavi” o “Cortese di Gavi” costituisce una frontiera fisica e geologica dove si incontrano la grande pianura e la montagna, i terreni alluvionali e gli affioramenti di epoche remote. Il terroir del Gavi dal punto di vista geologico si divide in tre fasce, che incidono sulle caratteristiche organolettiche del vino come del paesaggio.

Le Terre rosse sono originate dalla ferrettizzazione delle ghiaie miste ad argilla antichi depositi alluvionali. Si trovano a Nord di Gavi, verso Tassarolo e Novi. Qui le colline sono più dolci e le vigne si alternano a boschi di quercia e robinia.

La fascia centrale, che affiora su una linea che unisce Serravalle a Gavi e San Cristoforo, vede un’alternanza di marne e arenarie. Sono i terreni di Monterotondo e dei vigneti alle falde della splendida foresta del monte Mesima.

Terre Bianche, la parte meridionale, che si fa più ripida per l’approssimarsi dei rilievi dell’Appennino, è composta da marne argillose bianche la cui origine marina è evidente anche per la presenza di numerosi fossili. Il territorio fa parte del “bacino terziario del Piemonte” che comprende varie formazioni stratigrafiche della serie oligo-mio-pliocenica. In particolare, le formazioni caratterizzanti sono le “Marne Serravalliane”, terreni particolarmente adatti al vitigno Cortese perché in grado di esaltarne le qualità.

Gavi Terre rosse e Terre bianche
Gavi Terre rosse e Terre bianche

Ricordiamo che nella denominazione di origine controllata e garantita “Gavi” o “Cortese di Gavi” si possono trovare le seguenti tipologie: tranquillo, frizzante, spumante, Riserva, Riserva Spumante Metodo Classico. Mettendo a confronto due vini della stessa tipologia, ma provenienti uno da Terre bianche e l’altro da Terre rosse si è potuto notare come i primi siano più ricchi di acidità e più “nervosi”, mentre i secondi più morbidi e avvolgenti, ma accomunati entrambi da una bellissima sapidità.

L’habitat naturale in cui la vite cresce, il clima, le caratteristiche geologiche del terreno e il lavoro del viticoltore influenzano la produzione di un vino. A questo universo visibile se ne affianca un altro costituito dalla microflora biologica,  originale e autoctona, che nello stesso modo condiziona la vinificazione, qualificando gli elementi distintivi dell’uva prodotta in un determinato territorio.

Tutto il Gavi a Milano
Tutto il Gavi a Milano

Consapevole dell’importanza di questo universo invisibile, il Consorzio Tutela del Gavi ha avviato, nel 2015, un’attività di ricerca e selezione di lieviti indigeni, con lo scopo di valorizzare la biodiversità microbiologica del territorio e caratterizzare in cantina l’uva Cortese  coltivata nel territorio della Denominazione del Gavi DOCG. Da tale analisi, svolta in collaborazione con Italiana Biotecnologie, società che si occupa di indagini microbiologiche, sono stati identificati 3 ceppi di Saccharomyces cerevisiae che non risultano avere il DNA di nessun preparato commerciale e con ottime capacità tecniche, come ad esempio il potere fermentativo e la scarsa produzione di acidità volatile.
Utilizzati in diverse prove di vinificazione, hanno dato risultati egregi, come dimostrato dalla degustazione di uno di questi campioni durante l’evento Tutto il Gavi a Milano: gli esiti positivi nel calice suggeriscono al Consorzio di continuare nello studio di questi lieviti dal punto di vista enologico, per comprendere quali possano essere le capacità di questi ceppi di caratterizzare, sempre di più, il vino Gavi.

Gavi bottiglia in glacette
Gavi bottiglia in glacette

Quindi, un Gavi che cresce sempre di più superando i confini del Piemonte come dimostra 80% di export; un vino da seguire e godibile in tutte le sue tipologie.

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