Sbarbatelle, l’associazione delle produttrici di vino italiane under 40
Sbarbatelle nasce nel 2017 come evento/degustazione promosso da AIS Asti e AIS Piemonte per presentare i vini di giovani produttrici italiane. Il successo della manifestazione lo fa evolvere in un movimento che, in breve tempo, raccoglie più di 200 produttrici under 40. Il nome Sbarbatelle, evocativo e ambivalente, viene mantenuto e, nel 2024 si assiste a un’ulteriore evoluzione con la formalizzazione in un’associazione che raccoglie già più di 90 socie. Uniche condizioni: essere donna, produttrice di vino e avere meno di 40 anni.
La composizione dell’associazione è eterogenea: a rappresentanti dell’ultima generazione di aziende storicamente affermate si affiancano giovani che hanno da poco intrapreso le loro attività.
Obiettivo principale dell’associazione, spiega Francesca Bonzano, portavoce e co-fondatrice, è offrire a tutte le socie pari opportunità di formazione, esperienze, partecipazione ad eventi, accesso a risorse, come ad esempio fornitori, alle stesse condizioni.
Sbarbatelle sono state protagoniste a Milano di un walk around tasting e una masterclass condotta da Giuseppe Carrus, curatore della guida Vini d’Italia del Gambero Rosso.
“Io penso che, nel 2025, la qualità, intesa come qualità organolettica sia data per scontata, ci debba essere assolutamente – afferma Giuseppe Carrus introducendo la degustazione – quella qualità che ci riempie il naso di profumi e ammalia il nostro palato con un bellissimo equilibrio. Ma ritengo che ora non basti più. Ci vorrebbe qualcos’altro, perché di vini nel mondo ce ne sono tantissimi, tutti molto buoni. Cosa può fare la differenza? La differenza la può fare un’unicità, un’originalità, legata strettamente a una parola che io ormai ripeto sempre, che è la parola rispetto”. Il rispetto per la natura, il vitigno, il suolo, il clima questo è quello che conferisce al vino la sua unicità questo è stato il criterio applicato nella conduzione della masterclass.
Emblematica la location Panino Giusto, informale e iconica, da qualche decennio colonna portante del fast food meneghino, scelta da una clientela trasversale.
I vini degustati
TENUTE TOZZI Albana Secco Romagna DOCG 2022 Tantalilli presentato da Virginia Lo Rizzo. Albana 100% affinato in acciaio, viene messo in commercio due anni dopo la vendemmia. Un progetto iniziato nel 2016 dal nonno materno, che, in passato, produceva vino per la famiglia acquistando le uve. Nel 2019 la nipote Virginia “eredita” il progetto del nonno occupandosi di tutti gli aspetti, dalla vigna alla produzione. I primi cinque vini prodotti, in onore del nonno, portano i soprannomi dei cinque nipoti. L’azienda è situata al confine con la Toscana, a 500 metri di altitudine su un crinale di solfato di calcio, zona di marne e argille. L’Albana è un vitigno di carattere, con buccia consistente, che dà vini strutturati predisposti all’invecchiamento. In questo caso, la composizione del terreno e l’altitudine bilanciano la masticabilità espressa in frutta gialla matura con sapidità e freschezza. Il sorso è lungo, armonico, vitale, con chiusura leggermente pseudo tannica.
CASTELLO DI UVIGLIE Monferrato Rosso DOC 2022 Hosteria 50% Pinot Nero e 50% Barbera, presentato da Francesca Bonzano. Il Castello rappresenta realtà storica con il primo vigneto impiantato alla fine del 1400. La produzione moderna inizia negli anni ’70 e l’azienda viene acquisita nel 2020 dagli attuali proprietari, due giovani cugini che danno un nuovo volto alla produzione. Un taglio insolito che unisce un vitigno che ha radici profonde nel Monferrato con uno internazionale che per sua natura assume il carattere del terroir in cui viene coltivato, racchiuso in un packaging ammiccante. Un vino immediato, conviviale, che rimane impresso, a cui la Barbera conferisce acidità e il Pinot Nero leggiadria. S i esprime con un trionfo esuberante di frutta rossa che non copre un tocco floreale leggermente speziato.
AZ GILLARDI Dogliani DOCG 2023 Maestra presentato da Elena Gillardi. 100% Dolcetto. Il nome rende omaggio all’antica proprietaria, detta la Maestra, da cui i nonni, che lavoravano per lei come mezzadri, acquistarono la terra dando vita all’azienda giunta alla sua terza generazione. Per scelta non producono la versione Superiore affinata in legno, ma puntano su un Dogliani tradizionale, schietto, affinato in acciaio e cemento per un anno. Purpureo profondo, immediatamente varietale nei profumi floreali e fruttati, rivela lentamente la sua elegante profondità dove la trama tannica scandisce il ritmo di un sorso che evolve in note speziate e balsamiche.
HIC ET NUNC Grignolino del Monferrato Casalese DOC 2023 Altromondo presentato da Emanuela Musabelliu. 100% Grignolino. Il nome esprime la filosofia dell’azienda, Qui ed Ora perché il Monferrato è stato una scelta. Recentemente hanno costruito una cantina nuova, trasparente, distintiva, concentrando la produzione alla valorizzazione dei vitigni autoctoni. In particolare, puntano sul Grignolino, una varietà ribelle e bisognosa di cure, prodotta in diverse versioni per evidenziarne la versatilità. Il vino in degustazione proviene da una vigna piantata nel ’94 esposta totalmente a sud. Il colore presenta una luminosità che si ritrova anche a livello olfattivo e gustativo. Tannino presente ma delicatissimo che interagisce con un’acidità perfettamente integrata con la dolcezza del lampone maturo, croccante arricchito da un tocco di liquirizia, tipico del vitigno.
CINQUE QUINTI Grignolino del Monferrato Casalese DOC 2022 Vigna San Pietro presentato da Francesca Arditi 100% Grignolino. Il nome Cinque Quinti si ispira al fatto che sono tre fratelli e due sorelle, quarta generazione in un’azienda di famiglia che aveva interrotto la produzione di vino negli anni ’60 e l’ha ripresa nel 2015. Dopo un approfondito lavoro di zonazione, hanno ottenuto di riportare in etichetta il nome Vigna San Pietro. La vigna, impiantata negli anni ’70, è costituita da terreno bianco calcareo particolarmente vocato per il Grignolino. Una vigna vecchia presenta una produzione ridotta, come se si avesse una selezione naturale dei grappoli migliori, maggiore concentrazione, quindi dà vini con caratteristiche diverse. I frutti di bosco lasciano posto a una carnosa ciliegia, la struttura è più piena, masticabile.
BEATRICE CORTESE Langhe Nebbiolo 2023 presentato dalla stessa Beatrice Cortese. 100% Nebbiolo vinificato solo in acciaio per mantenere la purezza del vitigno. L’azienda è recentissima, aperta nel 2023, a Bricco di Neive, da vigneti di famiglia. Le due vigne di Nebbiolo e una piccola di Barbera sono state reimpiantate nel 2019. La vigna da cui viene prodotto questo Langhe Nebbiolo è situata all’interno di un bosco, regalando un microclima unico che si combina con un terreno con una percentuale altissima di sabbia. Il tannino, ben presente, ma mai amaro, indica la perfetta maturazione delle uve che si esprime in frutta scura, spezie e una nota mentolata quasi assorbita dalla grande presenza di quest’erba aromatica nella vigna.
MIGLIOSI VITICOLTORI Assisi DOC Rosso 2023 Impiccione presentato da Costanza Migliosi 55% Sangiovese 30% Merlot 15% Cabernet Sauvignon. Progetto iniziato nel 2021 trasformando in lavoro una passione di famiglia per la viticultura. Attualmente gli ettari vitati sono sei, tutti in regime biologico. Impiccione, così chiamato perché “si impiccia” e sta bene un po’ in tutti i contesti, proviene dal vigneto più vecchio, un ettaro piantato dalla bisnonna con i tre vitigni tradizionalmente coltivati in Umbria. Il Sangiovese domina l’uvaggio con i suoi sentori di violetta e con caratteri propri, senza voler imitare i vicini toscani. L’alcolicità importante conferisce morbidezza, ma è ben equilibrata dalla struttura e da un perfetto dosaggio di tannino, freschezza e sapidità.
TENUTA RAPINZERI Terre Siciliane IGT 2023 Syrah Rapinzeri presentato da Angela Biondo. 100% Syrah. Ottava annata prodotta nell’entroterra siciliano da una famiglia dedita da tre generazioni alla viticoltura. Le vigne, con terroir ricco di gesso, sono situate a 500 metri di altitudine, adiacenti a una riserva naturale con una vasta area boschiva che conferisce un microclima particolare. Il regime biologico è per loro una filosofia di vita. La speziatura di pepe nero tipica del vitigno si arricchisce di quella conferita dall’affinamento in barrique e dona una leggera piccantezza al bouquet di frutta rossa e nera maura, erbe aromatiche e balsamicità, Il sorso è imponente ma incredibilmente fresco.
COCCHI Storico Vermouth di Torino IGP, presentato da Francesca Bava Vicepresidente dell’Associazione Sbarbatelle che chiude la degustazione. Azienda storica che festeggia ben 134 anni dalla fondazione, Cocchi racconta la storia di una grande famiglia dove diverse generazioni lavorano insieme ed esplorano diverse tipologie di prodotto. Chi si dedica alle vigne, chi alle bollicine con la produzione di Alta Langa DOCG, chi del Vermouth. Quest’ultimo, negli ultimi anni, sta vivendo una seconda giovinezza grazie anche alla creazione del Consorzio nel 2019. Base Moscato con aggiunta di zucchero e botaniche, si svela in un’evoluzione continua di aromi di pasticceria, caramello, spezie, fiori, agrumi dolci e canditi, erbe aromatiche. In bocca caldo, ma mai bruciante.
Quello che emerge da questi vini e da quelli proposti nel banco d’assaggio è una generazione di giovani donne con le idee chiare che producono vini eleganti, raffinati, con uno stile moderno, leggiadro, mai pesante, con grande rispetto per vitigni, territori e tradizioni.






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