Se parli di Morellino parli di Toscana, di un vino Sangiovese che racconta un territorio e di produttori che nel corso del tempo hanno acquisito consapevolezza.
Ma come si potrebbe descrivere il Morellino? Lo abbiamo chiesto ad Alessio Durazzi, direttore del consorzio dal 2016. «Il Morellino di Scansano è freschezza, bevibilità e piacevolezza, caratteristiche che sono quanto mai attuali oggi, in tutte e tre le versioni. Ovviamente nella versione superiore e riserva c’è una maggior complessità, ma mantengono sempre questa nota di freschezza e bevibilità, portata dal Sangiovese dell’area del Morellino.»
In questo momento le tipologie ammesse dal disciplinare sono Annata e Riserva, ma è in arrivo la tipologia Superiore.
Ogni etichetta rappresenta l’essenza del Morellino con stili, a volte molto diversi, però quelle 3 caratteristiche si mantengono. Il Morellino, sotto un certo punto di vista, è un vino semplice. Oggi questo è un valore aggiunto, non si è sempre alla ricerca di vini celebrali, ma di calici capaci di avvicinare le persone al prodotto e che si possa bere anche come semplice atto. Il consumatore comune non ha bisogno dei “vinoni” che vanno spiegati, ma di prodotti che si possano semplicemente bere. È un calice molto duttile, può essere usato come aperitivo e, servito a una temperatura più bassa, un Morellino di Annata giovane, che non fa legno, può essere servito in abbinamento al caciucco o magari a piatti di piatti di pesce un po’ più ricchi.
Un Sangiovese che respira di territorialità
Il Sangiovese è il vitigno principe della Toscana, ma in questa zona respira e parla di territorialità. Sicuramente alla base c’è quasi sempre un clone particolare, ma più ancora si tratta di una scelta vivaistica. «Il Sangiovese è l’espressione del territorio, qui l’ingrediente fondamentale è proprio il mare che regala “rotondità” rispetto a quelli dell’entro terra che hanno bisogno di un percorso di affinamento per smussare un po’ i tannini, per renderlo un pochino “più domestico”» racconta Alessio Durazzi. Un Sangiovese naturalmente elegante e più morbido, più affabile, merito del mare che soffia e accarezza i vigneti nelle varie zone dalla Valle di Fonteblanda al Talamone, vicino al Parco della Maremma, poi si sale verso Magliano e Scansano dove arriviamo a 500 m sul livello del mare. Segue la parte che guarda all’Amiata, la parte di Manciano quindi Saturnia dove abbiamo mineralità, segue la zona vulcanica dove troviamo la sapidità. Tutto questo è racchiuso in un progetto in collaborazione con l’università di Pisa che non è ancora ultimato. Nessuna zonazione, ma trovare nel Morellino una chiave di lettura ulteriore per chi si vuole approcciare a questo vino. Si sono individuate 4/5 macroaree, per offrire al consumatore un approccio differente. Attraverso le caratteristiche che si vogliono ritrovare in un calice si potrà indirizzare il consumatore verso un Morellino “ideale”.
Morellino di Scansano DOCG: modifiche al disciplinare di produzione
La nuova menzione “Superiore” avrà un disciplinare più rigido e restrittivo rispetto alla tipologia Annata. La base ampelografica sarà la medesima della versione Annata: almeno 85% Sangiovese e un massimo del 15% di altri vitigni a bacca nera, non aromatici, ammessi dal disciplinare, minore resa per ettaro e una maggiore gradazione alcolica, almeno 13% vol.
L’immissione al consumo è prevista dal 1°gennaio del secondo anno successivo alla vendemmia, mentre per quello d’Annata, è consentita a partire dal 1°marzo dell’anno successivo alla vendemmia.
Morellino di Scansano DOCG Superiore rappresenta l’anello mancante tra la tipologia Annata e Riserva. Sarà un vino con una maggiore ricchezza e complessità e un profilo aromatico più variegato. L’introduzione della nuova tipologia Superiore porta con sé le modifiche alle altre due tipologie. La Riserva vedrà l’aumento del Sangiovese che passa dall’85% al 90%, un aumento della gradazione alcolica minima dei vini, la riduzione della resa di uve per ettaro, quindi meno produzione, ma di qualità superiore. Meno grappoli per pianta si traduce in un aumento della concentrazione dei composti aromatici e dei polifenoli.
Le modifiche al disciplinare proposte e ratificate dal Consorzio di Tutela del Morellino di Scansano devono ora passare al vaglio del Comitato Nazionale Vini e degli altri organi preposti del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF) per l’approvazione ufficiale.
Morellino entra nella mixology
Per avvicinare sempre di più un pubblico giovane ecco che il Morellino di Scansano DOCG entra nel mondo della mixology a riprova della versatilità di questo vino. “Il Morellino di Scansano è un vino identitario, ma allo stesso tempo dialoga con il presente e con i nuovi linguaggi. La sua versatilità ci consente di raccontarlo anche attraverso la creatività della mixology, senza mai snaturarne l’essenza. Anzi, è proprio in queste nuove forme che emerge la sua capacità di interpretare il gusto contemporaneo, pur rimanendo profondamente legato al territorio di origine”, commenta Bernardo Guicciardini Calamai, presidente del Consorzio Morellino di Scansano.
Ne è un esempio “Morellino Carousel” ideato dal bartender Julian Biondi e ottenuto dalla miscelazione, per ogni bicchiere, di 50 ml di Morellino di Scansano, che per l’occasione ha utilizzato IL MAGO di O3” di Mantellassi, 30 ml di Cordiale al Bitter 1865 e frutti rossi (6 parti di infuso ai frutti rossi, 2 parti di Bitter 1865, 2 parti di sciroppo di zucchero, uno schizzo di acido citrico), top-up di gazzosa. Il tutto servito in un tumbler di vetro alto e trasparente riempito da cubetti di ghiaccio e con buccia d’arancia fresca come guarnizione. Il risultato è un cocktail fresco, fruttato, dissetante e non impegnativo grazie anche al limitato tenore alcolico (6-7% vol.)
Concludendo il Morellino è un vino conviviale duttile e di facile approccio. Un vino estremamente moderno che sa emozionare con una beva semplice, ma tutt’altro che banale. Un vino che sicuramente farà parlare di sé e di riflesso del suo territorio.






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