Barbiglione di Usiglian del Vescovo

Martedì 21 maggio, nell’elegante ristorante “Il Liberty” di Milano, Francesco Lomi, direttore di produzione dell’azienda toscana Usiglian del Vescovo ha presentato una verticale di cinque annate del loro vino di punta Il Barbiglione.

La tenuta Usiglian del Vescovo, prima del 1078 Usiglian di Palaia, vanta una storia plurimillenaria. Era già nota in epoca precristiana quando era considerata un luogo sacro al dio Giano e da allora ha sempre mantenuto la sua vocazione agricola. Nel 1078, la tenuta viene donata da Matilde di Canossa ai Vescovi di Lucca assumendo il nome attuale. L’anno 1083 è quello della prima vendemmia documentata, grazie al Vescovo di Lucca che vi fece piantare la vite per produrre vino da messa. Queste due date sono considerate importanti pietre miliari. Nel 2001 l’Azienda è stata acquisita dall’attuale proprietà, che ha portato progetti innovativi senza mai perdere di vista la storia e la tradizione del luogo.

La tenuta è caratterizzata da terreni sabbiosi al 90% con presenza di conchiglie generatisi durante l’evento messiano, quando lo stretto di Gibilterra si chiuse improvvisamente trasformando il Mediterraneo in un enorme lago salato che evaporò completamente. Le copiose piogge, che si erano abbattute su questo territorio, avevano generato profondi canyon. Alla successiva improvvisa riapertura dello stretto di Gibilterra, l’ingresso tumultuoso delle acque oceaniche ha spinto detriti e sabbia in questi canyon dando origine alla morfologia attuale.

L’altitudine di circa 250 – 280 mt e la vicinanza al mare con le sue brezze, che favoriscono buone escursioni escursioni termiche e sanità delle uve, insieme alla composizione del terreno drenante e vitale, rendono questo territorio particolarmente vocato per la viticoltura conferendo ai vini spiccate note minerali. Le diverse esposizioni danno eterogeneità e la vinificazione separata delle uve di ogni vigneto, con i successivi assemblaggi, conferiscono ai vini straordinarie sfaccettature.

Le particolari condizioni hanno consentito il regime biologico da sempre, certificato dal 2017, e l’inerbimento aiuta anche a contenere l’erosione del terreno e i valori di solforosa si mantengono ben al di sotto dei limiti consentiti. Per ogni vitigno vengono applicate le modalità di vinificazione più adatte, in modo da poter proporre al pubblico sempre la sua espressione migliore.

<<Cerchiamo di rendere percepibile ogni sfumatura che questo terroir ci offre, per farlo ci impegniamo instancabilmente ogni giorno in vigna, sostenendo la naturale armonia del suolo, un fondale marino ricco di fossili, sabbia e conchiglie, antico cinque milioni di anni.>> Afferma Francesco Lomi

Il Barbiglione Terre di Pisa DOC deve il suo nome a un uccellino variopinto, nel dialetto di Palaia del gruccione, che nidifica e vive negli anfratti sabbiosi.

In degustazione sono stati presentati 5 millesimi: 2015, 2016, 2017, 2019 e 2020.

La fermentazione avviene in tini tronco conici di rovere, con macerazioni di 15 – 18 giorni, ed è seguita da malolattica in cemento dove il vino rimane per circa 6 mesi.

Successivamente, dopo che è stato pulito dall’azione naturale del freddo, viene trasferito in barrique e tonneaux nuovi, per circa il 45%, dove rimane per almeno 18 mesi. Dopo l’imbottigliamento riposa in cantina per almeno altri 18 mesi e viene immesso in commercio 4 anni dopo la vendemmia.

L’annata 2015, (70% Syrah, 20% Merlot e 10% Cabernet Sauvignon) grazie al maggiore affinamento e ad un’annata particolarmente favorevole, si presenta come la più complessa e completa. Importante balsamicità iniziale frutti neri e arancia rossa (filo conduttore che si riscontra in tutti i vini) con note speziate di cannella e chiodi di garofano. Morbido e avvolgente, vivace e con tannino ancora ben presente.

L’annata 2016 vede un aumento della percentuale di Syrah (75%); è caratterizzata da profumi di macchia mediterranea ed erbe aromatiche. In bocca è più vibrante con maggiori tannicità e freschezza.

L’annata 2017 è quella in cui è avvenuto il passaggio al Syrah in purezza, si riscontra quindi una differenza di carattere rispetto alle annate precedenti con una netta speziatura di pepe nero, tipica del vitigno. Oltre alla speziatura troviamo sentori di frutti rossi, chinotto,accenni balsamici di eucalipto ed è caratterizzato da una nota ematica e salina, data dallo iodio.

L’annata 2019 si esprime con note terziarie animali di cuoio oltre che di tabacco e chiodi di garofano.

L’annata 2020, appena entrata in commercio, è caratterizzata da giovanili note di frutta nera e piccantezza, confettura di more e vaniglia e una leggerissima piacevole nota di olive in salamoia.

Tutti sono caratterizzati dalla spiccata mineralità conferita dalla composizione del terroir.

Durante il pranzo sono stati proposti in degustazione altri tre vini particolarmente rappresentativi dell’azienda.

Ginestraio Toscana IGT 2023 da uve Chardonnay e Viognier. Vinificato al 90% solo in acciaio e con fermentazione e successiva permanenza in legno per 4-5 mesi del 10% della massa viene riassemblato e continua l’affinamento con frequenti batonnage. Caratterizzato da freschi profumi di frutta esotica e agrumi che trovano corrispondenza nella lunga freschezza e pulizia di bocca.

MilleEsessantotto Costa Toscana IGT 2022 deve il suo nome all’anno in cui la tenuta ha assunto il nome attuale. Si ottiene dalla pressatura soffice dei grappoli interi di Chardonnay e Viognier. Per questo vino si fa una selezione al contrario: quando si vendemmia le uve per il Ginestraio, il miglior grappolo per pianta viene lasciato per essere raccolto successivamente.

Il 50% fermenta e affina in barrique e successivamente trasferito in anfore di coccipesto, di argilla pressata, non cotta che conferisce sentori di cipria, gesso e talco. Coesistenza di note fresche e dolci che lo caratterizza anche a livello gustativo, nell’evoluzione diventa sempre più significativa la presenza di aroma di miele di castagno.

MilleEottantatre Costa Toscana IGT 2017 prende il nome dall’altra pietra miliare della storia dell’azienda, l’anno della prima vendemmia documentata. Prodotto con Petit Verdot in purezza, dopo la fermentazione in tini tronco conici affina per almeno 24 mesi in tonneaux e per altri 18 mesi in bottiglia prima di essere messo in commercio. Le uve vengono raccolte a piena maturità fenolica. Il naso è ampio e generoso, presenta note terziarie balsamiche e di smalto oltre a china, rabarbaro e frutta sotto spirito. Caldo e avvolgente in bocca, equilibrato dal tannino vibrante e dalla bella mineralità conferitagli dal terreno.

Carlotta Biraghi

Sommelier, degustatore e giudice internazionale a concorsi vinicoli tra cui Tastevinage a Clos di Vougeot, Concours International de Lyon, Frankfurt International Trophy, Burgondia a Beaune ed organizzatrice di eventi enogastronomici in Italia e in Borgogna

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