Ci sono due temi particolarmente cari alle Donne del Vino di Lombardia: il bere consapevole in tutti i suoi aspetti e l’attenzione alle donne in difficoltà e vittime di violenza. Quest’ultimo ha toccato dal vivo l’Associazione con due socie vittime di femminicidio.
Questi temi sono stati al centro dell’evento “Calici in Corsa” che ha avuto luogo, a Brescia, il 19 giugno scorso nell’esclusiva location del Museo Mille Miglia, ricca di storia e cultura. Qui tre universi apparentemente lontani, vino, motori e medicina, hanno trovato sorprendenti punti di contatto avvicendandosi in un dialogo coinvolgente e affascinante con un centinaio di partecipanti che hanno contribuito a una generosa donazione a favore dell’Associazione Rete Daphne Onlus.
Il vino, simbolo di convivialità e cultura millenaria, racconta storie di terre fertili, mani esperte e tempo che scorre lento. I motori, ruggenti e precisi, rappresentano il progresso, l’adrenalina, la sfida costante contro i limiti della velocità e della meccanica; Brescia è custode di una tradizione unica, con la storica gara delle Mille Miglia, iniziativa che oggi è candidata a patrimonio culturale immateriale dell’umanità all’Unesco. Infine, la medicina, cuore pulsante della conoscenza applicata alla vita, custode del benessere e guida silenziosa nel cammino dell’umanità verso la salute.
Si parte con un’emozionante visita guidata al museo dedicato alla “Corsa più bella del mondo” che termina nella sala in cui si tiene il convegno. Paola Longo, vicepresidente nazionale Le Donne del Vino, dopo i saluti e un breve aggiornamento sulle ultime attività dell’associazione, cede la parola ai due relatori: il Dott. Luca Saverio Belli, Direttore di Epatologia e Gastroenterologia dell’Ospedale Niguarda e la Dott.ssa Adelaide Panariello, Psichiatra presso lo stesso nosocomio.
I loro interventi hanno analizzato due aspetti diversi, ma complementari dell’abuso di alcol. Da un lato il Dott. Belli ha evidenziato come la metà dei circa 120 trapianti di fegato che si effettuano ogni anno all’ospedale milanese di Niguarda abbiano come causa malattie generate dall’abuso di alcol. «Tuttavia – continua – ritengo che i limiti suggeriti dalle società patologiche, ossia due calici per le donne e tre per gli uomini, non siano poi così restrittivi. Il consumo di alcol anche in minima quantità diventa problematico in presenza di patologie specifiche». Illuminante l’intervento della Dott.ssa Panariello che ha posto l’attenzione sul fatto che l’abuso di alcol debbano essere considerata una malattia a tutti gli effetti e non un semplice vizio come avveniva in passato. Sono persone che presentano delle fragilità, ad esempio un disturbo d’ansia o una depressione non trattata, che si fanno sopraffare dall’alcol. All’inizio il consumo di bevande alcoliche “regala” una sensazione di benessere e, per continuare a provarla, si deve assumere sempre più alcol fino a sviluppare una vera e propria dipendenza che deve essere curata sotto tutti gli aspetti clinici, sia psicologici sia psichiatrici.
Particolarmente preoccupante è il comportamento dei giovani e giovanissimi. Gli adolescenti, che non hanno ancora raggiunto lo sviluppo completo della corteccia cerebrale, hanno meno autocontrollo rispetto agli adulti. Quasi inconsapevolmente si lasciano andare nel consumo di alcol e sempre più diffuso è il fenomeno di binge drinking, consumo elevato di alcol in un breve lasso di tempo, che tende a creare dipendenza e altri problemi.
Tuttavia, si deve demonizzare l’alcol, entrambi i medici concordano che un consumo moderato e consapevole regali piacevolezza e aiuti la convivialità e doni sensazioni.
Il vino, in Italia, è profondamente radicato nella nostra cultura e nella nostra storia; è esso stesso cultura, tradizione, arte.
L’Associazione Le Donne del Vino si impegna ad accrescere la cultura del vino e il consumo responsabile di vino. Una delle principali protagoniste di interventi mirati nelle scuole superiori è Pia Donata Berlucchi, past President dell’associazione. La sua straordinaria cultura le permette di fare interessanti collegamenti del vino tra storia, musica e arte. In questa occasione, ha regalato ai presenti un appassionante viaggio storico-mitologico che ha preceduto la degustazione condotta da Camilla Guiggi delegata di Lombardia.
Sette vini di aziende bresciane dell’Associazione presentati in una degustazione coinvolgente e inclusiva. Una degustazione non tecnica, ma un viaggio sensoriale attraverso i calici come espressione del territorio. Il pubblico è stato invitato ad esprimere le proprie sensazioni, perché il vino è anche questo, leggerezza; no ad una terminologia eccessivamente tecnica, ma comprensione del vino attraverso il racconto di chi lo produce.
I vini in degustazione:
Lo Sparviere Franciacorta DOCG Satèn: 100% Chardonnay. Eleganza discreta, misurata, femminile, ma di carattere. Il sorso entra morbido con un perlage setoso. Note iniziali di noisette e pan brioche seguite da zeste di limone e frutta esotica.
Berlucchi Franciacorta DOCG ‘61 Extra Brut: 85% Chardonnay e 15% Pinot Nero. Strutturato grazie a un 20% di vini di riserva. Perlage vivace in uno stile classico agrumato e sapido, adatto ad ogni situazione con un perfetto equilibrio nonostante il basso residuo zuccherino.
Freccianera Franciacorta DOCG Rosé Brut: Chardonnay e Pinot Nero. La vinificazione con breve macerazione del Pinot Nero gli conferisce maggiore potenza rispetto al precedente, nonostante l’uvaggio simile, declinata al femminile con sentori di piccoli frutti rossi e melograno.
Marida Benedetti Lugana DOC: dopo una brillante carriera come medico Marida Benedetti decide di cambiare vita e produrre vino da una vigna ricevuta in eredità. Bouquet complesso giocato su note agrumate, di frutta tropicale e secca, accenni minerali e iodati con finale leggermente ammandorlato.
A seguire due vini rosati prodotti sulla riva bresciana del lago di Garda da un blend di uve a bacca rossa vinificate in rosa. Un uvaggio di antica tradizione che nasce in vigna per trovare equilibrio fra i caratteri dei quattro vitigni: l’eleganza del Gropello, l’acidità della Barbera, il colore e la personalità del Marzemino e il frutto del Sangiovese. Due stili diversi, due nuance di colore tra cui scegliere a seconda dell’abbinamento e del momento di consumo.
Ca’ Lojera Chiaretto Riviera del Garda DOC Classico: strutturato, morbido, rotondo, avvolgente con sfumature di ciliegia, mela, pesca, bella sapidità, tutto in perfetto equilibrio.
Perla del Garda Valtenesi Riviera del Garda Classico DOP: un calice che gioca sui toni di freschezza e sapidi, piccoli frutti come ribes, marasca, lampone. Un calice snello e contemporaneo.
San Michele Capriano del colle Marzemino DOC: solo acciaio per esaltare al massimo il varietale del vitigno. Inconfondibile nel colore profondo, negli aromi di frutta scura e spezia dolci, sorso morbido con tannini dolci e ben centrati.
La serata è stata allietata dal sottofondo musicale proposto dalla Maestra Giusy Ammendola che ha spaziato attraverso vari generi in un “Viaggio musicale” dalle note di Bach e Mozart, ai quartieri parigini dei café-chantant, dalle colonne sonore dei film internazionali alle strade di New Orleans col Dixieland e la sua allegria, alle melodie accattivanti del jazz e del blues.
L’Associazione Rete di Daphne è un centro antiviolenza dell’Ovest Bresciano. Il contributo di questo evento permette di dare continuità al progetto “Le donne e l’agricoltura come spazio di lavoro e inclusione” iniziato in ottobre 2024 al Monastero di Astino, con l’obiettivo di creare inserimenti lavorativi per donne che escono da percorsi di violenza e cominciano una nuova vita.
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