Cavazza vino dal profumo di antiche tradizioni

La storia di Azienda Agricola Cavazza inizia nel 1928, quando Giovanni Cavazza acquista una casa a Selva di Montebello insieme al vigneto Bocara. Inizialmente veniva lavorata solo la Garganega. Nel1972 nasce il Consorzio di Gambellara e fra i promotori più convinti c’è proprio Domenico Cavazza. Successivamente nel 1987, viene acquistata la tenuta Cicogna sui Colli Berici dove vengono coltivati vitigni a bacca rossa.

Il cuore della cantina è il fruttaio, che si trova sopra l’area di vinificazione, dove, dopo la vendemmia, i grappoli più idonei alla produzione del Recioto, dorati, sani e spargoli, vengono appesi ad appassire nei “PIcai”. I Picai rappresentano un metodo di appassimento tradizionale e unico della zona di Gambellara: i grappoli vengono intrecciati a mano su lunghi spaghi, appesi alle travi del soffitto e vi rimangono, in alcuni acini si sviluppa la botrytis, fino a perdere il 65/70% del contenuto in acqua prima della pressatura.

La barricaia è dominata dallo stemma Conti Cicogna della nobile famiglia un tempo di proprietari di Tenuta dei Cicogna, logo raffigurato sulle etichette dei vini provenienti da quel territorio. Su una parete, un suggestivo mobile realizzato con le doghe di antiche botti che accoglie una selezione di bottiglie di diverse annate.

La sala degustazione è ampia e accogliente, illuminata dalle ampie vetrate che si affacciano sulle vigne.

Sfumature di Garganega secondo Cavazza

La degustazione di due diverse bottiglie di Gambellara Classico DOC BOCARA 2023, una con tappo in sughero e una con tappo a vite, ha spezzato una lancia a favore di quest’ultimo tipo di chiusura. L’impronta olfattiva e degustativa del vino è la stessa: fiore di limone, pompelmo giallo, cedro, lime e salvia, si riconosce facilmente che si tratta dello stesso vino, ma con il tappo a vite i profumi sono più intensi e nitidi e l’ingresso in bocca più fresco. Le uve provengono dal primo vigneto di proprietà della famiglia, dove i venti si incuneano creando significativa escursione termica è caratterizzato da freschezza e sapida mineralità caratteristica.

La verticale di Gambellara Classico DOC Creari 2020, 2015, 2012 e 2009 dà un’idea della longevità e dell’espressività di questi vini. Prodotto nell’unica zona con terroir calcareo della denominazione, Creari, da cui il nome, viene sottoposto a leggera macerazione a temperatura controllata che gli conferisce un brillante colore giallo dorato, intensità e struttura.

L’annata più giovane si presenta con sentori fruttati di pesca, albicocca, melone, erbe aromatiche e l’insieme mela, cannella e vaniglia ricorda lo strudel. Il sorso è lungo ed esprime una bella mineralità con un piacevole finale leggermente ammandorlato.

Le annate precedenti ripropongono gli stessi sentori base, ma si esprimono in modo leggermente diverso rispecchiando l’andamento climatico. La 2015 è più austera delle altre, con accento sulla frutta esotica, erbe aromatiche con una spiccata mineralità anche a livello olfattivo. Più floreale il bouquet del 2012 che nel tempo si è arricchito di miele e balsamicità. L’annata 2009 è stata caratterizzata dallo sviluppo di muffa nobile che, insieme al lungo riposo in bottiglia, le ha conferito note terziarie di cipria e smalto, trasformando la frutta da fresca in sciroppata e confettura; il sorso è ancora sorprendentemente fresco e giovane con una bella acidità e sapidità in centro bocca che evolve e si apre in avvolgente morbidezza.

Recioto di Gambellara DOCG 2023 Spumante, prodotto con Metodo Charmat con una permanenza in autoclave per tre mesi. I grappoli di Garganega vengono lasciati leggermente appassite in cassetta. Si presenta una moderata dolcezza che lo rende versatile dal punto di vista gastronomico, adatto sia ai dolci tradizionali che a formaggi stagionati ed erborinati. La spuma impiega alcuni secondi a dissolversi lasciando una corona completa indice di struttura. Il perlage, finissimo e vellutato, accentua, con sensazioni tattili, l’alternanza fra freschezza e dolcezza e la combinazione fra note fruttate di mela, albicocca e nocciola e quelle di erbe aromatiche come salvia e timo.

La degustazione si chiude con i vini prodotti dalle uve appassite sui Picai.

Recioto di Gambellara Classico DOCG Capitel 2020. Il nome deriva da un capitello votivo presente nel vigneto. Questi capitelli, votivi e in ringraziamento, sono caratteristici della zona. Le uve appassite sui Picai vengono torchiate a mano in un torchio storico dell’azienda. Il mosto fermenta in barrique e rimane successivamente sulle fecce fini per circa un anno. Si ottiene così un nettare dal colore ambrato chiaro, caratterizzato da note di frutta candita e disidratata, albicocca, fico, dattero, fiori dolci come acacia e sambuco, miele e caramello. La dolcezza è garbata e non stucchevole, equilibrata dalla spiccata sapidità. Con l’aumento della temperatura aumenta la complessità olfattiva con erbe aromatiche e zafferano.

Recioto di Gambellara Classico DOC Capitel Santa Libera 2000. Vino da meditazione ambrato intenso con profumi evoluti di fico d’india, thè nero, tisana, frutta secca, dattero, fico, cioccolato gianduia e castagnaccio. Il sorso è ancora piacevolmente fresco e questa freschezza ritorna a livello olfattivo nell’evoluzione nel bicchiere con note di albicocca disidratata e in confettura.

Selva Gambellara Vin Santo Classico Doc 2004 Come da tradizione, ogni famiglia della zona produce il proprio Vin Santo per consumo personale. La torchiatura avviene nella Settimana Santa da uve rimaste fino a quel momento ad appassire nei Picai ed affina in caratelli. Per garantire un appassimento così lungo, pur mantenendo la sanità degli acini, è indispensabile l’acinellatura. Denso e color buccia di castagna presenta un complesso bouquet dolce di fico secco, marron glacè, sciroppo d’acero, biscotto, pandolce alla frutta, croccante di mandorle, vaniglia e creme brulè. La spiccata dolcezza dei suoi 300 g/l di residuo zuccherino è equilibrata da una spalla acida ben presente e da una buona sapidità conferita dal terroir.

Alla sua quarta generazione, l’azienda è attualmente gestita in armonia da quattro cugini che sui cartoni contenenti i loro vini scrivono un motto che li descrive alla perfezione: “Vino dal profumo di antiche tradizioni, dai sentori di polverosi segreti che dal 1928 si tramandano. Sensazioni autentiche, di vigne aggrappate alle colline. Persistente come la nostra dedizione alla terra.”

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