Ho incontrato per la prima volta il Dr. Pietro Argento in una degustazione molto esclusiva, solo per quattro persone, con prelievi diretti dalle barrique, in una delle più prestigiose cantine della Borgogna, Armand Rousseau. Immediatamente è scattata la curiosità su chi fosse questa persona con cui condividevo questo privilegio, lo scambio di pareri e sensazioni durante la degustazione ha evidenziato competenza e vasta cultura in ambito vitivinicolo.
Successivamente a pranzo, trovandoci vicini di tavolo, ho scoperto di essere di fronte al Dr. Pietro Argento, personaggio chiave dell’export di vino italiano in Asia, direttore generale e Fondatore di una società per azioni, la Not Only Wine, con sede in Cina, che amministra insieme al fratello Alessandro e al marito Davide da ben 24 anni.
Dopo mesi di insistenza per ottenere un’intervista siamo riusciti a trovare un piccolo spazio fra i suoi numerosi impegni e i contini spostamenti in Asia e in America per proporre in degustazione a eventi e fiere internazionali i vini dei produttori che si sono affidati alla sua professionalità per l’export in tutto il mondo.
Domanda: Come è approdato in questo mondo?
Pietro Argento: Mi sono diplomato al Liceo Classico e in seguito ho studiato filosofia e teologia per poi passare a scienze politiche a Roma. Ho curato l’ufficio stampa di ex ministri della levatura di Publio Fiori e Giorgio Fanfani e, nello stesso periodo ho avuto modo di collaborare come autore televisivo nel programma Casa Amore e Fantasia che veniva trasmesso su Tele Montecarlo occupandomi del servizio sull’enogastronomia. Spesso intervenivano come ospiti personaggi del calibro di Sandro Bottega, delle distillerie Bottega, o Corrado Di Marco, ideatore e primo preside dell’accademia di pizzeria in Italia nonché il papà della pinza romana. Ho capito che il Food&Wine era il mio mondo e ho pensato di applicare a questo mondo la mia precedente esperienza nella vendita del prodotto più difficile al mondo: i politici. Ho iniziato a viaggiare per visitare aziende e cantine, ho appreso le tecniche di vinificazione, mi sono confrontato con enologi prestigiosi e sconosciuti, ho studiato tanto e ricerco continuamente alta qualità e originalità. Ogni azienda, prima di entrare nel nostro Gruppo, viene selezionata rigorosamente in base a criteri di qualità per noi imprescindibili.
Domanda: Come vede il futuro del vino italiano?
Pietro Argento: nonostante la concorrenza spietata, i dazi altissimi, i costi di produzione alle stelle, i mercati altalenanti per la competitività sempre più agguerrita da stati che producono buoni prodotti a prezzi inferiori, le guerre, gli strascichi del Covid19, in ogni angolo sperduto nel mondo, nel ristorante o nell’enoteca sconosciuti, ci sarà sempre una bottiglia di vino italiano che fa la differenza grazie all’impegno dei produttori e dei responsabili del marketing.
Domanda: quali sono i suoi consigli ai produttori di vino italiani?
Pietro Argento: È fondamentale che credano nel loro prodotto senza adagiarsi, nessuno regala niente e i nostri prodotti non vengono acquistati per la nostra simpatia, perché la cantina è bella o il vino è eccellente. È una battaglia, una guerra di prezzi e di marketing di nuova generazione, dove i social hanno un ruolo sempre più importante nella popolarità e nell’incisività. Questa guerra la vince chi ha la capacità di rinnovarsi, rigenerarsi e imporsi con un’immagine al passo con i tempi. Bisogna conoscere, viaggiare, far viaggiare il proprio prodotto, partecipare a tasting, farsi affiancare da professionisti e, soprattutto, non abbattersi mai. Le dinamiche commerciali all’estero non sono sempre uguali a quelle italiane, sono più costose, meno immediate, devono soddisfare requisiti rigorosi, le distanze per raggiungere i mercati sono notevoli. Ma, se è difficile entrare in un mercato estero, non è complicato rimanervi e iniziare l’ascesa del proprio prodotto in nicchie di mercato entrando nelle dinamiche di acquisto di un gruppo o una comunità che lo apprezza e lo acquista e consuma con continuità. Fortunatamente oggi gli OCM vino possono aiutare nell’introduzione sui mercati internazionali, soprattutto i piccoli produttori, ma spesso questi ultimi li disconoscono. È importante creare informazione affinché i produttori conoscano meglio queste figure e inizino a delegare ad esperti le loro attività di marketing. Se gli Agnelli non avessero assunto amministratori delegati, gente con visioni diametralmente opposte alle loro, oggi non sarebbero quello che tutti conosciamo.
Domanda: un ultimo consiglio?
Pietro Argento: Ricordarsi sempre quello che ha detto il grande Giacomo Tachis: Il vino deve essere fatto per essere bevuto e venduto. L’impegno nel marketing del vino deve essere pari, se non superiore, a quello nella sua produzione.
Grazie, complimenti e i migliori auguri per le sue attività e … buon viaggio.