Euthalia by Gian Michele Galliano

Euthalia è una passeggiata in montagna, tra boschi, licheni e abeti in quel Monregalese che è un terra di confine, fra le Langhe e il confine francese.

Euthalia è il nome che lo chef Gian Michele Galliano ha scelto per il suo nuovo ristorante a Vicoforte, aperto da 2 anni: un “fiore che sboccia” in greco. E proprio di fiori e erbe si parla in questa cucina estremamente territoriale, che affonda le radici nell’ambiente montano lo chef raccoglitore nasce e vive, andando ad attingere da ciò che la natura offre. Stagionalità all’ennesimo livello: in base alla reperibilità sul campo da Euthalia si trovano i pesci di fiume locali, le erbe spontanee dall’edera terrestre alla ruta, dalla foglia di camomilla all’eucalipto, all’assenzio, all’issopo, passando da muschi e licheni, funghi, legno e il terriccio stesso, che si trova infusi, estratti e adagiati su piatti dall’estetica curata. Ma anche tanti prodotti d’alpeggio come il latte, i formaggi, le patate di montagna, le radici: una stretta collaborazione con molti produttori locali.

Euthalia
Euthalia

Il menu dal piccolo aperitivo fatto di prato, pane con acciughe e burro d’alpeggio, servito con un infuso al rapanello con pompelmo candito fino al pane che sa di fieno alla piccola pasticceria è tutto curato personalmente dallo chef Gian Michele Galliano.
Il suo signature è l’antipasto “Il Bosco” dove si trovano sempre oltre XX elementi tra radici, funghi e lumache (e soprattutto in stagione molte erbe).
Tanti ingredienti della tradizione che non si trovano in carta ai ristoranti come nell’antipasto “Trippa, Lumache, Peperoncino Dolce” o “Tagliatelle di Grano Arso, Rane, Porri di Cervere”.
E oltre ai classici della cucina d’oltralpe e montana come il capriolo o la reinterpretazione del “Piccione, Legno, Fava di Tonka, Noce Moscata” lo chef recupera tagli poveri che reinterpreta in chiave gourmet, accompagnati da cereali spesso dimenticati dalle grand tables di cucina: la Scaramella di Fassona, i Legumi, le Verze o il Maialino, Orzo, Bietola.
Per dessert un’entusiasmante “Veronica: Cioccolato, Nocciola, Limone” che reinterpreta la favola della Bella e la Bestia, il balsamico “Latte, Legno, Miele” e una “montagna in un cucchiaio” con sorbetti alle erbe raccolte.

plin di anatra all'arancia, caffè e cardamomo
plin di anatra all’arancia, caffè e cardamomo

Lo chef Gian Michele Galliano ama definirsi “autodidatta” per una passione che nasce in tenera età frequentando le grandi maison francesi, ma viene sopita con una laurea all’Accademia di Belle Arti con specifica in urbanistica e design d’interni che darà poi quella cifra stilistica caratteristica ai suoi piatti.
Ma la passione è troppo forte: inizia lavorando al ristorante “Al Rododendro” di San Giacomo di Boves con la chef Mary Barale, si appassiona di pasticceria e frequenta alcuni corsi presso la CAST Alimenti di Brescia con i maestri Biasetto, Tonti, Magni, Bau e presto apre il “Valentine”, nel paese montano dove è nato, San Giacomo di Roburent.

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