La Casaccia di Franceschi a Milano

Nella bellissima location del Park Hyatt a Milano La Casaccia di Franceschi ha deciso di presentarsi alla stampa.  La Casaccia di Franceschi nasce nel 2015 a S. Angelo in Colle, nel cuore delle campagne di Montalcino, dal desiderio di Leopoldo Franceschi, produttore di vino di quinta generazione, di fondere la sua esperienza in un modello di azienda agricola più dinamico e che andasse incontro a un pubblico moderno. In questo progetto è affiancato dai figli Flavia e Federico, per una coesa collaborazione intergenerazionale.

Flavia, Frederico e Leopoldo Franceschi

La Casaccia conta 15 ettari e si sviluppa su due territori: il Podere La Casaccia a Montalcino (SI), dove si coltivano l’autoctono Sangiovese e Merlot, e le Spinaie nel comune di Cinigiano (GR) dove troviamo i vigneti destinati ai vitigni internazionali: Carmenere, Cabernet Franc, Merlot e Cabernet Sauvignon.

«Per noi l’obiettivo è produrre vini di alta qualità per arrivare ad un alto livello di eccellenza. Detto questo metteremo in commercio solo prodotti di cui siamo pienamente soddisfatti dal punto di vista qualitativo. In caso non fossimo contenti di un’annata, questa non verrà fatta uscire sul mercato» – racconta Flavia Franceschi – “Il nome “La Casaccia” deriva dalla presenza di un rudere nei terreni aziendali, che in futuro verrà restaurato per farne un punto accoglienza e degustazione”.

Si ricerca l’eccellenza grazie ad un processo di attenta selezione manuale sia durante la vendemmia che in cantina. La conduzione dei vigneti è in regime biologico, per la vinificazione si usa la tecnica del cappello sommerso e vasche di fermentazione in acciaio inox unite al tradizionale invecchiamento in rovere americano.

La Casaccia ha attualmente una storia che contiene tutto quello che serve per il mosaico di ottimi vini. La metodologia è semplice: le cose più importanti sono l’ambiente e la materia prima.

Flavia Franceschi

L’Azienda attualmente produce tre vini: Brunello di Montalcino Riserva, San Leopoldo Merlot e San Leopoldo Cabernet-Merlot. Il Sangiovese, per la produzione di Brunello di Montalcino Riserva, proviene dal vigneto Fabbrica, a Sant’Angelo in Colle, a 370 metri sul livello del mare, nella zona Sud del comune di Montalcino; i vigneti erano gestiti prima in affitto dalla famiglia Franceschi e da inizio Aprile 2022 sono stati acquistati. Le viti sono state impiantate nel 2007 e il sistema di allevamento è il doppio capovolto.

La Casaccia di Franceschi

San Leopoldo Merlot 2019: la vinificazione prevede una fermentazione in vasche d’acciaio con macerazione a cappello sommerso, dopo la fermentazione malolattica il vino affina in tonneaux e barriques di rovere americano per circa 12 mesi. Al naso è varietale, prevalgono i sentori di frutta matura dolce, ciliegia, prugna, mora, seguite da note speziate come la vaniglia. In bocca è avvolgente con buona freschezza, tannino giovane, legno ancora in evoluzione e una buona persistenza.

San Leopoldo Cabernet-Merlot 2019: la vinificazione segue quella del Merlot. Nel calice si presenta di un bel rubino luminoso, elegante al naso con sentori di frutta di rovo, gelso, macchia mediterranea e note vanigliate. In bocca il tannino è giovane e deciso, bella la freschezza, che gli regala una piacevole beva, e buona la persistenza.

La Casaccia di Franceschi Brunello

Brunello di Montalcino Riserva 2016: la vinificazione avviene con fermentazione spontanea in acciaio dove si svolge anche la fermentazione malolattica. L’affinamento avviene in botti di rovere di Allier da 33 ettolitri per almeno 36 mesi. Nel bicchiere si presenta di un bel granato luminoso, già al primo naso regala una buona eleganza con sentori di frutti rossi, ciliegia, mora, gelso, su un sottofondo floreale di viola. Il secondo naso si apre su profumi terziari, come liquirizia, macchia mediterranea, tocchi balsamici e mentolati. In bocca è succoso, avvolgente, con una bella trama tannica e buona spalla acida, lunga la persistenza.

La Casaccia di Franceschi è un’Azienda giovane come i suoi protagonisti con uno sguardo moderno e dinamico, ma senza dimenticare le origini così i vitigni internazionali affiancano l’autoctono Sangiovese.

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