Lambrusco e Champagne: sfide e prospettive

Dall’impatto del cambiamento climatico sulla viticoltura, agli effetti del contesto  socio-economico sugli equilibri e sul mercato delle bollicine, per concludere con un focus sull’importanza del metodo nella creazione di spumanti di qualità. Questi i temi trattati in occasione della tavola rotonda “Lambrusco e Champagne: sfide e prospettive per le bollicine nel mondo” tenutasi a Modena Champagne Experience, che ha visto incontrarsi produttori e referenti di due mondi enologici profondamente differenti ma che in comune hanno l’esigenza di affrontare temi caldi che stanno impattando il mercato delle bollicine. Il dibattito, moderato dal giornalista del Gambero Rosso Marco Sabellico, ha visto la partecipazione di Vincent Legras (Pierre Legras),  Alice Paillard (Bruno Paillard), Jean-Hervé Chiquet (Jacquesson)insieme a Riccardo Cotarella (Presidente Assoenologi) e Sandro Cavicchioli, enologo e produttore del territorio del Lambrusco.

Lambrusco e Champagne: sfide e prospettive

Al centro dell’incontro due produzioni che, come ha sottolineato Marco Sabellico,rappresentano due realtà di un notevole peso nelle loro rispettive categorie, non confinate al mercato locale, ma destinate ad un mercato internazionale”. Ad aprire il palinsesto, il tema del cambiamento climatico e della siccità, due aspetti che impattano sulle colture e sulle caratteristiche organolettiche dei vini. “Non sono troppo preoccupato per l’impatto del clima sulla produzione, anzi si può dire che lo Champagne abbia fatto un salto di qualità proprio in questi ultimi anni. – ha commentato Vincent LegrasTecnicamente dovremo sicuramente rivedere ciò che facciamo per arrivare a titoli alcolometrici più bassi”. Alice Paillard, a seguire, ha sottolineato l’importanza per i produttori di adattarsi al territorio: “Il nostro mestiere è quello di trovare il giusto equilibrio con il territorio e i vitigni che vi affondano le proprie radici – ha commentato. La risposta al cambiamento climatico sta tutta in questo equilibrio”. Ha proseguito poi con un accenno ai consumi durante la pandemia.  “Un evento avverso come il Covid ci ha dato nonostante tutto una spinta in più. Una Maison come le nostra, la cui produzione è destinata all’80% all’Horeca, nonostante i ristoranti chiusi ha continuato ad avere buoni risultati sulle vendite. Questo perché gli appassionati hanno consumato più Champagne nell’intimità di casa, come se questo gesto rappresentasse una piccola gioia quotidiana in un periodo complicato”.

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