L’Erbamat secondo Castello Bonomi

Dalla vendemmia 2017, a seguito della modifica del disciplinare del Franciacorta DOCG, è stato introdotto il vitigno autoctono Erbamat, per un massimo del 10%, fatta eccezione per la tipologia Satèn. Due i principali motivi che hanno spinto questa modifica: la volontà di recuperare una maggiore identità attraverso un legame con il territorio, la Franciacorta,infatti, usa vitigni internazionali, e la necessità di mitigare gli effetti del cambiamento climatico su uve precoci come lo Chardonnay e i Pinot.

Grappolo di Erbamat
Grappolo di Erbamat Castello Bonomi

L’attenzione del Consorzio Franciacorta nei confronti dei vitigni storici bresciani inizia nel 2009 quando si sono susseguite indagini e sperimentazioni al fine di individuare quale, tra i vecchi vitigni bresciani, si prestasse alla spumantizzazione. L’Erbamat si dimostrò essere il più interessante per il suo profilo aromatico sostanzialmente neutro, il ciclo vegetativo medio-lungo e la buona tenuta del tenore acidico. L’Erbamat deriva da Albamatta vitigno citato dall’agronomo Agostino Gallo nel suo trattato “Le dieci giornate della vera agricoltura, e piaceri della villa” del (1564) come varietà presente sulle colline franciacortine. Definita “Mordace” termine conferitole per la grande acidità dei vini che tendono ad avere livelli di acido malico molto alti.
Proprio il termine “Mordace”, annuncia il Prof. Leonardo Valenti, dell’Università degli Studi di Milano, sarà il termine utilizzato per i “futuri” Franciacorta prodotti con il vitigno Erbamat. Il Consorzio Franciacorta ha già registrato il nome che potrà essere utilizzato in etichetta come il termine Satèn.

Tra le prime 5 Cantine che hanno creduto in questo vitigno, e quindi in questo progetto, troviamo Castello Bonomi, unico Château della Franciacorta che sorge alle pendici del Monte Orfano, 275 m s.l.m., nel comune di Coccaglio, e di proprietà del gruppo Casa Paladin dal 2008. Sotto la direzione del Prof. Valente, Castello Bonomi inizia a sovra innestare alcuni filari di viti e già nel 2011 si ha una prima produzione di Erbamat. Si decise di vinificare separatamente queste uve e, grazie a questa scelta, oggi è l’unica azienda a disporre di una verticale di annate dalla 2011 alla 2014. A dimostrazione dell’investimento in questo progetto, Castello Bonomi ha impiantato un nuovo vigneto a Erbamat.

Cuvée 1564

Castello Bonomi, con il suo team di Ricerca & Sviluppo, formato dal Prof. Leonardo Valenti e dagli enologi Luigi Bersini e Alessandro Perletti, ha valorizzato l’Erbamat producendo Cuvée 1564, un Vsq (Vino spumante di qualità), disponibile in quattro annate. Il nome deriva dall’anno in cui per la prima volta Agostino Gallo lo citò nei suoi scritti.

Verticale di Cuvée 1564
Verticale di Cuvée 1564

La Cuvée 1564, 30% – 40% Erbamat, Pinot nero e Chardonnay, coniuga l’acidità dell’Erbamat, la struttura del Pinot Nero e l’eleganza dello Chardonnay. Giallo paglierino con riflessi verdognoli, all’esame visivo, all’olfattivo spiccano le note di fiori freschi e agrumi, come il cedro, con una nota di frutta matura. Nella degustazione delle 4 annate, che si è tenuta a Castello Bonomi, il vino presenta una spiccata componente acidica e vegetale tipica del vitigno Erbamat, soprattutto nelle annate in cui è presente al 40% (2012 e 2013), abbinata a un’ottima persistenza e una marcata sapidità.

La “Cuvée 1564”, verrà prodotta in quantità limitata, solo 800 bottiglie, e farà la sua comparsa ad aprile 2020.

Quindi fino a quando non uscirà il “Franciacorta Mordace” potremo degustare Cuvée 1564, ottenuta da un vitigno del passato vinificato e assemblato in chiave moderna.

Castello Bonomi
Castello Bonomi
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