Passum Barbera Superiore di Cascina Castlèt

Chi sceglie una bottiglia di Cascina Castlèt ama le cose belle, le cose buone, le cose che fanno sognare”. È una questione di etica e di cultura che prima di tutto significa rispetto dell’ambiente e di chi ci lavora. Dolci ed assolate colline, a trecento metri sul livello del mare, dove si conosce ogni pianta, ogni zolla, lavorate con giudizio e passione. “Lo facevano i nostri vecchi- racconta Mariuccia Borio – continuiamo a farlo noi con i mezzi più moderni, pronti a scendere, a toccare con mano, la terra, le foglie, i grappoli”.

Azienda Cascina Castlèt

Un’azienda è prima di tutto un progetto, è un sogno che pian piano prende forma, prima sulla carta, poi sulla terra e alla fine nel vino. Il progetto di Mariuccia Borio parte da due idee semplici: rispettare la natura ed essere al passo con i tempi, per questo si è dovuto investire in terre, in tecnologia e soprattutto in ricerca.
Cascina Castlèt si trova a Costigliole d’Asti, circondata da 31 ettari di vigna, dove sono stati impiantati vitigni autoctoni, Barbera, Moscato, Uvalino, e vitigni internazionali Cabernet Sauvignon e Chardonnay, quest’ultimo coltivato a Costigliole fin dalla fine del Settecento quando il marchese Filippo Asinari di San Marzano lo piantò per la prima volta.
Cascina Castlèt appartiene da generazioni alla famiglia Borio, oggi condotta da  Mariuccia Borio che l’ha ereditata dal padre nel 1970. Qui ogni vigna ha il suo nome, suggestive sono le etichette e i nomi dei vini, Passum, Policalpo, Avié, Litina, Goj, Ataj e Uceline: tutti racchiudono un piccolo segreto, un racconto, una storia.

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Antichi muri di pietra proteggono i vini che riposano in silenzio e al buio in grandi e scure botti di rovere da 34 ettolitri. Dall’altra parte del cortile, una cantina diversa che rappresenta l’anima moderna, qui il vino affina in barriques, capaci di regalare eleganza. Sopra, in una sorta di attico spoglio, una distesa di vassoi d’appassimento per le uve più belle destinate a concentrarsi per diventare quel vino raro, l’Uvalino, che una volta si donava al prete, al medico, all’ospite o riservato ad occasioni di festa.

Vigneti Cascina Castlèt

Passum Barbera Superiore DOCG
L’etichetta di per sé da ambito a diverse interpretazioni e Mariuccia si diverte ad ascoltarle: forse un sole, oppure un’antica lettera d’alfabeto o un marchio di riconoscimento arcaico e misterioso. “Io sono quel che sono. Rappresento la tenacia di chi ha creduto in me e nella forza della vigna che mi fa da madre -afferma Mariuccia – per riconoscermi c’è quel segno, rosso come il mio corpo. Il poeta, da una terra lontana sotto l’Equatore, scrisse di “amare sulla tavola, quando si conversa, la luce di una bottiglia di intelligente vino”.

Passum Barbera Superiore DOCG

In occasione del suo 40mo anniversario si è voluto caratterizzare l’etichetta di Passum attraverso l’uso di colori diversi dal rosso, con lo scopo di raccontare la personalità straordinaria e complessa di questo vino, nato dall’intuizione di Maria Borio che, per prima in Piemonte, ha riportato a nuova vita la tecnica antica dell’appassimento.

Il nome richiama alcuni celebri vini dell’antichità ottenuti dalla surmaturazione o dal leggero appassimento delle uve. Prodotto da Barbera, antica varietà autoctona dell’Astigiano, che sulle ripide colline da vecchi vigneti, posizionati nelle zone più soleggiate, dà i suoi frutti migliori.

La vendemmia si conclude entro la metà di ottobre. I grappoli, raccolti a mano e scelti scrupolosamente, sono adagiati in piccole cassette traforate poi collocate in appositi locali condizionati e molto ventilati. La durata dell’appassimento varia di anno in anno ed è legata alle condizioni meteorologiche. Durante questa fase si effettuano frequenti controlli per verificare la conservazione dei grappoli e la concentrazione zuccherina. Le uve, pigiate e diraspate, vengono poi avviate alla fermentazione in vasche di acciaio inox termocondizionate. La maturazione avviene parte in barriques di rovere francese e parte in botti tradizionali di media capacità, dopo circa un anno, il vino passa in bottiglia dove continuerà il suo affinamento per almeno sei mesi.

Nel calice si presenta rosso granato limpido ed intenso, con qualche riflesso rubino a tradire la sua gioventù. Il bouquet è complesso, elegante, variegato e persistente, con sensazioni di confetture di mora, prugna, ribes e Cassis, seguono poi le note terziarie regalategli dal legno, cacao dolce, vaniglia, legno di cedro e tabacco biondo. In bocca il sorso è caldo, austero, avvolgente e con una morbidezza che si alterna alla freschezza, buono l’equilibrio e con tannini eleganti e ben presenti, con un finale piacevolmente sapido. Bella la PAI, persistenza aromatica intensa, che nel finale regala un ritorno fruttato di frutti scuri.

I vini di Cascina Castlèt sono un richiamo alla semplicità e alla passione di chi, nei propri prodotti, riversa la sua anima ed il suo amore per questa parte di Piemonte, proprio come fa Mariuccia.

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