Rosset Terroir vini eroici tra tradizione e innovazione

Rosset vini eroici che coniugano tradizione e innovazione

Ci sono persone che affrontano sfide per realizzare un sogno, questo è il caso della famiglia Rosset che, nel 2001, decide di andare oltre la propria esperienza centenaria nel mondo della distillazione e di dedicarsi anche alla viticoltura fondando l’azienda Rosset Terroir per produrre vini di qualità. Il loro obiettivo è valorizzare e far conoscere i vitigni della loro regione, La Valle d’Aosta, caratterizzata da terreni aridi e difficili che impongono alle viti di estendere le proprie radici alla ricerca di nutrimento su ripidi terrazzamenti sostenuti da muretti a secco. In questo contesto di viticoltura eroica Rosset Terroir si inizia a produrre Chardonnay e Syrah accanto all’autoctono Cornalin, partendo da un vigneto di soli tre ettari a Saint Christophe, un modo per coniugare tradizione e innovazione.

Successivamente la famiglia acquisisce altri vigneti fino al 2017 anno in cui acquista due ettari a oltre 900 metri di quota nel comune di Villeneuve. Per loro la qualità dipende, principalmente, da due elementi: verticalità e altitudine, ben consapevoli delle difficoltà e dei rischi che questo comporta, come, ad esempio, le gelate dopo la fioritura che potrebbero compromettere irrimediabilmente il raccolto. Si arriva così a 12 ettari vitati totali, di cui 8 fra 800 e 1000 metri m s.l.m., ma, soprattutto, segna un punto di svolta nell’intento di produrre vini che valorizzino il territorio e le sue principali peculiarità con l’intento di farli conoscere non solo al di fuori della regione, ma a livello internazionale. Nel recupero di questo vigneto “in quota”, caratterizzato da un terreno glaciale molto drenante e minerale, sono stati mantenuti i cloni sperimentali del vitigno bianco autoctono Petite Arvine già impiantati dal precedente proprietario, un insegnante alla scuola di enologia di Changins, con una altissima densità d’impianto altissima tipica della viticultura svizzera. Dalla collaborazione dell’enologo Matteo Moretto, che segue l’azienda fin dai suoi esordi, con il consulente esterno Luca D’Attoma, è nato Sopraquota 900, un vino di montagna unico, premiato nel 2021 come miglior vino Bianco d’Italia da Gambero Rosso.

Il Petite Arvine, è un vitigno autoctono della Valle d’Aosta e del Vallese, assimilato ai Vermentini, chiamato così per i suoi acini molto piccoli. Si esprime generalmente con aromi agrumati di pompelmo, limone, arancia, piccoli fiori bianchi e note erbacee di foglia di pomodoro. Caratteristiche che si ritroviamo nel Vallée d’Aoste DOP, prodotto a quota inferiore, vinificato in acciaio per mantenere la freschezza e l’integrità per un vino da bere giovane.

I cloni sperimentali utilizzati in Sopraquota 900, caratterizzati da grappoli piccoli e spargoli, a differenza di quelli grandi e compatti tipici del vitigno, e soprattutto per la particolare vinificazione, attraverso l’utilizzo di recipienti vinari di affinamento diversi, danno origine a un vino strutturato, complesso, con grande potenziale di invecchiamento.

La vinificazione avviene per il 40% in acciaio con batonnage, il 25% in anfora trentina di argilla bianca ed il 25% in orcio toscano di argilla rossa ricca di ferro e porosa che favorisce una maggiore ossigenazione, nessuna vetrificazione, contatto pellicolare, e un 10% fa un affinamento in barrique di terzo passaggio dove avviene sia la fermentazione alcolica sia la fermentazione malolattica. Il successivo assemblaggio crea un vino dalle molte sfaccettature, che evolve continuamente nel bicchiere facendo percepire in sequenza e amalgamandoli i caratteri conferiti da ciascuno dei materiali utilizzati.

Dalla degustazione in verticale di tre annate di Sopraquota 900, commercializzato come vino da tavola in quanto il disciplinare della DOC Valle d’Aosta attualmente non prevede coltivazione al di sopra degli 800 metri, si evince la coraggiosa politica aziendale di produrre vini non standardizzati, ma rappresentativi dell’andamento stagionale.

L’annata 2020 è stata la più fresca, lo si evince già dal colore più tenue con riflessi verdolini di gioventù. Si esprime con note agrumate di frutti freschi, zagara, arancia candita con un tocco di miele ed erbe alpine; le sensazioni agrumate si ripropongono in bocca in un susseguirsi di freschezza e mineralità equilibrate da una moderata avvolgenza.

Il colore dorato del 2021 rievoca immediatamente un’annata più calda, che apporta caratteristiche più mediterranee, un agrume più maturo, frutta esotica, immerse in sensazione che ricordano il gelato alla vaniglia; il sorso è caratterizzato da una sapida morbidezza.

L’annata 2022, come afferma l’enologo Matteo Moretto, è molto promettente, frutto di un andamento climatico più equilibrato che ha dato uve di altissima qualità, i profumi sono freschi ed eleganti gelsomino, lime, mentuccia e fiori alpini; il sorso agrumato pecca un pochino di gioventù con finale leggermente ammandorlato, ma fa presagire che evolverà in equilibrio e complessità.

Rosset Terroir produce anche interessanti vini rossi, da vitigni sia autoctoni sia internazionali.

Trasor Vallée d’Aoste DOP 2023

Il vino di ingresso, ottenuto da un uvaggio di Petit Rouge, Cornalin, Syrah, Nebbiolo e altri vitigni rossi presenti come da antica tradizione che voleva vigneti con coltivazione di uve rosse miste. La vinificazione in acciaio regala un calice fragrante di frutti e fiori rossi.

Cornalin Vallée d’Aoste DOP 2023

Il Cornalin è il vitigno principe della zona, simile al Grignolino, scarico di colore. L’affinamento per un anno in tonneaux aggiunge al bouquet fruttato e floreale note speziate, soprattutto di noce moscata.

Syrah 870 Vallée d’Aoste DOP 2022

Il vitigno Syrah in questo territorio dà vini assimilabili a quelli d’Oltralpe. Viene adottata una vinificazione diversificata: fermenta in tini di legno scolmi con macerazione post fermentativa sulle bucce per un mese circa. Dopo la svinatura, prosegue l’affinamento per circa un anno in barrique di rovere francese di primo e secondo passaggio. La parte restante viene vinificata metà in anfora e metà in orcio, con macerazione pellicolare. L’intenso profumo si declina in mora di gelso, vaniglia, erbe aromatiche, spezie, al sorso è caratterizzato da spiccata freschezza, il gelso diventa marmellata leggermente piccante con un pizzico di pepe nero.

Rosset Terroir, attenta fin dai suoi esordi alla sostenibilità, è in fase di conversione biologica, ha adottato dal 2014 una viticoltura rispettosa dell’ambiente, abbandonando l’uso di prodotti chimici di sintesi. Questa scelta si riflette anche nelle pratiche di cantina, dove è stata la prima cantina in Valle d’Aosta a utilizzare anfore in terracotta per l’affinamento dei vini, un materiale che permette una micro-ossigenazione delicata e costante, ideale per preservare la freschezza e l’aromaticità delle uve. Inoltre, in un’ottica di rispetto dell’ambiente e delle tematiche delle energie rinnovabili, l’azienda utilizza impianti fotovoltaici per alimentare completamente le sue strutture e ha installato una colonnina di ricarica per auto elettriche utilizzabile dai visitatori.

Carlotta Biraghi

Sommelier, degustatore e giudice internazionale a concorsi vinicoli tra cui Tastevinage a Clos di Vougeot, Concours International de Lyon, Frankfurt International Trophy, Burgondia a Beaune ed organizzatrice di eventi enogastronomici in Italia e in Borgogna

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