Ritratti di Donne del Vino:
Sabrina Gozio di Castello di Gussago La Santissima
Professionale, preparata, naturalmente empatica. E figlia d’arte, per l’esattezza: quarta generazione. Sabrina Gozio ha gli occhi che brillano quando parla della sua azienda; ci si fa travolgere volentieri dal suo racconto, si percepisce quanto la sua crescita personale sia legata a quella della sua azienda. Il Castello di Gussago La Santissima è davvero un affare di famiglia; un bisnonno produttore, due figli che fondano la distilleria, tre nipoti che ingrandiscono l’azienda e cinque pronipoti che continuano ad alimentare la tradizione di famiglia, suddividendosi nei ruoli chiave delle aziende che producono distillati e vini.
A volte le decisioni prendono un giro largo prima di arrivare a destinazione; Sabrina voleva fare la puericultrice e, da 15enne convinta, comincia gli studi andando in quella direzione. Non le ci vuole molto tempo per arrivare a chiedersi ad un certo punto del percorso: ma io che ci faccio qui?
Alla fine delle superiori segue una totale inversione di rotta e quindi punta su una laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari. La ascolti e ancora senti la caparbietà con cui ha affrontato materie e studi per i quali non possedeva basi di sorta. Dopo la prima laurea ne arriverà una seconda in Enologia e poi Master e via così. Il 2005 è l’anno della svolta: riprende in mano i vigneti, studia i terreni, le composizioni, esposizioni e broli. Studia, prova, sbaglia, corregge e ricomincia, mai stanca e doma. Per ogni parcella di terreno ci vuole il vitigno giusto, quello che darà il carattere particolare ed unico al suo vino. La prima figlia e la prima vendemmia arrivano insieme, quindi il suo lato materno può dirsi appagato completamente, del resto vini e figlie (la seconda arriva durante il Master tanto per non smentirsi) sono comunque sue creature. È una lottatrice nata, Sabrina, anche se la sua vita è tutta racchiusa nella via dove è nata, vive e lavora: mai ferma, impegna l’azienda nel progetto Ita.Ca per il controllo delle emissioni e la sua coltivazione della vite è particolarmente attenta alla salvaguardia dell’ambiente. Il suo vino è il rosato, voluto fortemente, nato con lei, cresce con lei: una sorta di solida e appagante autoaffermazione. I suoi riferimenti: la famiglia di origine, un padre carismatico e una madre sempre presente, le sue figlie, cui trasmettere forza, indipendenza e orgogliosa passione per il lavoro di famiglia.
