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Chardonnay

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Era la fine degli anni ‘70 quando l’imprenditore Enrico Braggiotti, di origine francese, intuì le potenzialità di una zona dell’Oltrepò Pavese, oggi chiamata “la collina del Pinot Nero”.

L’ispirazione francese gli suggerì che nei terroir vocati per il Pinot Nero anche lo Chardonnay dava ottimi risultati, iniziò, così, la coltivazione e la vinificazione di questo nobile vitigno nella frazione Mazzolino, dal latino Mansiolinum, che significa punto d’incontro, una tappa sulla strada di ritorno della via del sale, dalla Liguria alla Pianura Padana.

Langhe DOC Chardonnay “Lolly” di Podere Ruggeri Corsini Medaglia d’oro al Mondiale dei Vini Bianchi di Strasburgo Andare a Monforte d’Alba, terra di grandi Barolo, per scoprire e descrivere un vino bianco premiato in uno dei concorsi più prestigiosi dedicati a questa tipologia in Francia, potrebbe sembrare inconsueto. Lo Chardonnay, in realtà, è coltivato nelle Langhe da alcuni secoli “grazie” alla dominazione francese che influenzò sia le tecniche di vinificazione sia il gusto dei vini piemontesi, oltre a farli conoscere e portarli alle corti più importanti. “Lolly”, di Podere Ruggeri Corsini, è uno Chardonnay dedicato alla mamma, che ritrae in etichetta una foto in bianco e nero della famiglia. Un vino che affina in barrique di rovere francese per sei mesi, in perfetto stile borgognone di cui condivide eleganza e potenza ai massimi livelli espressivi. Il colore giallo dorato fa presagire un frutto maturo appagante e suadente con l’elegante bouquet…

Mai dare nulla per scontato nel mondo enoico! E se pensando alla Pasqua e ai suoi menù la scelta scontata sembra essere un rosso, Monteverro – tenuta gioiello di Capalbio – suggerisce invece un bianco raffinato ed elegante: lo Chardonnay 2018. Un vero cavallo di razza della cantina dolcemente adagiata sulla Costa d’Argento con lo sguardo che si perde verso il mare e tutto intorno la bellezza di questa Toscana autentica quasi al confine con il Lazio, all’ombra dell’Argentario e della nuova Atene della Toscana del Sud, quella Capalbio arroccata tra le mura, romantica e affascinante, proprio come l’etichetta della cantina. È un vino in grado di esaltare – grazie all’unicità dei suoi profumi, alla grazia delle sue sfumature olfattive, alla preziosità delle sue nuance oro brillante con note argentee, le ricette pasquali di diverse tradizioni. Si rivela l’abbinamento perfetto con gli spaghetti alle vongole e ricci di mare di…

Immersa nel verde, su una collina del bucolico paesaggio dell’Oltrepò Pavese troviamo Tenuta Mazzolino, il cui nome significa “punto d’incontro, tappa” (dal latino: Mansiolinum). La vite qui cresce da tremila anni, alle antiche tradizioni oggi si affianca la moderna tecnologia, il cui punto d’incontro è proprio la grande personalità dei vini di Tenuta Mazzolino. Tutto ha inizio con l’intuizione del dr. Enrico Braggiotti che, sul finire degli anni Settanta, ha posto le basi ai successi dell’Azienda, confermata anche da Giacomo Bologna, mito intramontabile e grande signore dei vini. “Dovete vinificarlo in rosso” questo il suo suggerimento riferendosi al Pinot Nero, un vitigno che fino a quel momento veniva vinificato quasi solamente in bianco; non tutti sanno che l’Oltrepò Pavese, culla del Pinot Nero con più di 3.000 ettari vitati, è la terza zona al mondo per la coltivazione di questo aristocratico vitigno dopo Borgogna e Champagne. Giacomo Bologna raccomanda alla Famiglia…