Il Festival del Franciacorta nel corso degli anni è cambiato, da semplici degustazioni o visite in cantina è diventato inclusivo. Ogni cantina ha dato la possibilità non solo di degustare il vino, ma di vivere un’esperienza immersiva sul territorio, così da avvicinare appassionati e amanti del bello.

Villa Franciacorta ha scelto di regalare un’emozione unica, andando oltre le degustazioni guidate. Nelle tre giornate del Festival si sono alternati Voli in Mongolfiera, Aperitivi al Tramonto, visite guidate alla cantina, con degustazione, e Street Food con proposte gourmet di alto livello in grado di accontentare tutti i gusti, il tutto allietato dalla musica.

Sicuramente emozionante è stato il Volo in Mongolfiera. Librarsi lentamente sopra la Franciacorta: sotto le dolci colline, i filari di vite ordinati, il piccolo lago artificiale, il Borgo e la Cantina. La luce del tramonto rende le foglie dei vigneti dorate, in lontananza la meravigliosa scritta “Villa” sul Vigneto Gradoni.

Dall’alto la Franciacorta mostra tutta la sua identità: una terra elegante e armoniosa, dove natura e cultura del vino si intrecciano. Il volo si trasforma così in un viaggio sensoriale: prima con gli occhi e il cuore, poi — una volta a terra — con il palato, degustando un calice di bollicine metodo classico proprio lì dove nascono.

Villa Franciacorta raccontata da Roberta Bianchi

Guida di eccezione Roberta Bianchi che racconta come il padre, Alessandro Bianchi nel 1960, si innamora del borgo cinquecentesco di Monticelli Brusati e decide di farlo rivivere. Ben impressa nella mente di Roberta è la similitudine di un giovane, di soli 26 anni, che tende la mano a un vecchio che si trova a essere caduto. Infatti, il borgo era veramente semidistrutto non ci sarebbe più nulla oggi, la gente viveva in condizioni di povertà, vigeva la mezzadria quindi vivevano solo dei proventi del raccolto, ma ripetuti fenomeni di grandine avevano messo a dura prova proprio la sopravvivenza di questa gente. Non c’era acqua, non c’era elettricità, in pieno boom economico lui fa un investimento che è antitetico a quello che si pensava in quel periodo. La proprietà si estende fra due colline, 100 ettari che abbracciano questo antico borgo e per preservarlo dall’abusivismo edilizio.  Borgo Villa oggi è esattamente come era nel ‘500, le uniche variazioni sono state gli ingressi alle cantine. Queste ultime sono state realizzate sotto la collina per custodire questo luogo come un “Genius loci” capace di interpretare, capire e valorizzare quello che è la realtà di questo luogo. Oggi si parla tanto di zonazione, ma anche in questo caso Alessandro Bianchi è stato un precursore dei tempi. Tra gli anni ‘60 e ‘70, si intraprese la zonazione dei terreni, questo dimostra la voglia di studiare e capire quali erano gli appezzamenti più vocati per la coltivazione della vite. Quello che caratterizza fortemente Villa Franciacorta è un parco vitato, il più diverso in assoluto. Ogni appezzamento è diverso dall’altro, a parità di varietà, non c’è un appezzamento uguale all’altro per clone e tantomeno per portinnesto, quindi, c’è un’incredibile ricchezza di biodiversità. Negli anni ‘70 vengono piantate le prime viti che oggi hanno più di 45 anni: i due vigneti sono chiamati Ciliegi1 e Ciliegi 2 e sono delle viti che hanno una capacità di resistere a tutte le avversità dell’andamento climatico diverso, che ci sia un’annata siccitosa o molto piovosa, la resa di queste vigne è costante. I grappoli manifestano un’ottima salubrità dei parametri chimici con un equilibrio fra l’aspetto di fase di maturazione e l’aspetto tecnologico e fisiologico.

Solo uve proprie e solo millesimati

Da subito Villa Franciacorta ha scelto di produrre solo con uve proprie e produrre solo ed esclusivamente millesimati. Questa scelta per porre in primo piano la forte caratterizzazione data da un suolo di origine marina e dalle grandi escursioni termiche, sono, infatti, una delle ultime cantine a vendemmiare. Il repentino abbassamento della temperatura, oltre a fissare profumi e patrimonio olfattivo e organolettico, è anche quello che permette l’evaporazione. Tutto ciò che evapora durante il giorno dall’erba si condensa in piccole goccioline che ristorano la vite durante la notte e  innescano una fotosintesi che permette una maturazione, in media, di 15 giorni dopo rispetto alle altre cantine ed arrivare alla vendemmia con dei parametri ottimali.

Villa Franciacorta e l’esser “generativo di valori”

Resilienza oggi è un termine tanto inflazionato, al posto di questa, Roberta Bianchi, preferisce identificarsi con qualcosa di diverso. “Mi piace parlare di un cambio generativo di valori piuttosto che di sostenibilità – afferma Roberta – questo per avere un diverso approccio. Vorrei che non fosse solo una nostra filosofia, ma che potesse essere raccontato per essere emulato anche da altri e diventi quasi un protocollo di approccio al mondo agricolo. Prima ancora che dalla sostenibilità ambientale si deve partire dall’attenzione alla persona e all’etica del lavoro.”

Aperitivo alla Casa dell’Eremita

Dopo la visita in cantina, ecco la magica esperienza salita alla Casa dell’Eremita attraverso il percorso nel vigneto Gradoni, caratterizzato da muretti di origine gallica. All’arrivo uno scenario incantato, eleganti divanetti da cui ammirare un infuocato tramonto, sotto i vigneti che raccolgono le ultime luci del giorno. Per completare il tutto una gourmet box da pic-nic confezionata in una scatola di legno serigrafata Villa e in abbinamento tre Franciacorta Millesimati.

Che dire un’esperienza densa di Emozioni che consiglio a chiunque voglia provare l’ebrezza della salita in Mongolfiera così da poter ammirare la Franciacorta da un altro punto di vista.

Un grazie alla famiglia Bianchi che sa regalare sempre eleganti esperienze mixate a cultura e amore per il territorio.

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